domenica 27 dicembre 2009

martedì 22 dicembre 2009

Ci campa, vide - 22 Dicembre 2009

Fine anno, tempo di bilanci. Chi ha carattere metabolizza gli sbagli commessi e ne trae stimoli per migliorarsi. Tetragono ai condizionamenti esterni, guarda a sé stesso come unico artefice: homo faber fortunae suae. Altri inquadra le cose con disincanto, guidato da un malinconico animus leopardiano nei confronti della vita. Chi scrive fa suoi entrambi gli atteggiamenti, pragmaticamente.
L’anno che finisce ha visto l’esordio pubblico di questa statua parlante, che senza il Suo soffio vitale non sarebbe rimasta che flatus vocis: gentile Professore, la gratitudine è sentimento che Pasquino Galatino conosce, e che qui ed ora vuole manifestarLe per lo spazio esclusivo accordato in Galatina.it. Sullo slancio di quella rubrica sono apparsi i contributi al quindicinale locale, meno ludici, quindi in linea con l’understatement del foglio ospitante; infine è venuto un blog con questo nome, scarno archivio elettronico senza commenti né appendici.
Pasquino può aver divertito, quando randellava gli “intoccabili” con furia iconoclasta; di certo ha rotto prudenti regole comunicative (e non solo quelle…), “parlando al conducente” senza peli sulla lingua. Se invece avesse annoiato, questo sì, dispiacerebbe un poco al vecchio somministratore di vetriolo, che sin dall’inizio ha voluto scherzare seriamente, si perdoni l’ossimoro, per indurre alla riflessione; allievo della tradizionale scuola popolare galatinese della schermaglia verbale, il cui appellativo plebeo si tace per eleganza.
L’augurio per tutti noi e per le nostre famiglie è che il nuovo anno ci veda sempre più in salute. E porti maggiori consensi alla Sua/nostra attività d’informazione (questo vagnone de la conza si include, immodestamente), il cui guadagno non computiamo in euro ma in “vero”, unità di misura percentuale di verità. Si convenga che abbiamo ancora spazi di arricchimento.
Con questo bilancio e queste speranze, il Vostro sigilla il 2009. Degna chiosa, la massima lapidaria di un maître à penser galatinese del XX secolo: “Ci campa, vide”.
Sic locutus est Minnella. Poteva Pasquino esimersi, anche a S. Silvestro, dalla “dotta citazione”?

venerdì 18 dicembre 2009

Il Galatino anno XLII n° 21 del 18 Dicembre 2009

Caro Babbo Natale,
non è un bambino che Ti scrive, ma una città piccola. Galatina ha una lista di regali che vorrebbe trovare sotto l’albero.
Mandami, Te ne prego, tanta salute per i miei Cittadini. Non voglio che vecchi e giovani si ammalino più per motivi che nessuno ha il coraggio di dire apertamente. Questo è il primo desiderio.
Il secondo è per un centro antico rispettato. Vuol dire chiusura al traffico passante, ma anche eliminazione dei cavi elettrici e telefonici che deturpano le facciate di chiese e palazzi antichi; vuol dire oscuramento delle insegne al neon; vuol dire pulizia, ordine e decoro di giorno e di notte. Vuol dire vivibilità, per i suoi residenti e per i nuovi arrivati, turisti di passaggio ed immigrati di lusso che acquistano case in centro.
Poi vorrei maggior cura per gli ingressi in paese dai quattro punti cardinali. L’impressione non sia quella dei bordi polverosi di un’oasi nel Sahara, piuttosto il senso compiuto del “Benvenuti a Galatina”. E quindi strade perfettamente asfaltate, fioriere e segnaletica precisa che diano un assaggio della nostra accoglienza a chi arriva. Non pretendo neanche più, caro Babbo Natale, i ponti o sottopassi ai binari delle Ferrovie del Sud Est: me li hanno promessi troppe volte, non m’illudo ancora di poterli mai ottenere. Mi chiamo Galatina, non Maglie o Gallipoli. Il mio Santo in Paradiso ha nome Pietro, S. Raffaele e S. Massimo proteggono altre contrade.
Vorrei le strutture pubbliche, il museo, la biblioteca, la Basilica ed ogni altro polo d’interesse turistico e culturale, aperte in orari comodi e rispettosi delle esigenze dei fruitori.
Vorrei un teatro. Si, proprio un teatro dove poter assistere ad una commedia, un recital di poesia, un concerto dal vivo…e magari anche un bel veglione, come quelli grandiosi che mi davano lustro negli anni 60. Un bel “Nuovo Cavallino Bianco”.
Infine vorrei un “tavolo” dove possano sedersi e parlare di cose serie, pulite, concrete, gli uomini e le donne onesti e per bene che in questi anni si son tenuti lontani dalla gestione della cosa pubblica, timorosi di vedersi accomunati ai troppi mestieranti della politica. Vorrei venisse da quel tavolo un progetto per frenare l’esodo dei giovani cervelli e delle attività di questo Paese.
Scusami, forse Ti chiedo troppo, e so che Tu miracoli non ne fai. Allora esaudisci, se puoi, soltanto due desideri: in vista dei prossimi “ludi cartacei” del marzo 2010, mi accontento della prima e dell’ultima richiesta che Ti ho fatto.
Grazie, caro Babbo Natale.
Tua Galatina

Auguri di Natale - 18 Dicembre 2009

Sant'oro fa gli auguri a Spatuzza. A Natale ci si ricorda sempre dei benefattori

mercoledì 16 dicembre 2009

Berlusconi ferito - 16 Dicembre 2009

La Procura di Milano iscrive Berlusconi nel registro degli indagati per vilipendio della religione: avrebbe distrutto una riproduzione del Duomo con il naso e con i denti. Stasera ad Anno Zero l'audizione presso il GIP

sabato 12 dicembre 2009

Il Galatino anno XLII n° 20 dell' 11 Dicembre 2009

Essere cittadini della Comunità Europea fa godere di privilegi indiscutibili. Non è necessario il passaporto per muoversi tra gli Stati, spendiamo una forte e stabile moneta unica, gradita anche nel Regno Unito dove sino a ieri la sterlina di Sua Maestà non ammetteva concorrenti. Il cambio favorevole col dollaro ci rende conveniente persino viaggiare e comprare negli Stati Uniti... avendone la possibilità.
Già, perchè il punto è proprio questo: il nostro potere d'acquisto è aumentato o diminuito con l'avvento dell'euro?
Torna d'attualità il testo di un vecchio motivetto napoletano: "E' arrivato Natale, nun tengo denaro...".
Obiettivamente, si riscontra un posizionamento verso il basso del livello economico dei cittadini. La crisi non impensierisce i pochi ricchi fortunati: il jet set mantiene un tenore di vita pari o superiore al passato. C'è poi una classe media che, in un modo o nell'altro, resta in equilibrio come prima. Il problema si pone per la precarizzata piccola borghesia, diventata piccolissima perchè quasi inclusa, per reddito e consumi, nel ceto povero, quello ai limiti di sussistenza. E' una conseguenza sia della globalizzazione, sia della delega sulle scelte economiche importanti trasferita da Roma a Bruxelles, dove tutti sappiamo ci si limiti a ratificare le decisioni di Francoforte, sede della Banca Centrale Europea.
Siamo parte di un'entità sovranazionale monetaria-economica, non ancora politica, è la finanza a decidere per i governi. Ed ha stabilito che da noi l'economia sarà principalmente terziario: in Italia avranno un ruolo marginale l'agricoltura e l'industria. Ne consegue che sono destinati a diminuire di numero ed importanza i contadini e gli operai, ma anche i piccoli commercianti: vittime sacrificali di una globalizzazione non scelta ma subita. Prospettiva che a me non piace.
Interi settori sono allo stremo per la concorrenza dei produttori orientali e per la grande distribuzione, ma anche a causa delle banche che chiudono i rubinetti del credito alle imprese medio-piccole; ad esempio, in altri Paesi che non fanno parte della Comunità Europea, lo Stato sovvenziona generosamente gli agricoltori, riconoscendo loro una funzione che va oltre il mero dato economico e produttivo, ma che interessa anche l'ecologia del territorio e la tenuta del patto sociale. Siamo lontani anni luce dalle politiche comunitarie che guardano soltanto ai bilanci redatti secondo i parametri di "Basilea 2"...
Però un "grazie" a questa lontana, algida Europa dei banchieri lo diciamo ugualmente. Nel taschino interno della giacca, all'altezza del cuore, finalmente oggi il nostro portafoglio più leggero non blocca il fluire di sentimenti sinceri, l'intrecciarsi di evolute relazioni umane, slegate dall'interesse. Ci hanno detto che disponendo di poco, vile denaro siamo tutti più buoni, e noi non possiamo non inchinarci a questa filosofia nuova che sposa pauperismo e grande capitale, conciliando arditamente S. Francesco e Luca di Montezemolo.
Resta solo da verificare se la strabiliante teoria sia applicabile erga omnes, o se chi predica rigore sia il solito privilegiato in auto blu. E' certo che in Italia siamo sempre "poveri ma belli", griffati da capo a piedi ma senza un centesimo in tasca.
Ci private dello sfrenato shopping natalizio, croce e delizia degli anni del boom economico, lo fate per senso etico, vero governatore Mario Draghi? Ma lasciateci almeno due euretti per il panettone.

martedì 8 dicembre 2009

8 Dicembre 2009 - Maxima debetur puero reverentia

Maxima debetur puero reverentia. Così Giovenale, quasi 2000 anni fa.
E' opportuno chiedersi cosa sia rimasto di quel precetto pedagogico, alla luce di cronache recenti che raccontano l'orrore di bambini vittime di violenza. Qualcuno afferma con ragione che una società che non rispetti e sappia proteggere le nuove generazioni, cioè il suo futuro, non ami sè stessa e sia destinata ad estinguersi.
Aspettiamo torni a mostrarsi un Bambino, portatore di speranza nella realizzazione del mondo nuovo. Incarnazione di un messaggio universale ed eterno, patrimonio del credente come dell'agnostico, quando interiormente predisposti secondo quella umanità in cui spirito ed intelletto siano conventio ad unum.
L'età porta ragione e ponderatezza, ma anche rispetto per i simboli e per le manifestazioni di una Fede che da giovani ci è stata spesso spiegata con sufficienza come superstizione irrazionale. Siamo stati allievi di cattivi maestri ma, assicura la saggezza popolare, il tempo è galantuomo.
Di questa evoluzione personale rendo testimonianza ricordando un remoto episodio natalizio che risale alle stagioni di una gioventù irridente anche oltre il consentito. Un giornale satirico allora in auge, il Male, distribuiva equamente vignette velenose tanto ai politici quanto alla Chiesa di Paolo VI. Quell'umorismo urticante avevamo fatto nostro, pure indirizzandolo verso bersagli impropri, incuranti dell'ammonizione a non scherzare coi Santi. Ancora porta i graffi del nostro dileggio un compagno di quei giorni il quale, con sommo sprezzo del pericolo, proprio all'ultimo anno del liceo ebbe l'idea balzana di impersonare S. Giuseppe in un presepe vivente.
L'interpretazione un pò statica e compunta del falegname di Nazareth non gli valse una candidatura per il premio teatrale Pirandello...perchè in seguito il malcapitato, incontrandoci in piazza, si vide salutare non con un "ciao" amichevole, ma col gesto che i nostri vecchi usano verso le immagini sacre: la mano ad imbuto portata alle labbra, a simulare un gesto di devozione.
Ora è tempo di acquietare lo spiritaccio pasquiniano: a Lei Professore, agli Amici di Galatina.it, alle Vostre famiglie, il mio augurio affettuoso di serenità e pace.

domenica 29 novembre 2009

30 Novembre 2009 - Lassù nel Montana

Lassù nel Montana, tra mandrie e cowboy, c’è sempre qualcuno di troppo tra noi“ sibila minaccioso Gringo contro il perfido Black Jack.
Invece il Grande Centro della prateria galatinese offre spazio e visibilità a tutti, indiani nativi e visi pallidi.
Infatti, mentre la tribù delle Ombre Rosse resta in trepida attesa dell’introvabile Grande Squaw Deposta con Sdegno, riappare dalla nebbia Grande Capo Mente Sagace, del popolo degli Scudocrociati Affamati.
Torna dopo lunga e solitaria meditazione, e dona alla sua gente il frutto prezioso di cotanto travaglio intellettuale: “Stanno venendo fuori nuovamente vecchi soggetti che già in passato ci avevano lasciato perplessi. Augh!”.
“Grande Capo non usa lo specchio”, commenta Lingua Velenosa.
Seduti intorno al fuoco sacro, si interrogano i guerrieri più giovani ed ingenui: “Avrà in mente di dissotterrare l’ascia di guerra?”
Si alza con lentezza lo sciamano Felce e Mirtillo, trattiene a stento l’impulso di mandare Mente Sagace nella vasta prateria, a raccogliere sterco di bufalo, poi chiede: “Cosa hai fumato nel calumet in questi mesi, Grande Capo?”.
L’eco di una beffarda risata collettiva risuona nella valle.

Il Galatino anno XLII n° 19 del 27 Novembre 2009

Constatiamo che le norme sul governo locale hanno fallito proprio nel compito per il quale erano state emanate, cioè dare stabilità alle amministrazioni cittadine. E' evidente a tutti che durata ed efficacia di una giunta comunale dipendano troppo spesso dai capricci di un singolo eletto, dagli interessi suoi personali o della sua parte politica, persino dalla vanità esibizionistica di apparire sui giornali. A Galatina ne abbiamo memoria recente.
Al momento, non si ha modo di evitare questo rischio: il consigliere votato perchè alfiere di un programma convincente, che sia di maggioranza o di opposizione, domani potrebbe trovare utile cambiare idea ed atteggiamento, senza sentire il dovere di chiedere scusa e dimettersi. E' quasi naturale che sia così, essendo in lista non perchè scelto da noi ma da una segreteria partitica, in quota a qualche politico più in alto di lui nella corrente, mediante il sistema della cooptazione. L'eletto risponderà al referente, poi al suo gruppo: il cittadino che abbia avuto fiducia in lui verrà per ultimo.
In queste strutture piramidali che sono i partiti tradizionali, vediamo una pallida imitazione di democrazia partecipata, una cosa che sembra ma non è.
Rimedio o male peggiore, le liste civiche: in genere, manifestazioni di volontà di vecchi arnesi della politica, esclusi dal giro ed in cerca di riscatto, circondati da volenterosi idealisti o talvolta molto furbi. Ammettiamo onestamente che questo andazzo non sia regola fissa; l'eccezione virtuosa consistendo in qualcuno che si ribelli al sistema dei partiti e difenda istanze specifiche più vicine al territorio ed alla gente.
Comunque sia, si pone il problema della scelta degli uomini e delle donne che intendano candidarsi. Non potendosi fare a priori dal basso, la si faccia in campagna elettorale.
Concludiamo: mai come in questi giorni che ci separano dal voto, è necessario radiografare i candidati, le loro proposte (corredate del quod et quomodo), il loro eventuale pregresso cursus politico, la coerenza dimostrata nella loro attività. Il nostro dialetto non potrebbe essere più puntuale, bollando gli ondivaghi come "chi allatta da cento mamme": non è ora di mandarli a casa per sempre?
I più coraggiosi potrebbero mostrare pubblicamente di non avere o aver avuto pendenze con la giustizia, e magari ostentare un'analisi tossicologica del capello. L'unica che dimostri inequivocabilmente che chi si candida ad amministrare la cosa pubblica, non ha necessità di aiuti chimici quotidiani per svolgere una qualsiasi attività intellettuale... Prevedibili epidemie di alopecia e calvizie, ma forse siamo troppo cinici.
Più fattibile, invece, la richiesta di un pronunciamento pubblico: non un giuramento, ma almeno una parola d'onore sulla fedeltà al mandato ricevuto.
Per qualcuno vale ancora oggi più di una firma.

lunedì 23 novembre 2009

23 Novembre 2009 - L'arte circense della "Didimobazia"

Scusate il ritardo.
Ero impegnato nel mio hobby preferito, che consiste nel coniugare pranzo e cena per una famiglia di quattro persone, interpretando il ruolo minore di lavoratore precario in cerca di stabilità. Pare che sia passatempo di larga diffusione nell'Italia del 2009 di Papi.
Dice Tremonti che il posto fisso è importante: questa affermazione ha creato invece qualche disoccupato in più, i comici di Zelig.
Però non mi lamento, godo di una discreta salute, nonostante suini liberati a viva forza per permetterne la caccia con costosi e pericolosissimi vaccini. In fondo, vivo in un ambiente sano, se si esclude qualche tonnellata di gomme usate che spuntano come funghi dopo la pioggia, ed una falda acquifera paragonabile alla rete fognaria di Calcutta.
Arriva il Natale, voglio diventare più buono. Basta col pessimismo: taccio, evitando il rischio di trasformarmi in un virtuoso della didimobazia, che sappiamo essere l'arte circense di compiere ardite evoluzioni, in equilibrio precario, sulle altrui gonadi.

sabato 14 novembre 2009

Il Galatino anno XLII n° 18 del 13 Novembre 2009

Halloween ha imperversato anche quest’anno, purtroppo. Ci sarebbe tanto da dire sulla più stupida festa importata (imposta, per essere precisi) dai Paesi anglosassoni, del tutto estranea alle nostre tradizioni culturali e religiose. Si è cercato da più parti di affibbiarle ascendenze nobili, andando a ricercare improbabili origini mediterranee. In realtà è rito silvestre e barbarico, nel senso storico e semantico, pre-cristiano, con risvolti postumi di tipo satanista che sarebbe lungo e tedioso raccontare.
Fatto sta che in questa colonia angloamericana che chiamiamo Italia, la deteriore subcultura proveniente da oltreoceano diventa legge: “lo dice la TV”, la carnevalata novembrina si deve celebrare a tutti i costi, in nome del sacrosanto diritto acquisito di fare casino, abbigliandosi con costumi da streghe e zombi acquistati saccheggiando il borsello di mammà. Quest’anno l’americanata stile galatinese ha seguito il programma previsto: raid e scampanellate notturne con l’immancabile idiota richiesta “Dolcetto o scherzetto”, seguite da lancio di uova su portoni e vetrine di bar e negozi. Una sede di partito è stata vandalizzata, ma non possiamo nobilitare il fatto commentandolo come azione politica. Accanirsi contro un luogo dove persone si incontrano e scambiano idee pacificamente, sia esso un movimento politico o un’associazione culturale, spiega in re ipsa la miseria del gesto e di chi l’ha compiuto. Siamo un gradino più in basso del Sapiens sapiens nella scala evolutiva. Detto questo, è sin troppo facile prevedere l’escalation dell’Halloween 2010. Sarà un coprifuoco tale da consentire una guerra per bande giovanili e conseguenti devastazioni urbane. Il modo per evitare lo scempio ci sarebbe: inibire tout court la celebrazione. Sono cosciente di averVi divertito con questa lieve facezia, perché 1) il modo più efficace per diffondere una qualsiasi scemenza in Italia è proibirla e 2) nel Paese che si è trasformato da culla a tomba del diritto, dal 1968 è vietato vietare.
Un bell’articolo sull’ultimo numero de “il filo di Aracne”, ricorda il valore educativo dell’antica manu ‘mbersa, schiaffo col dorso della mano. Un buffetto morbido, se dosato con grazia. Modo semplice, innocuo, diretto, per far capire al ribelle pargolo che ha bagnato fuori dal vasino.
Dio ne scampi!, al genitore che volesse in tal modo far desistere la prole dal celebrare Halloween et similia barbarica, insegnando che “quello che fanno tutti” non sempre è giusto. Quel padre potrebbe incorrere nelle sanzioni previste dal nostro prudentissimo codice, per eccesso colposo di mezzo correttivo. Per educare, basti l’esempio dei genitori, dice il legislatore.
Compito arduo, per chi si trovasse nella posizione scomoda del tale bloccato in ufficio al momento di ricevere una busta contenente denaro avuto per un incarico, diciamo così, contra legem.
Oppure per quel padre di famiglia famoso, che crude immagini rubate hanno immortalato, invece che nel talamo coniugale, col naso imbiancato di neve in discinta compagnia di amici/amiche transitanti nottetempo tra via Cristoforo Colombo e signorili abitazioni romane.
Risposta a Cosmo Beccarrisi
Pasquino non è quello che voglia esibire una cultura che non possiede, né del resto chi lo legge abitualmente aspetta altro che una “nota emotiva” e (riuscendoci) umoristica propria di quella statua romana, naturalizzata galatinese.
Riguardo la festa di Halloween, la pasquinata liberamente espressa ed altrettanto censurabile affermava che noi Italiani, esterofili inguaribili ed acritici, ci impossessiamo di usi e tradizioni straniere di cui poco o nulla sappiamo, e che non fanno parte della nostra cultura.
Chi scrive ha parenti in America, nella Los Angeles multietnica ma anche nel freddo nord WASP (bianco, anglosassone, protestante); vi ha soggiornato, conosce la “vera” Halloween, celebrazione antica risalente ai Celti (quindi pre-cristiana e “barbarica” nel senso etimologico), quando bambini in maschera, rigorosamente accompagnati dai genitori, per poche ore bussano alle porte accolti nella maniera solita, con dolciumi. Ha questa festa di allegria macabra qualcosa da spartire con le intemperanze dei giovani che il 31 ottobre impazzano tutta notte per le strade italiane, ignoranti di quella tradizione esotica? Ha niente a che vedere con i casi di messe nere associati alla celebrazione (cronaca documentata)? Questo soltanto chiedeva Pasquino, alla sua maniera.
Halloween ci è estranea perché importata di recente e, more solito, “corrotta” secondo nostra usanza. Aggiungo, se è concessa un’osservazione personale, che il nostro Paese vive, è vero, in un contesto occidentale multiculturale: avendo però annullato quasi del tutto la propria identità tradizionale, sacrificata a quella anglosassone imperante dal 1945 e da noi malamente assimilata come cultura “vincente”, quindi a torto ritenuta superiore. Se questo sia un bene, è giudizio che lascio ai Lettori. Con albagia british, a Londra e Washington direbbero che noi siamo neither fish nor flesh. Abbiamo sommato il peggio di ogni cultura, ma è questione che porterebbe lontanissimo. Potremmo affrontarla, se piacesse.
Erano barbari i Celti, per i Greci e poi anche per i Romani: barbari, cioè letteralmente “coloro che balbettano”. Al confronto con le eufoniche lingue nobili, parendo quelle dei popoli sottomessi indecifrabili sequenze di fonemi gutturali, incapaci di capolavori degni dell’Odissea o trattati filosofici paragonabili al De natura deorum.
Che fosse popolo a suo modo sviluppato, è fuor di dubbio: nelle arti, nel commercio, in una moderatamente evoluta organizzazione della società, nella religione. Non è un caso che gli ideologi della Lega Nord abbiano attinto a piene mani a quella cultura, contrapponendola alla “romanocentrica” latinitas, per nobilitare un movimento politico le cui espressioni più veraci oltrepassano abitualmente il confine tra spontaneità e volgarità. Resta comunque scolpito, nell’immaginario collettivo, il sorriso ebete del ragionier Brambilla con l’elmo cornuto in testa, nella spianata di Pontida. O quanta species
Sappiamo che nella religione celtica rivestiva grande importanza il culto dei morti; anche dalla loro festa del Samhuin (fine dell’estate) in cui li veneravano, discende alla lontana Halloween. Ma non è ancora dimostrato che quello per i Lari ed i Penati, numi tutelari del focolare domestico dei Romani (nostri padri, si dice), fosse un culto minore. Anzi.
Ancora: il compianto professor Luigi Vantaggiato, ai miei tempi illustre quanto austero insegnante di storia dell’arte al “Pietro Colonna”, non ricordo abbia mai accennato a reminiscenze celtiche nell’architettura sacra romanica. Devo aver perso quella remota lezione o mi sarò distratto sbirciando una compagna carina: entrambe le ipotesi sono verosimili, la seconda più probabile.
Concludo. È un mio limite intellettuale, lo riconosco onestamente: rifiuto il moderno italico costume di abdicare alla nostra cultura ed alle nostre tradizioni in favore di anglofile rimasticazioni pappagallesche; combatto una resistenza autarchica contro il falso mito che il sapere che ci viene inculcato d’oltreManica e d’oltreoceano costituisca il non plus ultra della civiltà. Così fosse, non si vede il motivo di esportare queste splendide democrazie manu militari.
Mi sento idealmente più vicino al saggio Claudio imperatore che alla sua contemporanea Cartimandua regina dei Celti e, de leviora, il salentino sciacuddhri mi diverte più di elfi e fatine.
Il mio “dolcetto” non saranno gli orridi marshmellows ma saporitissime cartellate; lo “scherzetto” che Vi faccio è dar voce a questo insolito, serioso Pasquino, vestito impropriamente da saputello pedante. Ve ne chiedo scusa.

P.S. La dicitura esatta è “Trick or treat”: per amor di precisione

venerdì 13 novembre 2009

14 Novembre 2009 - 'O presepe

Gentile Professore,
ho perso il conto dei gruppi e movimenti galatinesi sorti in questi ultimi tempi. È un crescendo rossiniano, un’apoteosi della frammentazione partitica come mai si era vista prima. Più d’uno celebrerà comodamente riunioni e congressi in una cabina telefonica, magari trovando il modo di respingere mozioni e formare nuove “correnti”, non trovandosi d’accordo con sé stesso. Non stiamo più occupandoci di politica, siamo nel vasto mare periglioso degli sdoppiamenti della personalità. Materia estranea ad Ernesto Galli della Loggia, ma Vittorino Andreoli potrebbe autorevolmente dire la sua.
Intanto incombono le feste. Abbiamo ancora sulla pelle i segni dell’abbronzatura estiva, e già recuperiamo da cantine e ripostigli gli addobbi natalizi. Tre scuole di pensiero in materia: i tradizionalisti cultori del presepe (Pasquino tra questi, of course), i fautori dell’albero, e quelli che trovano spazio in casa e tempo per entrambi, ad abundantiam.
Sovviene l’indimenticabile Eduardo di “Natale in casa Cupiello”, nella scena in cui un padre mostra orgogliosamente al figlio bamboccione il frutto di giorni e giorni di lavoro con carta stellata e grotte di sughero: un ricco presepe con le statuine di cartapesta.
“Te piace ‘o presepe?” chiede speranzoso papà Eduardo. Guardando il presepe politico galatinese, stavolta siamo d’accordo col figlio: “No, nun me piace!”. Anzi, questi pupi ci fanno paura.

sabato 7 novembre 2009

7 Novembre 2009 - Nuovo Segretario al PD

L’elezione del nuovo Segretario, dopo una campagna elettorale dall’esito incerto fino alle ultime battute (così ci hanno detto…), infonde forza ed entusiasmo agli iscritti ed ai simpatizzanti. Pare di aver trovato finalmente la guida giusta per il Partito: l’uomo è un tecnico pragmatico, figlio di quella terra emiliana abituata alla concretezza. A suo agio con la gente ma pure con industriali e banchieri, anche meglio con questi ultimi.
Con la consueta pacatezza dei toni, agli Italiani spiegherà perché sbagliano nel tributare ancora consenso al vecchietto viagratico. Le sue interviste alla stampa amica, riprese tel quel dai giornali stranieri, saranno ripubblicate in Italia con l’imprimatur ufficiale dei media esteri in un gioco di sponda ormai ben conosciuto: “Vedete cosa dicono di noi in Inghilterra ed in Francia?”.
Non è bastato l’accanimento di certa magistratura, né scandaletti rosa, né il lavoro ai fianchi di alcuni alleati riottosi: il “feroce dittatore” è ancora lì a Palazzo.
Occorrono, a questo punto, mezzi più efficaci, ed il Botteghino di via Nazionale col suo Segretario nuovo di zecca si sono attrezzati egregiamente. Si è già insediato un autorevole comitato di esperti, un think tank di intelligenze superiori degno della Stanza ovale alla Casa Bianca.
E l’arma definitiva è pronta: un sortilegio voodoo o una macumba brasiliana scalzeranno il Ducetto di Arcore da Palazzo Chigi.
Grande tripudio al PD, la vittoria è assicurata.

domenica 1 novembre 2009

Il Galatino anno XLII n° 17 del 30 Ottobre 2009

La fortuna di noi Galatinesi, inconsapevoli di tanta grazia, è di vivere in un cantone svizzero, solo un poco più a meridione. Potremmo chiamarlo Cantone Salento Centrale.
Vi chiedete il perchè di questa teoria balzana? Presto detto. Mancano le montagne innevate, è vero; non abbiamo banche opulente che ripuliscono capitali maleodoranti, su questo siamo d’accordo; la cioccolata non la produciamo se non in piccoli preziosi laboratori artigianali, giusta anche quest’ultima constatazione; ma, Amici cari, la precisione elvetica, direi quasi maniacale, con cui secolari questioni galatinesi si ripresentano ad ogni inizio stagione, ci illude di vivere a due passi dalla Bahnhofstrasse di Zurigo.
Senza fare sterile ironia e per mostrare qualche esempio: chi passa tutti i giorni per il campus scolastico (via vecchia Noha – via don Tonino Bello – via Sogliano) ritrova con puntuale inefficienza gli stessi problemi irrisolti, allagamenti nei pressi dell’incrocio ed in via Sogliano, semafori lampeggianti (e quindi inutili, se non dannosi) nelle ore di punta, traffico caotico. Gli abitanti del rione Italia vantano (si fa per dire…) strade degne della bombardata Napoli post-bellica raccontata da Curzio Malaparte. Ogni sia pur minima precipitazione piovosa trasforma via Gallipoli in un torrente alpino navigabile con canoe da rafting. La provinciale per Lecce, che doveva essere sistemata ad horas dopo l’elezione del Presidente Gabellone, è ancora un percorso ad ostacoli. L’inciviltà impunita di alcuni (galatinesi o forestieri?) dissemina la nostra Città di rifiuti anche pericolosi, come testimoniano proteste documentate. Il solito grillo parlante segnala da tempo la mancanza di infissi a norma in certe scuole e la minaccia alla pubblica incolumità causata dall’incuria di un paio di edifici centralissimi. Sono certo di dimenticare altri, e non minori, motivi di disagio per noi Galatinesi, accantonati solo per la vacatio amministrativa.
Riassumo le puntate precedenti: passano gli anni e le Amministrazioni, passano Tarante e manifestazioni culturali le più varie, noi si continua a combattere l’emergenza.
Poi apre il cuore prendere atto che la società civile sopperisce alle carenze della politica, con le iniziative portate avanti da persone sensibili all’ambiente ed alla cultura. Salutiamo con entusiasmo l’Associazione Città Nostra, ultima arrivata ma non per importanza. Sarà, insieme ad altre proposte concrete che vengono dal basso, un interlocutore utilissimo per chi governerà Galatina.
Di contro, stante una situazione locale che dovrà essere affrontata con un progetto di ampio respiro dopo la parentesi del commissariato, qual’è l’offerta politica che ci si prospetta?
Al momento, si assiste ad un valzer lento di ballerini sfiatati che cambiano partner e vestito solo per sembrare più agili e brillanti. Ma le stesse vecchie facce imbellettate che si presentano in pedana con smoking impeccabile ed abito lungo, non pensino di ingannare un pubblico sempre più critico ed esigente. Chi ha voluto apparire elegante in passato, oggi non si renda ridicolo.

giovedì 29 ottobre 2009

29 Ottobre 2009 - Assessore alla Felicità

La confusione regna sovrana qui nell’ombelico del Salento. Conciliaboli bipartisan, chiacchiericcio indistinto generatore di alleanze e candidature dalla durata quantificabile in nanosecondi. Misura temporale che agevolmente circoscrive nascita e vita di alcune formazioni politiche locali, la cui consistenza numerica ne fa materia di studio al CERN di Ginevra, nei laboratori che si occupano di particelle subatomiche.
Caos cosmico (e comico) susseguente al big bang del 12 agosto.
In tanto smarrimento, abbiamo una sola certezza: l’assessorato per il caro Piero dalla ispida chioma grigia. Il Nostro si prepara coscienziosamente all’alto impegno istituzionale: un hair stylist sta domando la capigliatura ribelle con quantità industriali di gel, maestri d’ago cuciono un gessato blu ministeriale, il più adatto ad una figura politica di tale peso. Educato alla scuola degli assessori galatinesi, l’Amico adotti un atteggiamento tronfio e cogitabondo, ma anche piacionico verso il codazzo di amici e clientes, quando attraversando la “villa” si rechi al solito bar per il rito mattutino del caffè. A tutti dispensi generoso una promessa, un inutile consiglio, un sorriso vacuo. Furbo esercizio di public relations, aria fritta: ma in politica è mercanzia indispensabile, a queste latitudini.
Scelga liberamente il poeta campesino dove liberare il suo genio poliedrico: adelante, Pedro, con juicio! Slanci il suo afflato nella burocratica aridità degli uffici comunali, elaborando in sonetti stilnovisti delibere e ordinanze.
Dunque per D’Errico ragionier Piero, poeta eclettico, una delega quale che sia.
Con l’esclusione dell’Assessorato “alla Felicità”, dove per acclamazione sia riconfermato il titolare uscente, il migliore della passata coalizione.

mercoledì 21 ottobre 2009

20 Ottobre 2009 - Fammi Santo, Signore

Leggo con interesse gli interventi sulla ricerca di Dio e ne traggo motivi di riflessione, accostandomi con timore agli argomenti religiosi, consapevole delle mie conoscenze limitate. Mi risulta difficile trasmettere compiutamente elaborazioni mentali che evolvono in continuazione con l’età e con l’apprendimento da profano, frammentato e disorganico, e che attengono alla sfera personale dell’esperienza del sacro; la paura è quella di stampare solenni sciocchezze, sorta di intrattenimento leggero anche per un teologo mediocre. Ma ripeto, il mio è l’orizzonte basso di un sapere scolastico e talvolta velleitario.
Potrei definirmi un modesto apprendista, che cerca di avvicinarsi al “divino” oscillando tra quelli che immaginano un motore immobile aristotelico, indifferente alla vicenda umana, e quelli che vedono nei piccoli e grandi miracoli quotidiani la presenza pervasiva della Causa Prima, i segni tangibili della Provvidenza. Tra chi ha il dono della Fede e chi deve toccare con mano per credere.
C’è una diffusa voglia di trascendenza. In molti nasce dal disgusto per gli eccessi della nostra vita forzata al consumo di cose ed esperienze anche estreme. Naturalmente è facile accorgersi che lo spirito chiede risposte che la materia non può dare, ed ecco allora il bisogno del Dio che nutre di un puro cibo ultramondano. Il Dio cristiano, nel nostro caso, che ci affida la libertà suprema di scelta tra il bene e il male. Siamo parte attiva di questo eterno conflitto tra le tenebre e la Luce, ed una scelta sbagliata non è strada a senso unico, non impedisce pentimento e perdono. Deus non deserit si non deseratur, Dio non abbandona se non è abbandonato, afferma S. Agostino.
Divagando, mi piace ricordare la sgangherata banda di gaudenti peccatori di gola di cui il sottoscritto è componente non secondario: un manipolo che al segnale convenuto “Tempo dello spirito”, maschera alle mogli ignare, sotto una parvenza di pia devozione, il saccheggio di bottiglie di spiriti e grappe. Parliamo di innocente goliardia, comunque. Si perdoni questo tragitto improprio, iniziato dalla ricerca di trascendenza ed approdato (letteralmente) alle galatinesi vigne de l’Arciprete.
Commuovono invece alcuni emuli contemporanei di Chiara e Francesco, quando il loro percorso sia sincero e non dettato da strategie di marketing studiate a tavolino. Il volo pindarico dai film di Tinto Brass al cilicio mi lascia in bocca un retrogusto sintetico, in tutta sincerità: ma potrei sbagliarmi.
Nel dubbio, conforta l’esempio di tolleranza del Maestro che accoglie a sé la peccatrice, con un gesto salvifico e purificatore. Quella è la strada, e non certamente l’ergersi a puritani giudici di costumi altrui, dai comodi divani di AnnoZero.
Quindi io prego con fervore e mi affido all’Altissimo, che mi conduca all’Ultima Salute.
Però confesso: sguardo e fantasia indugiano compiaciuti anche sulla curvacea sorella in Cristo, peccatrice redenta, Claudia Koll: perché Agostino ha ragione pure quando implora “Fammi santo, Signore… ma non subito”.

domenica 18 ottobre 2009

Il Galatino anno XLII n° 16 del 16 Ottobre 2009

Plus valet quod agitur, quam quod simulate concipitur: conta più l’azione che si compie, della cosa che si finge di volere.”
Sono crollati i muri: democrazia vuole che ogni partito abbia contatti e scambi di vedute con tutti gli altri, senza steccati ideologici, al di là delle categorie obsolete di destra e sinistra. Appare ancora più plausibile ed onesta, intellettualmente e politicamente, la ricerca di un minimo comun denominatore: il bene della Città.
Ma quel che accade in questi giorni a Galatina supera ogni immaginazione. Tutti incontrano tutti, nella promiscuità dei tantissimi tavoli pre-elettorali. Alcuni di questi assumono l’aspetto di quei self-service dove ci si riempie il piatto a piacimento prima di allontanarsi per altri deschi più attraenti. Persino quei movimenti che fanno della questione morale il proprio vessillo, stanno associando girovaghi della politica: pare che il nomadismo sia “virtù” unanimemente apprezzata in questa parte del Salento, analogamente che altrove. Purtroppo rileviamo che molti strani personaggi continuano ad essere imposti dall’alto, dalle segreterie partitiche, prevaricando i referenti locali.
La cronaca: avanzano lentamente nella nebbia le sparse truppe del centrodestra, ancora prive della coesione minima e del progetto che consentirebbero di vincere a mani basse; tace il fortino del centrosinistra, forse per riparare la gioiosa macchina da guerra che ha consentito la vittoria del 2006; la sinistra fa autocritica e guarda avanti, per ora in orgogliosa solitudine. Al centro si sta invece formando un’alleanza piuttosto eterogenea ma ben coordinata sin dalle prime mosse, ed è la notizia del momento. Giunge voce infine di una costituenda lista civica di ex esponenti del centrodestra, di cui non sappiamo dire che direzione prenderà.
E’ superfluo affermare che gli elettori guarderanno alla coerenza delle persone, alla linearità del loro cursus, ai programmi e solo per ultimo a simbolo e coalizione.
Dopo tanto vaniloquio, onestà e concretezza sono le chiavi per riaprire il portone di Palazzo Orsini e, cosa ancora più difficile, per riconquistare la fiducia dei Galatinesi.

martedì 13 ottobre 2009

13 Ottobre 2009 - Totò cerca casa

Totò cerca casa.
Ma anche Antonio, Giuseppe, Luigi, Tommaso & Co. non hanno fissa dimora: l’inverno incombe e non è salutare dormire sotto i ponti fino al 28 marzo.
Impraticabile ai giorni nostri l’originale soluzione adottata nel film dal grande attore, il trasloco in una di quelle case conosciute con un termine che, latu sensu, nel lessico comune indica gran confusione. Qualche nostalgico ne propone la riapertura, per motivi sanitari e di ordine pubblico. Misura superflua, a parere di chi scrive: l’Italia intera può serenamente appellarsi con l’abusato predicativo, a partire da alcune residenze ufficiali romane.
Che fare allora? Chiedere ospitalità da parenti, trovare una stanza in affitto, trasferirsi in multiproprietà? In ogni caso, bisogna preventivare qualche problema di coabitazione. Ubi commoda ibi incommoda.
I padroni di casa non rendono la vita facile ai nuovi venuti, spesso considerati ospiti invadenti e tutt’altro che graditi. Qualcuno s’è già sentito consigliare brutalmente di svernare dove ha trascorso la bella stagione. D’altronde Galatina è città accogliente, senza eccessi però; in Corso Garibaldi, sull’arco di una porta secondaria d’un bellissimo palazzo nobiliare, noterete un’incisione che ammonisce: “Non si gode asilo”.
Triste la vita dell’esule, come racconta padre Dante: “Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale”.
Sono giorni in cui anche un pacchetto di consensi, comunque accumulato, non dà certezze di apparentamento. E’ argent de poche, patrimonio volatile soggetto a fluttuazioni repentine.
Mala tempora currunt.

mercoledì 7 ottobre 2009

7 Ottobre 2009 - Il dolore

Gentile Professore,
da alcuni giorni una coppia di mezza età raggiunge mestamente il cimitero al mattino e ne esce quando la sirena delle 12 preannuncia la chiusura. Due genitori completamente estraniati dal mondo e chiusi nel dolore passano la giornata accarezzando la lapide di un ragazzino di 17 anni.
L’altro giorno un’altra coppia di coetanei e genitori era lì insieme a loro: i due padri piangevano a dirotto l’uno sulle spalle dell’altro, senza parlare.
Uno dei due uomini era la “penna” che dà voce a Pasquino Galatino.

Forse si deve, per primo chi scrive queste considerazioni, tornare a riflettere sulla miseria delle cose umane. Che siano il vero o presunto desiderio di “visibilità” attribuito da una gentile Signora a questa statua, oppure i siti e blog e giornali sui quali tentiamo di creare una polifonia di voci che reputo benefica per la democrazia di questa Città.

Professore carissimo, sono certo che la simpatia (in senso etimologico) che avverte per me e che ricambio, è parte di quella umanità che non vogliamo sacrificare alle cose spesso meschine di cui abbiamo scelto di occuparci. Non so ancora per quanto, per parte mia.

Cordialmente,

Pasquino Galatino

martedì 29 settembre 2009

29 Settembre 2009 - Il Padulo II°

Quattro righe di facezie ornitologiche assurgono a trattato meritevole di dotta esegesi, confortata da citazioni e rimandi bibliografici: dopo questo studio esaustivo, la semantica pasquiniana non ha più segreti. Esultanza nel mondo accademico, tra i Nobel per la letteratura.
A questo punto è lecito aspettarsi, per i tipi della Bompiani, l’edizione dell’ Opera omnia Pasquini Galatini sive Summa epistularum cum professore, in tre tomi riccamente decorati, con prefazione di Umberto Eco.
Ma resta avvolta nel mistero la specie criptozoologica conosciuta sotto il nome di uccello padulo, quantunque certuni affermino di conoscerne habitat e tratti biometrici. Perciò immagini il lettore quali acrobazie lessicali abbia dovuto compiere un imbarazzato Pasquino per descrivere ad una curiosa ed ingenua interlocutrice il mitologico volatile riccamente piumato; non potendo, a precisa domanda, esimersi da una escursione volutamente molto evasiva sulle abitudini copulatorie del rapace.
Unico dato incontrovertibile: l’esemplare avvistato in lontananza, appostato in ermo colle, è di sesso femminile. Lo si evince dalla guardinga ed, a volte, aggressiva difesa del nido, provvisto di ricca covata. Con la schiusa delle uova, prevista per il 28 marzo 2010, vedranno la luce dai 4 ai 6 piccoli di Padulus Democraticus, una sottospecie particolarmente vorace, dal vistoso piumaggio rosso.
Doverosamente si ricorda ai nostri amici cacciatori che quest’ultima è specie protetta.
Pasquino Galatino

domenica 27 settembre 2009

Il Galatino anno XLII n° 15 del 25 Settembre 2009

Seguaci moderni del vecchio Diogene col suo lanternino, cerchiamo l’Uomo o la Donna destinati ad amministrare la nostra amata Galatina: arduo compito. Il problema non è individuare un esponente politico quale che sia, ma coagulare il più ampio consenso su una persona che goda della fiducia della gente e che da questa provenga. Parliamo di qualcuno che non sia emanazione delle segreterie politiche, men che meno delle sedi provinciali e regionali di partito: ma di un uomo (o una donna) che sia espressione della società civile, definizione abusata ma qui del tutto pertinente. Intorno a questa persona, come un abito su misura, si dovranno cucire uno staff leggero ed efficiente ed un programma di pochi punti condivisi: non megalomani progetti nati per foraggiare le solite camarille, ma cose minime, di assoluto buon senso, all’inizio del mandato, per programmare in seguito gli interventi di un certo rilievo di cui abbiamo già detto. Per rendere l’idea: l’identikit di un bravo padre di famiglia che amministri lo stipendio consigliandosi con la moglie, e che sappia coniugare onestamente pranzo e cena per sé ed i suoi, senza grilli per la testa. Che sappia risparmiare per poter investire su progetti duraturi. Primum vivere deinde philosophari, ripetiamo con Aristotele: per i voli pindarici si attendano tempi migliori. Perché immagino che questo nostro futuro Primo Cittadino, soltanto ad una superficiale ricognizione della situazione economica ereditata, avrà da mettersi le mani nei capelli… Per nostra fortuna, questi mesi di commissariamento e relativa ordinaria amministrazione, non potranno che prescrivere una dieta dimagrante per quel grande obeso che è diventato il fabbisogno dell’Amministrazione comunale negli ultimi anni. Nessuna novità di qualche rilievo perviene a queste orecchie pettegole circa i nomi dei candidati dei due schieramenti maggiori, ma per dovere di cronaca riportiamo i boatos che circolano in queste ultime ore. La fantapolitica cittadina, che è puro e semplice gossip elevato ad arte speculativa, racconta di un alto dirigente comunale prossimo alla pensione che sarebbe in pectore candidato Sindaco del PDL, deus ex machina di una coalizione che al momento è solo una convivenza tra promessi sposi litigarelli; invece la maggioranza uscente ripresenterebbe la minestra già scodellata per tre anni. Dubito che qualsiasi aggiunta di spezie ed aromi nuovi potrebbe renderla più appetibile per l’elettorato. Ma l’informatore potrebbe anche avermi riferito la classica bufala. Unico movimento nel panorama politico galatinese, l’UDC avrebbe un candidato di prestigio da proporre. Alludendo maliziosamente all’iniziale del cognome ed alla sua professione, potremmo dire che il partito di Pierferdinando Casini ha trovato il suo punto G. Per questa greve battutaccia da caserma chiediamo venia all’interessato, persona di spirito ed intelligenza, ed a Voi Lettori.
Pasquino Galatino

sabato 26 settembre 2009

23 Settembre 2009 - Il Padulo I°

S’è riaperta la stagione venatoria. Tra boschi e paludi odi sonar bracchetti, e cacciatori aizzare: appena lubrificati, splendono Franchi e Beretta automatici.
Lontana dal fragore della caccia, dall’alto della Chiesa Madre la nostra amata civetta liscia le penne e lucida corona e chiavi; per ora nessuno può infastidirla. Risuona il suo simpatico verso tra San Sebastiano, la Piazza e via Soleto: “Tuttu miu, tuttu miu!”.
Uccellacci e uccellini si sono rifugiati al nido, per il momento, spaventati dalla doppietta armata dalla Prefettura. Li vedremo svolazzare garruli a primavera, ma correttamente a nessuno venga in mente di assimilarli agli avvoltoi…non vediamo più in giro carogne da spolpare.
Sola in lontananza, lì a sinistra, osserva la scena e si prepara al gran ritorno una rara avis: non è la mitica fenice che risorgeva dalle sue ceneri, sebbene qualcuno potrebbe pensarlo.
Semmai si indovina la sagoma di un aerodinamico rapace, il nostrano uccello padulo. Dal cui ficcante, basso volo, è noto, conviene cautelarsi.

17 Settembre 2009 - Il momento è catartico

Tutto pronto per il congresso che eleggerà il nuovo segretario. Si danno gli ultimi ritocchi alle mozioni, concordando linea e contenuti programmatici con i capi-corrente alleati.
Dio è morto e Marx non si sente troppo bene: Cencelli invece gode di ottima salute. Già decisi i nomi dei fedelissimi da piazzare in Coop ed Unipol, Acli ed Onlus, Sindacati ed Enti locali.
Afferma Franceschini, applauditissimo, che comunque vada il vincitore avrà l’appoggio della minoranza di partito. Traduco in italiano corrente: se perdo, caro Bersani, mi spettano nomine e poltrone: non vorrai correre il rischio di una scissione della componente cattolica?
Un gradino più su degli altri, i due strateghi Max & Walter, veri padroni del gioco, osservano di nascosto e dispongono le pedine.
Il momento è catartico, recita il poeta di Zelig.
Con eccessiva premura, alcuni militanti corrono dal medico: “Dottore, ho un po’ di catarsi in gola: mi dia uno sciroppo fluidificante, un aerosol…”.

9 Settembre 2009 - Il bugiardino

Leggo attentamente, con curiosità profana, le istruzioni contenute nella confezione delle pillole che assumo due volte al giorno. Il bugiardino, che non è “un Premier basso e mendace” secondo Travaglio, mi avverte che dovrei sospendere la cura qualora fossi in stato di gravidanza ed allattamento. Avendo verificato diligentemente di non avere le nausee, né avvertendo i sintomi della montata lattea, proseguo con la lettura: mi annichilisce un fantasmagorico florilegio di termini chimici-farmacologici, spazianti dalla “a” di acido acetilsalicilico alla “z” di zinco passando per il temibile piramidone. Il cui solo nome fa sperare di non doverne sperimentare l’uso che per os.
Cerco di desumere, dalla mole di informazioni scritte in caratteri microscopici, disposizioni di cura e posologia intelligibili ad umani normodotati; leggo infine di poter assumere il farmaco finché non mi si presentino disturbi (segue minuzioso elenco) tali da doverlo sospendere. Si converrà che il compianto monsieur De La Palisse non avrebbe osato tanto.
Ora, gentile Professore, avanzo sommessamente suggerimenti che potrebbero tornarci utili in seguito, diciamo magari da qui al 28 marzo 2010, data probabile di elezioni regionali e comunali: se dotassimo i candidati di apposito bugiardino elettorale includente dosi, scadenza e controindicazioni? E se addirittura decidessimo di farne dosaggio omeopatico?
Con viva cordialità,
Pasquino Galatino

5 Settembre 2009 - Il "Latinorum"

Gentilissimo Professore, cari Amici,
avremmo tanti argomenti di cui conversare, in primis della nascita del nuovo movimento politico delle discariche, neonata coalizione che abbraccia tutto l’arco costituzionale. E che, in uno slancio di fantapolitica, include anche un partito non nuovo alle cronache, avente per simbolo una corona: ma non rappresenta nostalgici della monarchia. Terreno impervio, che lascio volentieri a qualche avventuroso delle esplorazioni audaci. Sono vecchio e cagionevole.
Invece oggi affrontiamo il tema lieve del latinorum. Spesso questo anziano tabagista si imbatte nei contributi, sempre piacevoli alla lettura, dei fedeli di Galatina.it, e più volte capita di leggere erronee citazioni nella lingua di Cesare. Proprio ieri, horribile visu, qualcuno scrive “res pubblica” con due “b”…ed ancora ieri un amico su FaceBook definisce la “historia” come “magister vitae”, facendole cambiare genere. Ora, cari ragazzi, PG non ama indossare i panni della maestrina dalla penna rossa, mancandogli attitudini didattiche e pedagogia, ma amore di vecchio liceale impone un rimprovero paterno. I fiori coltivati da Virgilio e Catullo, vanno colti con parsimonia e rispetto; in quel giardino si entra indossando idealmente la toga virilis, non bermuda e sneakers, abbigliamento adatto ad un Ufficio Protocollo del Comune.
Altrimenti si rischia l’associazione ope legis a quell’orda vandalica composta da mia suocera e comari, inconsapevoli distruttrici del solenne, terribile testo del Dies Irae di Tommaso da Celano (Dies irae, dies illa - solvet saeclum in favilla…). Che nelle loro orazioni si trasforma nella filastrocca futurista che non sarebbe dispiaciuta a Filippo Tommaso Marinetti: “Diusilla diusilla …. Suonerà la trimbitromba, ogne mortu se rabbomba”.
Sicchè questo tardo traduttore arriva persino a comprendere il Diusilla …ma se qualche animo gentile riuscisse a spiegare scientificamente quella trimbitromba, o il significato del rabbombare compiuto da “ogni defunto”, avrebbe in premio un trendyssimo bermuda di Volta & Gabbana: parola di Pasquino Galatino.

26 Agosto 2009 - Discariche abusive

Gentilissimo Professore, cari Amici
voglio portare alla Vostra attenzione un fenomeno che si sta verificando nell’intero Salento, indistintamente, tanto nei centri urbani quanto nelle campagne e nei luoghi turistici, anche sui litorali.
Parlo del proliferare di scarichi abusivi di materiali di scarto: dalle gomme d’auto, alle carcasse di elettromestici, mobili e materassi, fino ai detriti di risulta da scavi e demolizioni edilizie (incluso il pericoloso amianto). È un fenomeno strano nei tempi e nelle dimensioni, perché si sono sempre osservati piccoli depositi di scarti nei dintorni dei paesi e nelle campagne, ma negli ultimi tempi il malvezzo ha assunto proporzioni inusuali anche per le nostre zone. Dettagliate documentazioni fotografiche di quanto sta avvenendo sono pubblicate sulle pagine Facebook di alcuni amici. Posso assicurare che non si tratta di episodi isolati: per diffusione e contemporaneità dei fatti non si può non pensare ad un disegno ben preciso e motivato.
Alcuni amici meno ingenui di me avanzano un’ipotesi terribile: qualcuno starebbe creando ad arte un’emergenza per poter lucrare in futuro su bonifica e smaltimento, riproposizione in sedicesimo dei fatti di Campania.
Ricorderà anche Lei che tanti anni fa l’allora giovane pretore di Otranto Alberto Maritati condusse un’inchiesta approfondita sull’affondamento nel Canale della nave “Cavtat”, che trasportava fusti di materiale altamente inquinante, e ne organizzò poi il recupero. È certo che si deve alla solerzia di quel pretore la salute del nostro mare e di tante persone.
In attesa che qualche locale magistrato ficcanaso ne emuli le gesta per l’inquinamento in atto, è il caso che l’opinione pubblica salentina prenda coscienza di quanto avviene in questi giorni fuori dalla porta di casa, sotto gli occhi di tutti.
Gradisca saluti cordiali.
Pasquino Galatino

15 Agosto 2009 - Galateo istituzionale

Professore carissimo,
siamo ad alcuni giorni dalle dimissioni contestuali degli Undici, e deposizione conseguente del Sindaco. Epilogo già previsto mesi fa da alcuni osservatori, ultimo dei quali lo scrivente. Non occorrevano particolari doti divinatorie, né dottorato magna cum laude in Scienze Politiche, per immaginare lo scenario poi realizzatosi; perciò non è di questo che vogliamo interessarci.
Sorvoliamo pure sulla singolarità (rispettoso eufemismo) di una questione affrontata al di fuori della sua sede naturale, il Consiglio Comunale, e nonostante l’assenza (o forse proprio per questo) di due consiglieri: fatto concernente le baruffe chiozzotte tra comarelle dell’opposizione.
Insomma, conclusione di una vicenda politica che è degno digestivo per quel famoso pranzo in casa della suocera di pasquiniana memoria.
Apprezzo invece, nel senso proprio dello studio di human behavior, le circostanze ed il modo attraverso i quali si è pervenuti allo scioglimento. Ed a questo scopo riconosco, gentile Professore, che il suo videoservizio equivale ad un trattato di antropologia.
Ironico il primo piano ravvicinato dei bermuda di uno dei consiglieri, simbolico habitus interiore più che esteriore della sciatteria con la quale si è affrontata la gestione della cosa pubblica, non importa se dai banchi dell’opposizione o della maggioranza.
Quanto mai esplicative le espressioni di sussiego o di sufficienza nei Suoi confronti da parte di alcuni, il riso sguaiato di altri: e se da un lato è rimarchevole la Sua buona educazione nell’approcciare questi Signori, dall’altro mi piace ricordare che in quel momento Lei era sì il cronista di un avvenimento non secondario, ma anche e soprattutto uno dei 30.000 cittadini ed elettori. Ai quali è dovuta ogni spiegazione sulle proprie decisioni politiche.
Sarà opportuno che tra alcuni mesi, al momento della prossima campagna elettorale, Lei riproponga questo ed altri videoservizi. Servirà a noi elettori per misurare la distanza tra le cose promesse e quelle portate a termine, tra gli stucchevoli minuetti pre-elettorali e la cafonaggine di fine legislatura.
Perché, carissimi Professore ed Amici, non si pretende l’eleganza istituzionale di un Einaudi, ma una pur superficiale conoscenza del dettato di Monsignor della Casa.
E siccome parliamo di eleganza, non mi stupirei se qualcuno dei Nostri Cari pensasse al “completo” di Volta & Gabbana, la griffe più indossata a Palazzo Orsini.
Cordialmente Vostro,
Pasquino Galatino

13 Agosto 2009 - Gli ultimi

Gentilissimo Professore,
siamo al culmine della stagione estiva. La maggior parte di noi, incluso chi scrive, ha bisogno di rilassare corpo e mente, dopo un anno di lavoro. È giusto e umano.
Ma Pasquino Galatino non sarebbe il Bastian contrario che abbiamo imparato a conoscere, se non provasse a percorrere, anche a Ferragosto, strade poco frequentate; se non trovasse inusuali ed anche spiacevoli motivi di riflessione.
Perciò il nostro si sobbarca volentieri un compito che, per dovere istituzionale, spetterebbe ad altri presi al momento da incombenze importanti, il cui nome suona “giunta tecnica”, “a tempo”, “a cinque”. Incombenze importanti, certamente; serie, forse.
Il gradito compito è ricordare gli ultimi: gli anziani soli, i disoccupati, i cassintegrati, e tutta quella umanità secondaria che rimuoviamo mentalmente per non contaminare con una malinconia inopportuna la nostra splendida movida salentina. Merce politica che una volta era appannaggio di certa sinistra ideologica, e che ora non interessa nessuno, tranne la destra cosiddetta sociale. A tutti gli ultimi il mio abbraccio e la mia solidarietà.
Buon Ferragosto a quelli che sono a Sharm o Malindi, ed a quelli che ci terranno compagnia qui in Galatina by night.
Hic manebimus optime.
Devotamente Vostro
Pasquino Galatino

8 Agosto 2009 - Otranto 1480

In memoriam
La storiografia ufficiale riduce gli avvenimenti otrantini del 1480 ad episodio marginale, mentre lì ed allora è avvenuto uno scontro religioso epocale, e si è perpetrata una strage i cui esempi sanguinosi ricorrono ancora ai nostri giorni.
Il quadro politico-militare del tempo vedeva il Re di Napoli Ferdinando d’Aragona impegnato nell’assedio di Siena ed incurante del pericolo che veniva portato al Regno dalla flotta turca di Maometto II il Conquistatore ammassata in Albania. Piegata Venezia, regina del Mediterraneo, ad una pace poco onorevole dopo anni di lotta nei Balcani, il Sultano carezzava il sogno di abbeverare i suoi cavalli in Roma e sottomettere la culla della Cristianità all’Islam. Venezia e l’alleata Firenze non sarebbero intervenute nell’Adriatico, lasciando campo libero ai Turchi nell’invasione dalla Puglia. Così avvenne.
Il 28 luglio 1480, una flotta di 150 navi con a bordo 18000 soldati al comando del crudele Ahmet Pasha mosse all’attacco di una città di poche migliaia d’abitanti, pescatori e contadini in gran parte, difesa da 400 uomini. I quali abbandonarono Otranto nel momento in cui capirono di non poterla salvare. Dopo due settimane d’assedio, e rifiutate le offerte turche alla resa, gli Otrantini si opposero ad un primo attacco alle mura; al secondo la resistenza fu vinta. I Turchi penetrarono in città e si diedero al saccheggio ed alla strage indiscriminata contro vecchi, donne e bambini. Alcuni cittadini rifugiatisi in Cattedrale furono decapitati: primo fra loro il vescovo Pendinelli. Il 14 agosto ad 800 adulti maschi, radunati sul Colle della Minerva, fu offerto di convertirsi all’Islam in cambio della vita. Serenamente tutti affrontarono il martirio in nome del Cristo.

Alcuni pensieri molto personali: a distanza di oltre 6 secoli, l’Islam è sempre la stessa religione guerriera che vuole conquistare l’Occidente, con i petrodollari ma soprattutto con l’immigrazione e la prolificità, con l’assoluta impermeabilità alle leggi della democrazia, anzi grazie alla incosciente tolleranza di questa; la Fede coraggiosa e convinta degli 800 Martiri è virtù quasi sconosciuta ai tiepidi Cristiani del 2009, sostituita dal culto del dio denaro; nei paesi islamici il Cattolicesimo è perseguitato col terrore (Filippine, India, paesi del Golfo) o proibito, con una mancanza di reciprocità sconcertante per chi abbia occhi per vedere; tacciono i media, pavidamente.
Ed infine, last but not least: chi in Europa affermi queste cose è irrimediabilmente inquadrato come reazionario antidemocratico, nemico della pace. Oriana Fallaci docet. Quella pace untuosa e un po’ vigliacca che ci impone un malinteso multiculturalismo, foriero di famiglie poligamiche, infibulazioni, intolleranza del Crocifisso nei luoghi pubblici, moschee covi di fanatismo in numero esponenziale.
A noi imbelli Occidentali guardare in faccia la scomoda realtà, prima di un nuovo 1480.
Pasquino Galatino

4 Agosto 2009 - Il mercato delle vacche

Gentile Professore,
il Dott. Piero Zurico espone una puntuale, ragionata disamina della situazione politica cittadina. È un’analisi condivisibile di quello che potrebbe avvenire da qui in avanti ad ogni riunione in aula consiliare, con maggioranze di volta in volta diverse, ed episodiche aggregazioni sul tanto millantato bene della Città: largo tappeto sotto cui nascondere la polvere di casa Orsini.
Raccontano le storie galatinesi che in illo tempore un importante mercato boario si teneva in piazza Fontana. Pur mancando oggi pio bove e simili mansueti quadrupedi ruminanti, si dice che gli interessati alle trattative per la formazione della salvifica giunta tecnica si siano colà trasferiti, in una estemporanea transumanza, per una replica moderna del mercato delle vacche. Di cui qualcuno avverte addirittura spandersi l’olezzo.
Siano coscienti i Signori che si potrebbe configurare l’esercizio abusivo della professione: prevediamo piccate reazioni da parte dei commercianti di bovini, onesti lavoratori, indignati dall’offensivo (per loro) accostamento.
Vostro affezionatissimo
Pasquino Galatino

3 Agosto 2009 - Educazione stradale II°

Gentile Professore ed Amici cari,
sono reduce dal meraviglioso esordio della XII edizione dei “Concerti del Chiostro”: il mio spirito è ancora rapito dalle note del pianoforte magico del Maestro Franci.
Mia moglie ed io siamo giunti al Palazzo della Cultura a piedi; abbiamo lasciato l’auto dalle parti di via Liguria e passeggiato per qualche minuto. È un’abitudine che abbiamo da sempre, quella di parcheggiare lontano dal centro, anche quando andiamo al lavoro. Aggiungo che evito, se posso, di transitare nel centro storico: mi disturba l’idea che lo scarico della mia pur ecologica “euro 4” si possa insinuare nella preziosa pietra leccese della Basilica Cateriniana e negli affreschi. Un amico mi definisce un fissato: correrò volentieri il rischio di apparire un maniaco ecologista, se è il prezzo da pagare per il troppo amore per la mia Città. Premetto queste note autoincensatorie perché vorrei esporre il mio parere sulla querelle con Vergogna Infinita.
Siccome la satira è esagerazione, la pasquinata che Lei Professore, stando al mio gioco, intitola “Ma chi le ha dato la patente”, è una presa in giro dei vizi di noi automobilisti salentini, quindi anche Galatinesi. Mi aggiungo al novero, proprio io in realtà mai multato e sempre ligio al Codice, a cominciare dall’uso della cintura. Ma, come sempre, volevo far ridere o almeno sorridere. Tra i nostri vizi c’è quello della furbizia di infrangere la Legge quando nessuno controlla: i nostri della Polizia Locale, nonostante le nuove Punto fiammanti (finalmente!) non hanno ancora il dono dell’ubiquità…e qualcuno ne approfitta.
Il mio parere è che il Comandante sia Persona squisita sotto il profilo umano e valida sotto quello professionale, ed abbia trasmesso nel tempo queste doti ai suoi collaboratori. Da quello che ho visto in giro, credo che abbiamo gli Agenti di Polizia Locale migliori in Provincia. Io preferivo l’appellativo di Polizia Urbana, ma pare che la nuova dizione sia un obbligatorio tributo alla Lega Nord…
Detto questo, senza alcuna piaggeria (in fondo, chi conosce il mio volto?), la questione riguarda solo e soltanto l’indisciplina e la maleducazione di noi automobilisti. Parlarne può aiutare a migliorare il nostro comportamento.
A proposito, volevo salutare con affetto la Gentile Signorina bionda che tempo fa, al volante di una Smart, è passata col rosso in viale S. Caterina Novella e mi ha tagliato la strada, salutandomi col dito medio alzato: cosa avrà voluto dire, forse mi chiedeva scusa?
Devotamente Vostro
Pasquino Galatino

28 Luglio 2009 - Educazione stradale

GUIDARE NEL SALENTO
Sintetico vademecum, ad uso dei turisti in arrivo, sull’interpretazione salentina di alcuni articoli del Codice della strada e sul comportamento da tenere alla guida, compilato con la cortese consulenza di Vergogna Infinita.

Premessa importante: il rispetto del Codice è indice di mollezza borghese e vieto conformismo. Motivo per cui, una guida spigliata Vi renderà il soggiorno più godibile. Per la traduzione dei termini dialettali che seguono, rivolgersi allo I.A.T. Buona permanenza!
1) Cintura di sicurezza: consigliata, non obbligatoria. D’inverno stropiccia gli indumenti, specialmente giacche, cravatte, tailleurs e sciarpe. D’estate favorisce la sudorazione. Evitarla quando possibile.
2) Casco: se giovani, va indossato poggiandolo sulla testa, quale leggiadro cappellino, rigorosamente slacciato; in alternativa, lo si può portare al braccio a mò di borsetta. Non impedisce, se usato in tal modo, gimkane e impennate. Se anziani, è ovviamente incompatibile con la coppula, che prevale nell’abbigliamento classico: lo si deponga pertanto nella cassetta lignea all’uopo fissata sul parafango posteriore del Motom, tra la sarchiuddhra ed il cane valiò. Per gli over 50 più audaci ed à la page è in uso un modello aperto, senza visiera, stile fantino, superfluo anzi dannoso in caso d’incidente: è solo pè ficura.
3) Manovra di svolta a sinistra in ciclomotore (per anziani): portarsi al margine destro della strada, voltare la testa per un rapido sguardo dietro, indi buttarsi a capofitto a sinistra, incuranti di chi sopraggiunge in senso inverso. San Cristoforo è protettore generoso.
4) Parcheggi: la regola è, nessuna regola. Strade, marciapiedi, passi carrabili, spazi riservati ai disabili, incroci. È consentito parcheggiare dovunque. Le strade sono tutte a doppio senso di marcia, anche i sensi unici. Basta mettersi d’accordo con chi viene in senso contrario castimando (cosiddetta legge di Porta S. Biagio).
5) Limiti di velocità in città: a discrezione del conducente, dipende da quanto è larga e dritta la strada (lex viae Nachorum). Strade extraurbane: a discrezione del conducente, dipende da quanto fa la macchina.
6) Precedenze: pedone (anche su strisce) rispetta scooter che rispetta auto che rispetta auto più grande (gerarchicamente per marca e nazionalità, ultime le utilitarie coreane e rumene, prime le berline tedesche). Il SUV nero con la stella a tre punte sul cofano (segno di inarrivabile tochezza) ha precedenza su tutti, tranne che sul Panzer della Wehrmacht.
7) Semafori: luce verde, si passi lentissimamente, senza infastidirsi della fila venutasi a creare; luce gialla, si acceleri all’improvviso. La luce rossa consente di passare con cautela, guardando se qualcuno sopraggiunge da destra o sinistra.
8) È permesso parlarsi da un’auto all’altra, bloccando il traffico. I destini del mondo dipendono dalla ricetta delle scarcioppule raganate che state dettando alla comare nell’altra macchina: chi vi segue lo sa, ed aspetta pazientemente. Matrimoni felici sono nati così, in coda.
9) È parimenti permesso l’uso libero del cellulare alla guida, più saggiamente se a finestrino aperto e ad alta voce: le Vostre ultime gesta amatorie ad Ibiza sono di pubblico interesse. Molto chic ed apprezzato il gomito fuori dal finestrino e lo stereo a palla all’ora della siesta.
9) Sono totalmente esonerate dal rispetto del Codice le auto con targa svizzera e tedesca, munite di regolamentare volante foderato in pelliccia: gli automobilisti frustrati in quelle nazioni, specialmente emigrati al rientro feriale, avranno pur diritto di divertirsi un pochino in Italia, o no?
10) Il consumo di bibite ed alimenti vari in auto, Vi solleva dal dovere di raccoglierne i contenitori negli appositi spazi: pertanto, fiondulisciarli dal finestrino è gesto di classe estrema e vera coscienza ecologica.

Il vostro multatissimo
Pasquino Galatino

26 Luglio 2009 - Sceptic air 2009

Gentile Professore,
in risposta alla mia pasquinata del 28 giugno, Lei mi ricordava “Pulvis es et in pulverem reverteris”.
Condivido le Sue parole, le faccio mie. Alcuni amici di Galatina.it e Facebook in questi mesi hanno voluto generosamente attribuirmi il dono naturale d’una scrittura piacevole e pungente. Ne sono lusingato, ma età, esperienza di vita ed indole mi fortificano del cinismo necessario a considerare gli avvenimenti personali con ironia e distacco. Ho pensato spesso, e credo lo abbia fatto anche Lei, a cosa accadrebbe se sospendessimo la pubblicazione dei miei petulanti “contributi”: tempo massimo 15 giorni, nessuno ricorderebbe più Pasquino Galatino ed i suoi motti di spirito, e sarebbe cosa giusta e naturale. Sono perfettamente consapevole, sin dall’inizio di questa avventura condivisa con Lei, della caducità delle cose minime di cui parlo, ed anche delle nugae, letteralmente noccioline, sciocchezze, che sono i miei commenti sulle contingenze cittadine.
Premesso questo, ho il piacere di accoglierLa finalmente a bordo dell’aeromobile Sceptic Air 2009 in volo tra questa e la prossima Amministrazione Galatinese: il Suo biglietto è già pagato con la Sua risposta alla lettera dell’amico Piero D’Errico del 24 luglio (“Un’inconcludente ed immeritata classe dirigente”). Giornale (mai “la Repubblica”) e bibite Le sono gentilmente offerti dalla Compagnia.
Assistenti di voto prepararsi al decollo!
Il comandante,
Pasquino Galatino

23 Luglio 2009 - Giovani destri, vecchi sinistri

Gentilissimo Professore,
Ho avuto modo, se ben ricordo, di definirmi una mente bizzarra, e chiedo venia per l’inelegante vezzo dell’autocitazione. Molti curano il proprio aspetto fisico, anche in tarda età, con esercizi sfiancanti, ottenendo un aspetto tonico. Mi illudo di raggiungere lo stesso risultato con la mia sempre più tremula materia grigia, offrendole di continuo nuovi stimoli ed interessi. Che si tratti di consigliare i giovani destri, e si converrà con me che il termine suoni (non solo foneticamente) più armonioso di vecchi sinistri, che forse concerne l’infortunistica stradale più che la politica. Oppure che si condivida con i cari lettori de “il Galatino” una personalissima visione controcorrente della politica internazionale. O infine che si offra ad un’amica di Facebook un apprezzamento innocuo, tale che non possa ingenerare equivoci. Sono tutti stratagemmi, caro Professor Valente, volti a tenere in perfetta efficienza il datato hardware installato nella scatola cranica di PG. Insomma, devo divertire la mia mente spaziando a 360°. Però, a distanza di tempo, mi sento di condividere la critica mossa allora dal Dott. Nico Mauro, quando rimproverava allo scrivente un’eccessiva esposizione: forse dovrei tacere, riacquistando il low profile più consono ad un tranquillo vecchietto. Ci penserò, rinunciando alla vanità dell’inseguire un fatuo consenso virtuale.
La Sua ultima risposta alla mia pasquinata “nuziale” mi ha divertito molto, particolarmente nel punto in cui Ella mi definisce “faccia da escort”…Ho profanato il tempio della cultura laica, paragonando agli spregevoli gossip magazines l’intangibile “la Repubblica”: Bibbia, Torah e Corano del politicamente corretto e guida spirituale di chi a sinistra, in Italia, “possiede” la Verità Assoluta. Il Vostro Pasquino coccola e rimugina i suoi dubbi, e continua ostinatamente ad evitare le Sacre Scritture Scalfariane: il ribelle coltiva ancora il vizio di confezionare artigianalmente le sue opinioni, piuttosto che acquistarle già pronte nella comoda confezione tabloid in edicola.
Ma torniamo a noi. Se è concessa un’osservazione, il Suo garbato umorismo pecca, secondo i canoni correnti, di correttezza politica. Mi sarei aspettato la gratifica di un appellativo diverso: magari, mutuando le ipocrite delicatezze lessicali moderne che definiscono l’antico, amato spazzino quale operatore ecologico, sarebbe stato opportuno chiamarmi “faccia da operatrice sessuale”…Che ne dice? Non appare più acculturato ed up to date? Con buona pace delle oneste professioniste iscritte all’Albo dell’Antico Mestiere, alle quali va il mio deferente omaggio. Solo ideale, in quanto il galante Pasquino non ha mai dovuto contraccambiare vile denaro con un atto che è la più alta donazione di sé, per un essere umano, a parere di chi scrive. Aggiungo che potrei inorridire di me stesso come uomo al solo pensiero di favorire il turpe commercio cui tante poverine sono costrette.
Come vede, la stagione calda invita al discorso salottiero, disimpegnato. Però qualcosa va detto: se la crisi politica galatinese porta ai risultati concreti di questi giorni (s.p. 362, tangenziale, ecc.), beh, allora si continui così sino a scadenza naturale di mandato. Una Sindaca ed un solo Assessore (sed tamquam non esset) possono essere più efficienti di una giunta pletorica ed inconcludente, grazie anche al dinamismo del nuovo Presidente della Provincia.
Vostro, come sempre,
Pasquino Galatino

21 Luglio 2009 - Consigli prematrimoniali

Questa pasquinata nasceva come l’ennesimo de profundis alla politichetta galatinese. Sottofondo musicale: il Mozart del funereo Requiem K 626, accompagnamento perfetto per una Amministrazione in stato di rigor mortis. Preso da sconforto per la mission impossible di improvvisarsi perito autoptico, il nostro ha poi deciso di cambiare argomento e spartito, con l’allegra Marcia Nuziale di Mendelsshon.
L’occasione è data dalle prossime nozze di una cara amica. Pasquino non può sottrarsi al grato compito di sottoporre scherzosamente alla nubenda qualche precetto comportamentale, scaturente dalla ormai ventennale esperienza maritale. La sposina perdonerà se i consigli parranno poco obiettivi, perché suggeriti dal punto di vista maschile. Li accetti come affettuoso viatico di un fratello maggiore.
“Sappi dunque cara ragazza che non di solo pane vive l’uomo (e la donna non meno di lui). Vorrei accennarTi anche di quel companatico dal gusto gradevolissimo che non si acquista in supermercato né altrove, e che gratuitamente nutre entrambi. Sto parlando esattamente di quella attività squisitamente duale che è una delle basi di un matrimonio felice e che, come un vaccino, immunizza la coppia dagli inevitabili problemi che pone la vita in comune.
L’augurio che ti faccio è che non dobbiate mai confermare quel tristo detto popolare, per il quale immancabilmente coesistano pane abbondante e debolezza di apparato masticatorio…con indifferenza da quale delle parti si configuri la penuria di mezzi mandibolari.
Ad entrambi non manchi mai il pane, i denti sani per nutrirsene e soprattutto un robusto appetito. Se talvolta uno dei due dovesse soffrire di inappetenza, l’altro abbia sempre fantasia per inventare gli aperitivi adatti. A 30 come ad 80 anni. Auguri sinceri, ragazza.”
Pasquino per parte sua non ha mai sottoscritto, da giovane ed ora da uomo in età, le parole dell’austero Marco Aurelio, che definiva il piacevole esercizio come “sfregamento di visceri con secrezione e spasmo”. Tutt'altro... Purtroppo il nostro, alquanto rassegnato, constata che sull’argomento non c’è coincidenza di vedute con la signora Pasquina: da sempre, madame è piuttosto pigra ed avara di sue grazie, quantunque elegantemente invitata, sinora. Esorto la giovane amica prossima sposa a non emularne il contegno, ne avrà da guadagnare in salute e soddisfazione, propria e del coniuge.
Professore gentilissimo, probabilmente mai avrebbe immaginato che la “Pagina di Pasquino Galatino” avrebbe ospitato il mio esordio come consulente della “Posta del cuore”.
Tra qualche tempo, sarò pronto per “Eva 3000”… o per le pagine pruriginose de “la Repubblica”, che è lo stesso.
Con fraterna devozione,
Pasquino Galatino

15 Luglio 2009 - E la chiamano estate

Estate, stagione per ritemprare il corpo e lo spirito. I lunghi pomeriggi, il tempo della controra dedicato al riposo, alla lettura ed alla meditazione. Il tranquillo distacco dal negotium, abluzione salutare per lo spirito quanto, per il corpo, una doccia fredda rigenerante dopo il mare.
Esercizio di introspezione consigliabile a tutti, il solitario interrogarsi sulle vicende quotidiane e sul proprio agire. Colloquio personalissimo con la coscienza, giudice inflessibile e severo.
Raccomandabile in modo particolare a chi ha ricevuto una delega, a chi è onorato da un atto di fiducia per la gestione della cosa pubblica. Delega fiduciaria temporanea e revocabile, ricordo a me stesso prima che ad altri. Vale poco ed anzi è irritante coi deleganti, e controproducente, dilatare i tempi, divagare, rimandare il redde rationem. A me cittadino galatinese, naufragar non m’è dolce in questo mare di attendismo. I problemi restano, tutti.
Estate dunque: calda, sensuale stagione (chiedere informazioni al nostro Gianni Vergine, latin lover di professione in quel di Otranto).
Settembre poi verrà, ma senza sòle: nel senso dialettale romanesco di bidoni, prese in giro, turlupinature. Almeno, si spera.
Con immutata devozione,
Pasquino Galatino

13 Luglio 2009 - Il teatro dell'assurdo

Gentile Professore, cari Amici,
sarà contento qualche appassionato di drammaturgia, come lo scrivente. Ci si propone, gratis et amore artis, una rappresentazione ispirata a Eugene Ionesco ed al suo “Teatro dell’assurdo”. L’attrice protagonista vuol recitare da sola al centro del palcoscenico, dopo aver mandato via i comprimari. Tranne uno che, con determinazione incomprensibile agli spettatori, si ostina a restare muto sullo sfondo, elemento di disturbo all’ordinato svolgersi del meccanismo teatrale. Silenzio carico di attesa.
Ma il dramma cui pensavamo di assistere scade in avanspettacolo, perché nel frattempo guitti e majorettes di contorno entrano ed escono incongruamente di scena, piroettando con comicità involontaria. L’improvvisazione aggiunge ogni volta nuovi spunti di ilarità: un comprimario chiede una parte più visibile, soubrettes si concedono ora a questo ora a quello, spalle comiche si spingono a gomitate per trovarsi in favore di riflettore: sembra l’incubo di un regista schizofrenico.
Il pubblico, all’inizio sconcertato, adesso si spella le mani in applausi ironici, fischia e sghignazza: cos’altro potrebbe fare davanti allo scempio? Però qualcuno comincia già ad alzarsi e guadagna l’uscita, c’è chi vuole indietro i soldi del biglietto.
Invece altri spettatori chiedono a gran voce il sipario. Forse bisognerebbe accontentarli, non crede?
Devotamente Vostro,
Pasquino Galatino

9 Luglio 2009 - L'imperatore Vespasiano

Gentile Professore, cari Amici,
Una accorata letterina incensatoria circola per blog e giornali telematici locali. Ad una lettura maliziosa, il sapore è quello casareccio delle crostate fatte in casa, tanto per confermare questa linea gastronomica inaugurata dal Pasquino gourmet: ma in tempi di carestia politica e impopolarità crescente, due righe come quelle tirano su gli inquilini di via Umberto I° più di una flebo di glucosio.
Galatina Città d’Arte. Nobile e colta la nostra Galatina: può una tale Gentildonna occuparsi mai della plebea e volgarissima questione dei bagni pubblici? No certamente, tant’è che con provvedimento meritorio si eliminano le toilettes dal luogo dov’erano situate. In realtà non si può non essere d’accordo, sembrando inopportuno che l’amata Pupa sia offesa da quell’incomoda maleodorante compresenza.
Però una legge della fisica afferma che “In natura nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Una delle conseguenze dirette di questo postulato prevede che qualora cittadini Galatinesi e turisti di passaggio ingeriscano bevande debbano poi, come tutti gli esseri viventi, disfarsi del prodotto metabolico di tali assunzioni liquide. Delle quali, parte si trasforma in sudore, parte prende altre vie. Sorvolo sui dettagli: non amo il genere letterario descrittivo.
Ciò posto, è di tutta evidenza che chi amministra la nostra splendida Città d’Arte abbia concezione degli umani come puri spiriti, ectoplasmi evanescenti non soggetti a quella branca della medicina chiamata urologia.
La realtà dei fatti contraddice questa convinzione. Ne sono testimoni i residenti ed i professionisti con abitazioni e studi nel centro, in particolare in via Chiura, via Congedo, via Cavazza e zone adiacenti Piazza S. Pietro. Luoghi che sono adibiti ormai da lungo tempo a pubbliche ritirate, e sappiamo per certo che l’esasperazione degli abitanti del centro è nota a chi dovrebbe porre rimedio allo scempio. L’afflusso di pubblico nelle recenti festività patronali ha talmente aggravato il problema che per più giorni le strade menzionate sono state quasi impraticabili anche a nasi robusti. Mentre scrivo non sono a conoscenza se sia stata effettuata la bonifica invocata e necessaria. Sono stato richiesto di parlare apertamente del degrado in cui versano le vie citate.
Vespasiano, dove sei? Vi prego di interpretare correttamente l’invocazione popolare: parliamo dell’imperatore che affermò “Pecunia non olet”, riferendosi alle cospicue entrate derivanti dalla tassa sulle latrine che aveva introdotto. Qui a Galatina non ha emuli.
Spiace allo scrivente trattare argomenti scatologici: d’altronde la weltanschauung pasquiniana abbraccia il sublime e l’infimo dell’umana esistenza.
Ci consoli sapere che il record negativo della decenza non ci appartiene: entrano nel Guinness gli interpreti della commediola del 1° luglio.
Umanamente vostro,
Pasquino Galatino

2 Luglio 2009 - Regina in D7

Regina in D7: scacco matto.
Partita appassionante e ricca di colpi di scena: la Regina vince, forse regnerà fino a naturale scadenza del mandato, grazie a maggioranze variabili consentite da pedine avversarie suicide. E vince proprio mentre il suo Re, sullo scacchiere barese, vede vacillare il trono per opera di magistrati stranamente curiosi. Perché, come tutti sappiamo, da quelle parti politiche “La legge si applica, ma per gli amici si interpreta”. Staremo a vedere, come sempre convintamente garantisti e innocentisti.
Comunque la Regina vince e gestirà posti e finanziamenti, per il bene della Città e per sue personali ambizioni politiche, del tutto legittime. Chapeau!
Chi ha stomaco robusto, si occupi della bassa cucina che c’è dietro questa vittoria: non lo farà il nostro Pasquino Galatino che, come visto nelle precedenti puntate, avendo subito le amorevoli cure gastronomiche della suocera, vede irrimediabilmente compromesse funzionalità epatica e gastrica.
Un suggerimento, per chi eventualmente avesse il gusto perverso di interessarsi del retrobottega galatinese: rifarsi idealmente alle famosissime categorie umane di Sciascia. Ed inquadrare i comprimari di quest’operazione nella casella appropriata: ommini, menz’ommini, omminicchi e quacquaracquà.
Pasquino Galatino

28 Giugno 2009 - Trompe l'oeil a Palazzo Orsini

Gentilissimi Professore ed Amici di Galatina.it,
gli interventi di Vito Tundo ed altri vanno nella direzione sperata, cioè un maggiore coinvolgimento dei Cittadini nella comprensione degli avvenimenti galatinesi. “Uno, nessuno e trentamila” nasce per lo scopo qui enunciato, e nessun altro.
Seguendo questa logica, rispondo brevemente all’amico Tundo: non ho proprio nulla di personale verso il Sindaco, ho criticato alla mia maniera la gestione della res publica, cercando di far riflettere sorridendo. Se al posto dell’attuale Primo Cittadino ci fosse stato un Tizio qualsiasi, avrei fatto le stesse osservazioni. Per nostra fortuna, contrariamente a quanto affermano Travaglio, Di Pietro & C., siamo ancora in democrazia e la satira è consentita persino ad un fantasma come Pasquino Galatino. E, continuando nel gioco, questo fantasma vorrebbe pur parlare di politica locale, ma manca la materia prima: si può disquisire del nulla?
È anche vero che Pasquino Galatino è un acrobata della parola, un equilibrista circense della frase ad effetto, ma c’è un limite alla fantasia. Forse potremmo affermare, scomodando la critica d’arte, che nel Palazzo di via Umberto I° stiamo ammirando un capolavoro della tecnica pittorica del trompe l’oeil: puro effetto ottico, sembra di vedere una coalizione dove non c’è che un muro dipinto. Signori, abbiamo i nuovi Michelangelo della politica e non ce ne rendiamo conto! Chiudo col dire che a Galatina ormai da tre anni la situazione è grave, ma non seria.
Professore, solo per una volta e col Suo consenso faccio uso privato del mezzo pubblico, ma se ne capirà il motivo. Prima che qualche furbetto ne approfitti, rendo noto che persona di fiducia ha depositato nome e contrassegno di una (al momento solo ipotetica) “Lista Pasquino Galatino”. Non si vuole davvero iniziare un percorso politico: il gesto, contrario al mio habitus mentale, si rende necessario solo e semplicemente per impedire che qualcuno possa sfruttare questo nome per interessi di bottega.
Grazie della Vostra attenzione, davvero non meritata.
PG

26 Giugno 2009 - Tu es Petrus

Tu es Petrus, et super hanc petram aedificabo Ecclesiam meam, et tibi dabo claves Regni
Caelorum
”.
Il Maestro dispone che, incaricato di diffondere il Verbo nel mondo, sia proprio l’Apostolo che lo
ha rinnegato tre volte. Pietro è un instancabile predicatore, e la tradizione vuole che la sua missione lo porti qui, in partibus infidelium, nel luogo dove sorge Galatina: anzi, S. Pietro in Galatina, come la nostra Città è chiamata sino all’unità d’Italia. In ricordo del suo mestiere profano, Egli affida all’ Apostolo anche un altro compito: “Faciam vos fieri piscatores hominum”.
L’Uomo che rinnega il suo Maestro e si pente della viltà, muore come Lui crocifisso a Roma nel 67 sul colle Vaticano, ma a testa in giù, testimoniando la Fede. La stessa che non rinnegheranno fino al martirio 14 secoli dopo, ad Otranto nel nostro Salento, 800 Uomini con a capo il loro vescovo Stefano Pendinelli.
Se Cristo è chiave di volta della Santa Costruzione, Egli ne pone il nostro amato Patrono, primo
Papa della storia, come pietra angolare.
La venerata reliquia custodita nella nostra Chiesa Madre, la pietra sulla quale tramandano si sia
riposato Pietro, a me pare ricordare simbolicamente un lavoro spirituale assegnato a tutti noi
credenti, da compiersi in interiore homine: quello di smussare gli spigoli delle pietre che noi stessi siamo, squadrarle, per renderle sì uniche e diverse l’una dall’altra, ma adatte a formare l’opus reticulatum, una parete compatta, resistente. Ed immaginare ognuno di noi come pietra minima ma non per questo meno importante, saldata alle altre col cemento della Fede, per dare solidità al Sacro Edificio.
Pasquino Galatino

21 Giugno 2009 - Pranzo in casa della suocera

Cronaca del desinare domenicale di Pasquino Galatino dalla suocera.
Si premetta che il sottoscritto PG, in compagnia di nutritissima schiera di mariti meridionali, si adatta obtorto collo al rito festivo del “pranzo in casa della mamma”.
Di buon mattino, la santa donna estrinseca la sua abilità culinaria nell’estrusione di un manufatto di consistenza lapidea, delle dimensioni cm 37 x 27, spessore cm 5, classificato in terminologia tecnica “pasta ‘llu furnu”: si presume composto da sostanza ignota alla scienza della nutrizione (probabile elemento transuranico ad alta radioattività), con elevata resistenza al taglio e corrosione secondo norme UNI EN 1739 e 1305, avente indice digeribilità pari a zero. Per tale ultima caratteristica paragonabile al porridge, indefinito pastone da alimentazione canina che per i sudditi di Sua Maestà Britannica rappresenta l’eccellenza della english cuisine, insieme al tristemente noto fish and chips.
Il manufatto viene servito alla temperatura media misurata a bordo piatto di 150° C., pure in piena canicola, in più porzioni singole pro capite, da consumarsi obbligatoriamente con evidente approvazione delle qualità organolettiche, altrimenti “la mamma si dispiace”. Si trangugiano le portate accompagnando ogni bolo mediante assunzione di cl. 10 di mieru per agevolare la deglutizione, simulando indifferenza per l’epiglottide ustionata.
Con più azioni del medesimo disegno criminoso, poi l’anziana aguzzina scodella in sequenza:
a) pampasciuni stumpati nella misura di 3 dozzine/commensale;
b) peparussi fritti di peso specifico 2800, quantità ad libitum, cioè quanti possa contenerne stomaco di balenottera azzurra dell’Antartico. Ed infine, quale portata di chiusura in leggerezza,
c) trionfo di paparine menate ll’oiu cu le vulìe, elaborata opera metafisica della tradizione culinaria grecanico-salentina.
Testimoni presenti descrivono con dovizia di particolari lo stato stuporoso-confusionale (“ubi consistam”) della vittima Pasquino Galatino nel post prandium, la ridotta capacità di deambulazione autonoma, le crisi mistiche nelle 24-48 ore seguenti la grande bouffe.
Si riferisce che, allo stato, non sono conosciuti in letteratura medica studi su modificazioni chimiche e morfologiche di stomaco umano sottoposto al trattamento dianzi descritto, né sui danni psichici permanenti del soggetto sottoposto a tortura.

Se qualcuno dei Lettori volesse interpretare in chiave metaforica questo pasquiniano “divertissement” estivo, lo faccia: ogni riferimento ad avvenimenti recenti è voluto. Più precisamente, si suggerisce l’ identificazione nella vittima Pasquino del popolo Galatinese, e nella figura della suocera la nostra impagabile (in tutti i sensi) Amministrazione.
Pasquino Galatino

16 Giugno 2009 - L'on. Tridimensionale in visita

Professore carissimo,
“Piccola città, bastardo posto”, cantava il compagno Guccini tanti anni fa, ricorda? Noi invece esaltiamo la nostra piccola Kalè Athenai, onorata domenica 14 alle ore 18,30 (come puntualmente segnala Galatina.it) dalla passeggiata dell’Onorevole col mustacchio. Ambientazione e circostanza ricalcano le visite dei Grandi di Spagna nel Regno: balconi fioriti ai palazzi nobiliari, folla plaudente, larghi gesti benedicenti all’indirizzo del popolo.L’annunciata, trepidamente attesa epifania del Tridimensionale è notizia da prima pagina, ma una citazione minima merita anche la Sua scoperta, Professore: le capacità telepatiche del nuovo Giucas Casella de’ noantri, lo scrivente Pasquino Galatino. Che in questo preciso istante si concentra e trasmette mentalmente i desideri seguenti: chiusura del centro antico al traffico, sistemazione e riapertura della S.P. 362, completamento della tangenziale…Si ferma qui il vecchietto bisbetico, e riposa: non si pretenda altro dalle esauste sinapsi. Anzi no, un ultimo wishful thinking: l’elezione della Nostra Cara al Consiglio Regionale, il prossimo anno.
Promoveatur ut amoveatur.
Umilmente Vostro,
Pasquino Galatino

13 Giugno 2009 - Ricetta estiva

Ricetta profumatissima e di facile esecuzione per le serate estive:

Ingredienti : n° 30000 abitanti di città medio-piccola;

n° 10 tonnellate di rifiuti soldi urbani/giorno;

n° 1 Compagnia Sollazzo & Allegria;

Procedimento: si convincano 30000 cittadini ad applicare i criteri di raccolta differenziata; con largo dispiegamento di mezzi ed operatori ecologici non si provveda alla rimozione dei RSU, lasciando opportunamente imputridire il tutto nei e presso i cassonetti, alla mercè di animali randagi; si contempli con intimo compiacimento il risultato visivo/olfattivo, plastica installazione concettuale degna di un Maurizio Cattelan alla Biennale d’Arte; si emettano ed inviino all’utenza fatture annuali per tassa RSU.
Servire ben caldo, accompagnando con mosche della frutta, zanzare tigre ed esemplari di rattus norvegicus (vulgo: zoccule) q.b.

N.B.: piatto inadatto a stomaci deboli (anziani, bimbi in tenera età).
Pasquino Galatino

10 Giugno 2009 - Elezioni provinciali: il Tafazzi

Gentilissimo Professor Valente, Carissimi Amici,
questo microcosmo che è la nostra Galatina rispecchia, amplificandoli, alcuni difetti nazionali: uno è l’individualismo esasperato. Lo si è constatato con rassegnata tristezza in occasione dell’ultima tornata elettorale quando, invece di concentrare i consensi su non più di 2 o 3 “forti” candidati Galatinesi, con la quasi certezza della loro elezione, si è disperso il voto su decine di egregi Signori e Signore Nessuno. Non so quanti di loro si siano davvero illusi di poter sedere a Palazzo dei Celestini, certamente pochi. Né quanti lo abbiano fatto per idealismo, immagino ancora pochissimi. Suppongo che la maggior parte abbia svuotato l’amaro calice con la pervicace volontà del tornaconto personale: magari Tizia per sistemare il figlio in Accademia Militare, forse Caio con lo scopo di ottenere l’avvicinamento della fidanzata insegnante in Lombardia, Sempronia probabilmente cercando l’agognata pensione d’invalidità per la mamma anziana. La logica vera però è stata quella del collettivo cupio dissolvi galatinese.
Risultato: neanche uno di noi rappresenterà la Città in consiglio provinciale, dovremo ancora una volta delegare i nostri interessi a qualche generoso forestiero…e nessuno degli speranzosi candidati per finta si illuda di ottenere i favori implorati al politico di turno.
Allora, quando dovrò immaginarmi uno dei 30000 Galatinesi, non penserò più a Pasquino, ma a quella sublime figura della moderna commedia dell’arte televisiva che è “il Tafazzi”: si, proprio quello che con irrazionale allegria, al suono di una canzoncina melensa, si colpisce ritmicamente a bottigliate sui….gioielli di famiglia.
Disillusamente Vostro
Pasquino Galatino

5 Giugno 2009 - Medicina d'urgenza

Gentilissimo Professore,
in bocca al lupo. Non giudico se si debba interpretare come coraggio od incoscienza la decisione dello staff medico di Galatina Altra di riportare il moribondo di via Umberto I° in terapia intensiva: probabilmente la Vostra logica sarà stata quella di seguire il precetto “Primum quod ad vitam, secundum quod ad valetudinem”. Avrete certamente vagliato i rischi che correte rendendovi rianimatori di un degente in grave stato cachettico, se non addirittura in coma vigile, con un accanimento terapeutico forse più adatto ad un soggetto che almeno abbia qualche speranza di vita….quindi niente hospice per questo malato, ma chirurgia d’urto. Indossati guanti e mascherine, vi apprestate ad operare in corpore vivo.
Convinzione di molti tra Voi è che l’eutanasia sarebbe stato male peggiore dell’intervento disperato che avete deciso di praticare. Altri pensano il contrario, ed io tra questi, per quanto possa valere l’opinione modesta di un ignorante di medicina di pronto soccorso.
Mi raccomando, finchè la prognosi rimane riservata, siano pubblicati su Galatina.it bollettini aggiornati sullo stato di salute…non teneteci in pena! E qualcuno per cortesia riaccompagni in Chiesa il Prete convocato in tutta fretta al capezzale per l’Estrema Unzione. Si allontani anche quel parente troppo interessato all’eredità: non è ancora giunto il momento del notaio, e dal futuro de cuius si prevedono solo debiti.
Non voglio continuare con questo umorismo macabro, e Le chiedo: Gentile Professore, avete stabilito dunque di non “turarvi il naso”? Lei ed i Suoi sodali rientrate nella stanza dei bottoni…(pensi che terribile lapsus calami stavo per fare: scrivevo bottini invece di bottoni! Absit iniuria verbis…).
Dicevo, sarete nella stanza dei bottoni, sapendo che Pasquino Galatino Vi aspetta al varco: unicuique suum, Voi al governo e PG penna velenosa in mano, a menare fendenti d’inchiostro solo su Galatina Altra. Come promesso qualche tempo fa, infatti non si vuol graffiare la delicata epidermide di alcuni personaggi mitologici, alquanto refrattari alla satira, diversamente da Voi.
Auguri, Professore e Primario dello staff. Il paziente è nelle Vostre mani.
PG

2 Giugno 2009 - Lo stercorario politico

Gentilissimo Professore, cari Amici di Galatina.it,
l’osservazione della natura offre sempre nuovi motivi per pensare: anche nel più umile degli insetti c’è un’utilità che riporta alla meravigliosa logica del Creato.
Lo stercorario è un animaletto comune pure dalle nostre parti, ricordo bene d’averlo visto su qualche spiaggia jonica. Nell’antichità era venerato dagli Egizi come Scarabeo d’oro, legato in alcuni aspetti al culto del sole. Questo insetto coprofago ha, come definito in attributo, la singolare caratteristica di cibarsi delle deiezioni di altri animali, ma anche umane, confezionandole in sferette che trasporta rotolandole al suolo. Ne fa uso anche come deposito delle proprie uova. Possiamo concludere che questo suo poco profumato lavoro abbia una necessità nell’ordine naturale dell’ecosistema.
Alcuni comportamenti nel regno animale hanno curiose analogie con le vicende umane. Apertis verbis: succede a volte che qualche sedicente leader politico, in difficoltà nel proprio partito per incapacità personale e/o per pura e semplice mancanza d’idee, tenti con tutti i mezzi di risalire la china. Il modo migliore ed il più nobile sarebbe quello di criticare sui fatti, sulle azioni concrete, ed avanzare le proprie proposte, alternative a quelle degli avversari. Naturalmente per fare questo è necessario averle oppure essere in grado di elaborarle, le proposte.
C’è poi un metodo più breve e populistico, quello d’improvvisarsi Savonarola del XXI secolo ed attaccare sul piano morale il privato degli avversari: cibarsi politicamente delle altrui deiezioni, come fa lo scarabeo. E’ evidente che si tratta di furbizia, cioè intelligenza di cortissimo respiro. Stupidità, affermano alcuni. Perché la pallina maleodorante, trasportata in tana, ammorba l’aria ed avvelena l’ambiente.
Si rileva incidentalmente che tale agire è prassi antica di una ben precisa parte: la disinformacija appresa nell’URSS di Brezhnev la si applica efficacemente ancora oggi.
Si potrebbe obiettare con giusta ragione che può attuarsi questo comportamento deplorevole, solo in quanto ci sia un avversario che fornisce “materia di lavoro”. E’ vero infatti che ci si aspetterebbe da un homo publicus ultrasettantenne, che ricopra un ruolo di estrema importanza e visibilità nazionale ed internazionale, una morigeratezza di costumi ed una impeccabilità personale consone allo status ed all’anagrafe. Purtroppo non è così, Catone non abita dalle nostre parti da molto tempo. Invece è l'Italia del 2009 a somigliare tristemente al Basso Impero.
Per cui, Amici cari, seguiamo ancora una volta il suggerimento dell’indimenticato Indro Montanelli e “turiamoci il naso”. In tutti i sensi.
Vostro devoto
Pasquino Galatino