venerdì 29 gennaio 2010

Il Galatino anno XLIII n° 2 del 29 Gennaio 2010

Ieri Nichi Vendola ha vinto con largo margine le primarie pugliesi per la designazione del candidato della Sinistra alle prossime elezioni regionali. Esprimo alcune considerazioni personali al riguardo.
La prima è che non devono meravigliare sia l’avvenimento che le percentuali della vittoria. Innanzitutto, a parere di chi scrive, c’è un forte rifiuto verso i maggiorenti di quel partito che sono giudicati (a torto od a ragione) distanti dalle vere esigenze della gente e presi da incomprensibili giochi di potere ed “inciuci” con la parte politica avversa. Prova ne sia che nella roccaforte gallipolina, proprio il candidato dalemiano ha ricevuto una severa sconfitta. Non stupisce che ad un giovane in gamba come Boccia sia stato preferito il governatore uscente. Il ragazzo di bottega di D’Alema sconta questo suo padrinaggio politico.
L’altro aspetto, in un certo senso il rovescio della medaglia, è che quel candidato che si mostri all’elettorato come vessillifero del “nuovo” e del “puro” ha indiscutibilmente un punto a suo favore, a prescindere, come direbbe Totò. Pescare nella delusione dell’elettorato, mostrarsi “contro” i poteri consolidati veri o presunti, ergersi a paladini della legalità: tutto ciò porta consenso facile.
Il gioco è riuscito a Vendola per ben due volte nel confronto a sinistra, e l’onda lunga dell’entusiasmo lo ha premiato anche contro l’allora governatore uscente del centrodestra Raffaele Fitto. Staremo a vedere quest’anno: l’esperienza insegna che il malcontento popolare tende a punire quasi sempre chi ha amministrato, indipendentemente dai risultati di governo. Si aggiunga che stavolta c’è un terzo incomodo impersonato dalla Senatrice Poli Bortone, che di certo sottrarrà voti cattolici e moderati ad entrambi gli schieramenti maggiori.
Non vedo comunque cosa possa cambiare per la nostra Galatina, emarginata persino in governo provinciale. Sarebbe bello poter avere nostri concittadini che rappresentino in Regione le necessità cittadine. Temo invece la solita, masochistica frammentazione del voto.
Spero di non dover dare, ancora una volta, ragione al mio vecchio, quando descrive il Galatinese come “lu ciucciu de lu Pizzallì”: un asino macilento che, trainando un carretto per le vie dissestate della città vecchia, inciampava sempre nelle stesse chianche.

Demenza senile - 28 Gennaio 2010

Gentile Professore,
ho l’obbligo di rassicurare Lei ed Altri: Pasquino e l’esigua truppa dei suoi lettori “belanti” non stanno progettando alcun putsch. Le analogie tra la Galatina odierna e la Monaco di Baviera del 1933 si fermano quindi alla presenza di affollate birrerie, che però il sottoscritto non frequenta (trigliceridi alti).
Dei quattro neuroni sopravvissuti alla demenza senile (leggasi il referto del Dr. Zinzale, neurologo con studio in Galatina.it), ne impegno uno per tentare di mostrare la distanza ideologica che intercorre tra questo lettore dell’innocuo, esoterico Julius Evola de “La tradizione ermetica”, e l’esegeta entusiasta del “Mein Kampf”, di cui conosco a malapena autore e titolo. Arduo compito, in così breve spazio, e forse anche inutile.
Perchè si comprende che sia sforzo sovrumano, tra tanti sbadigli intellettuali, restare svegli (in tutti i sensi); ma si dovrebbe provarci dopo un caffè ristretto e l’abbandono di triti stereotipi pret à penser, comodissimi quando non si voglia occupare eccessivamente la materia grigia nel giudicare gli altri. Preciso, a scanso di ulteriori anatemi: l’aggettivo “sovrumano” non ha attinenze (se non lessicali) col “Superuomo” di Nietsche… Sapete, meglio essere prudenti, coi tempi che corrono.
Faccio uso dei restanti superstiti tre neuroni nel pretendere, per i lettori di Pasquino e per le loro idee, lo stesso rispetto che si è sempre dimostrato verso i nostri interlocutori.
Ma stiamo parlando di una predisposizione d’animo che o possediamo naturalmente, oppure no. Vero, Dr. Zinzale?
La saluto devotamente, caro Professore.

martedì 26 gennaio 2010

La putìa - 26 Gennaio 2010

Gentile Professore,
dettano legge i cuochi di “cucina molecolare”: scompongono la materia prima, la manipolano sotto azoto e te la scodellano in elegantissime portate. Stai mangiando una spuma rosata, è un’ “idea” di pomodoro. Della familiare solanacea non hai che un vago ricordo ed un sapore dolciastro, indefinibile. Digestione assicurata, istantanea, al momento del conto.
Qui alla Putìa da Pasquino serviamo pezzetti e mieru, piatto plebeo per stomaci robusti. Però la preparazione è accurata e filologica, gli ingredienti di prima scelta, il vino è fatto in casa con uve locali.
Nessuno ha mai visto in faccia il cuoco: garantisce per lui la cameriera Dina, persona affabile ma non invadente. I nostri sparuti avventori sono persone modeste e dignitose, mai volgari. Proprio come i gestori, non amano esibire soldi e cultura, quando ci siano. Non ci interessa il loro conto in banca, ignoriamo se abbiano la laurea in sociologia a Trento oppure no. Ci piace che sappiano usare propriamente le posate e si comportino con l’eleganza un po’ fanée che oggi scarseggia.
Se qualche gentile Signora o Signore non apprezza il locale e la cucina, non ha che da scegliere altrove. La cena è stata offerta dalla casa, gratuitamente.

venerdì 22 gennaio 2010

La Puglia migliore - 22 Gennaio 2010

“Difendi la Puglia migliore”, reca scritto un cartello in mano ad una sostenitrice di Nichi Vendola. Si sottintende un giudizio morale implicito: “gli altri” (politicamente parlando) sono fautori della Puglia peggiore.
Si prenda atto dell’incauta esortazione, con indulgenza, sebbene provenga da una parte che qualche problemino giudiziario lo ha anch’essa. Non saremo certo noi ad accodarci ai travagliati ed ai dipietristi, le cui lezioncine fanno scuola e dottrina in certe piazze reali e mediatiche.
Afferma Theodor W. Adorno che l’intelligenza è categoria morale. Forse non è stato in Puglia.

sabato 16 gennaio 2010

Il Galatino anno XLIII n° 1 del 15 Gennaio 2010

Avrei voluto iniziare l’anno nuovo raccontando qualche notizia positiva, tale da suscitare non dico entusiasmo (che per noi Galatinesi è merce introvabile), ma almeno speranza per il futuro della nostra Città. Invece è bene non nascondere che una parte, quella “vecchia”, della politica galatinese sia da lungo tempo un hortus conclusus, un circolo ristretto frequentato sempre dalle stesse persone, impermeabile al ricambio. Stagnazione che contrasta con la vivacità diffusa della vita culturale e sociale, finalmente ridestata dal torpore ed avviata, si spera, ai fasti che hanno reso invidiata la nostra Galatina. Chiarisco, la rinascita è dovuta ad iniziative di associazioni private e singoli cittadini, senza patronato politico.
Volendo abbozzare un disegno verosimile, non si può negare che il recente congresso del PDL galatinese abbia messo in luce alcuni giovani esponenti che si sono pronunciati coraggiosamente, con un linguaggio politico nuovo, lontano dalla supina ortodossia nei confronti degli organismi partitici superiori. Forse è questa “nouvelle vague” a causare la prevedibile defezione di chi abbia potuto sentirsi non più in sintonia, per approdare verso la famiglia sempre generosa del centro: una migrazione che non viene spiegata con motivazioni convincenti dalla responsabile locale del partito “accogliente”, e che forse crea qualche imbarazzo. Dispiace veder appannare in questo modo il consenso che si stava creando intorno al nome autorevole dell’esponente di punta di quel movimento, persona quanto mai degna, e mortificare chi si adopera per rinnovare la politica.
A me pare che qualcuno non sappia ancora “tastare il polso” dell’opinione pubblica, che rifiuta apertamente operazioni di puro e semplice trasformismo: o non si vede o non si vuole vedere la nausea diffusa, ed agire di conseguenza.
Invece fa ben sperare, in termini di rispetto per i Cittadini, l’accoglienza tiepida riservata ai “figliuoli prodighi” che hanno bussato nuovamente alla porta della casa di “Papi”, tappa finale di un vagabondaggio rivelatosi infruttuoso. Si può essere riaccolti, è stato detto con chiarezza, a patto di rinunciare ai gradi di colonnello e ricominciare la gavetta da soldato semplice. Ci sembra un atteggiamento onesto, da parte dei coordinatori di partito.
Altro dirti non vò”, caro Lettore de “il Galatino”: perché se al centro e a destra la situazione è ancora fluida ed attendista (nel senso letterale dell’attesa di suggerimenti dall’alto), la sinistra locale ripropone in scala ridotta le fratture baresi. Il colpo di genio di smarcarsi dal Vendola “spaccafamiglie” per candidare Boccia, un giovane di valore, avrà ripercussioni positive nel silente PD galatinese? Lo sperano in tanti, per la democrazia interna di quella parte e quindi a beneficio della politica cittadina, che tutti vorremmo “rinnovellata di novella fronda”.
Questa la situazione al momento in cui scrivo, sabato 9 gennaio. Perché sappiamo bene che “la donna è mobile, qual piuma al vento”: ma la politichetta galatinese ancor di più.

giovedì 14 gennaio 2010

Fuga dal Sud - 14 Gennaio 2010

Bankitalia: e' fuga dal Sud, in 5 anni sono andati via 80 mila laureati. Migrazioni interne da record: negli ultimi anni si e' registrata una vera e propria fuga dal Mezzogiorno. Secondo Bankitalia, ''il Mezzogiorno diventa sempre meno capace di trattenere il proprio capitale umano, impoverendosi della dotazione di uno dei fattori chiave per la crescita socio-economica regionale'”. (Ansa.it, 12 gennaio 2010)
Siamo sinceramente commossi, l’imperturbabile Istituto di via Nazionale con perspicacia e tempestività scopre il fenomeno ventennale dell’emorragia di cervelli meridionali.
Immaginiamo l’occhio umido del governatore Draghi nel dare la notizia: e noi che pensavamo a Bankitalia come longa manus del potere usurocratico italiano ed internazionale…abbiamo peccato di malignità, corriamo a confessarci.
Il danno è profondo, forse irreversibile: una parte consistente del Paese continua a depauperarsi dei suoi giovani migliori, in favore del Nord e di altre nazioni più accoglienti.
Per chi rimane, l’alternativa è inventarsi gestore di Bed & Breakfast o locali di ritrovo, finchè il mercato non sarà saturo di queste iniziative, cioè tra pochissimo. Oppure rispondere ai Bandi di concorso di Mafia S.p.A., il cui Bollettino Ufficiale riporta figure e mansioni: non è richiesta eccessiva specializzazione. C’è un futuro promettente nella gestione dei rifiuti, nel commercio di polveri le più varie, nella protezione di quelle simpatiche ragazze che fanno “consulenza psicologica” ad uomini soli. La Ditta paga bene.
Da Roma si risponde all’emergenza con “misure efficaci”: la salvifica Banca del Sud, che anche nel nome ricorda quella Cassa per il Mezzogiorno che tante sciagure ha generato negli anni. Prevediamo nuovamente sprechi e scandali a venire.
Constatate tempra e qualità della componente umana in Giunta Regionale, da Bari non aspettavamo scatti intellettuali da centometristi; forse solo maggiore sollecitudine.
Ma in via CapruzziTutto tace, e la luce si spegnò” (Pippo Franco, Hai stata tu, 1971).

sabato 9 gennaio 2010

Libertà e libertinaggio - 9 Gennaio 2010

La Libertà ci invita alla sua tavola, dove ci è permesso di gustare i suoi cibi saporosi ed i suoi vini deliziosi; ma quando sediamo alla sua mensa, mangiamo voracemente, fino a gonfiarci ed appesantirci.” (Khalil Gibran, La Voce del Maestro)
Le parole dello scrittore libanese scomparso nel 1931 hanno il sapore della profezia. È difficile descrivere più precisamente, e con la stessa concisione poetica, lo stato di ebbrezza di un popolo cui la libertà sia servita in porzioni tanto abbondanti da indurre sazietà e disgusto. C’è un limite oltre il quale vi è solo libertinaggio: degenerazione moderna, specificamente italiana, della libertà.
Il confine ideale lo abbiamo alle spalle. Quello che sia capace di leggere globalmente i fatti al di là della loro evidenza ed unirli in una visione d’insieme, assiste con impotente sgomento al caos progressivo e inarrestabile, allo spregio delle regole della convivenza civile.
Ho domande a cui non so rispondere. Potrebbe essere l’indole mediterranea, più ancora italica, che spinga a privilegiare il proprio diritto anche in danno del prossimo, ad interpretare la libertà come licenza e prevaricazione.
So per certo che “dovere” è concetto desueto a queste latitudini, e “ordine” parola astratta, soggetta ad abominio, indicante non disciplina interiore e spontanea, ma pericoloso autoritarismo. Tutto ci è dovuto, per acquisito ed inalienabile diritto, anche calpestare quello altrui. Osservo che l’Italiano sedicente “libero” è invece servo dei suoi stessi difetti atavici, la furbizia avendo confuso con l’intelligenza; e preferisce la scorciatoia alla via dritta e giusta. Vogliamo tutti precedenza, e siamo tutti fermi nell’ingorgo.
Non so neanche se questo popolo sia il bambino viziato bisognoso di guida forte, ma comincio a pensarlo e mi preoccupo. Il giocattolo-libertà che ha avuto in dono è complicato da usare, e forse il piccolo se ne è stufato.
Non questo, ma un altro “Papi” più rozzo e autoritario, magari travestito da ex-magistrato; oppure un esotico immigrato di stretta osservanza islamica, potrebbe decidere di porre sotto tutela il pargoletto pestifero. Tocchiamo ferro (per non dire altro).

domenica 3 gennaio 2010

Perle di saggezza - 3 Gennaio 2010

Per la rubrica "Saremo magnanimi una volta al potere":
L'eurodeputato dell'Idv, Luigi De Magistris, ha lanciato il "Lodo" per il Presidente del Consiglio. "La proposta di fondo - scrive l'ex magistrato - è questa: "Garantiamo a Berlusconi la possibilità di lasciare l'Italia senza conseguenze. Non c'é trucco e non c'é inganno: solo il bisogno di ritornare ad essere una nazione democratica e civile".