venerdì 26 novembre 2010

Il Galatino Anno XLIII n° 19 del 26 Novembre 2010

E' tutto deciso
Ho in mente una massima che recita: “Il saggio discute di idee, l’intelligente di fatti, lo stupido parla di persone”.
Mi assimilo a quest’ultima tipologia umana, dopo aver riletto il mio intervento precedente su questo foglio. Chiedo venia se ho dovuto adattare una prosa che tutti vorremmo non aulica, ma almeno corretta, alle novelle boccaccesche del signore ancora persuaso di rappresentare gli Italiani. Convengo che il commento alla politica nazionale sia diventato volgare pettegolezzo, esercizio mentale di impegno minimo e nessun valore culturale. Vorrei mi guidasse il Roland Barthes del “Grado zero della scrittura” quando tento di raccontare asetticamente il “grado zero della politica” italiana, regredita all’età della coprolalìa ma senza la purezza infantile del bimbo di pochi anni.
Perciò riprovo a parlare di Politica. L’imminente crisi di governo instilla frenesia solo negli addetti ai lavori, preoccupati della propria sopravvivenza. Più saggiamente, i cittadini hanno capito da tempo che non la sostituzione del presidente del consiglio, non il cambio del colore di una coalizione, potranno migliorare per via taumaturgica lo stato generale del Paese ed il livello economico delle famiglie: la crisi è nel sistema, collassa l’intera impalcatura istituzionale. Per questo la gente a volte ostenta indifferenza, più spesso fastidio, verso tutti i politici di tutti i partiti, senza eccezioni.
Nei dettagli: la congiura di palazzo che si ordisce in questi giorni non è un episodio ma affonda le radici in tradizioni consolidate nel tempo e costituisce un singolo tassello di un mosaico più grande. “Veramente più volte appaion cose che danno a dubitar falsa matera per le vere ragion che son nascose.” (Purg. XXII 28-30). È pacificamente accettata la tesi che da prima dell’unità gli avvenimenti italiani siano eterodiretti da un’accorta regia straniera (con l’ovvia eccezione del vituperato ventennio) in favore di interessi sovranazionali. Questi interessi sono il movente della prossima destituzione dell’attuale premier, non abbastanza manovrabile ed anzi in qualche caso pericolosamente ribelle (amicizie ed affari energetici con Libia e Russia). Al governo “devono” andare invece supini esecutori delle direttive americane, per gestire un’altra stagione di tensioni economiche, sociali e politiche, come sta succedendo in Grecia, Portogallo ed Irlanda: crisi di cui approfitteranno i soliti burattinai che l’hanno provocata ad arte per impadronirsi ancor di più della nostra economia, presentandosi come salvatori della Patria. Potremmo veder passare in mano straniera gruppi televisivi, assicurazioni e banche, catene di distribuzione ed industrie, con ulteriori perdite di posti di lavoro. È una storia dall’epilogo già scritto, facilmente pronosticabile.
Nel frattempo noi sudditi dell’Impero “Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”.

Zigzagando tra le fioriere - 26 Novembre 2010

Tra i non credenti e gli agnostici si afferma che Dio è una creazione della mente umana, necessaria a chi abbia bisogno di immaginare una causa prima. Non esisterebbe il Dio vendicativo degli Islamici, né il Padre giusto e comprensivo dei Cristiani. Neppure il Matematico, che si diverta a far impazzire gli Ebrei coi rompicapi numerologici della Kabbalah. Un parto dell’umana fantasia anche l’aldilà, la vita dopo la morte. Ma nel dubbio che esista davvero, qualche furbastro accomuna tutti gli Dei nelle sue preghiere serali: non si sa mai. È il sincretismo modernista: a voi il mondo, sincretini!
Abbiamo osservato e scisso l’atomo in particelle sempre più piccole (un paradosso semantico, perché a-tomos è in greco antico il non-divisibile), viaggiamo nello spazio immenso. Studiamo l’infinitamente piccolo ed esploriamo l’universo, senza riuscire a fornire a noi stessi risposte certe ed univoche alle domande che da sempre attanagliano l’umanità.
Chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo. Ed eventualmente, perché ci andiamo in macchina, zigzagando tra le fioriere.

domenica 14 novembre 2010

I figli calano, le case crescono - 13 Novembre 2010

Gentile Professore,
l’amico Francesco parla di un fenomeno generale, quello del calo demografico, a Galatina più accentuato che altrove. Vorrei commentare che qui forse abbiamo ascendenze britanniche (“niente sesso, siamo inglesi”), se la battuta non fosse scontata e poco umoristica.
Dico la mia: l’Italia è il paese occidentale con la minore natalità (1,3 figli per donna in media), includendo persino l’alta prolificità dell’immigrazione. Le cause sono note, in primis politiche sociali sfavorevoli verso la famiglia e le madri lavoratrici. La scarsissima attenzione alla famiglia è costante comune ai governi di ogni tempo e colore, mitigata a volte con provvedimenti degli enti locali, in special modo nelle regioni del centro-nord che dispongono di maggiori risorse.
Galatina non fa eccezione e le amministrazioni succedutesi nella nostra città, in più e peggio di altri comuni vicini, da molti anni non sono riuscite ad attrarre investimenti per iniziative non effimere, favorire sviluppo ed occupazione sia intellettuale che manuale e quindi incremento demografico.
Il paradosso galatinese è questo: a quanto è dato di vedere, in una città decresciuta per popolazione e perciò meno bisognosa di alloggi, si continua forsennatamente a costruire occupando suolo sottratto alla natura; quando sarebbe più intelligente ed ecologicamente rispettoso del territorio restaurare e rivitalizzare l’abitato storico. Ma qui ci avventuriamo nell’inesplorata giungla della lobby edilizia locale, una vegetazione intricata e lussureggiante di interessi e turnisi. Ed io, che non sono il Sandokan di via D’Enghien, lascio ad altri pirati il gusto di affrontare questo mistero salgariano.
Saluti cordiali.

sabato 13 novembre 2010

Il Galatino Anno XLIII n° 18 del 12 Novembre 2010

Non farla lunga, scatenati nel bunga bunga

Marx ha scritto che una tragedia storica può spesso replicarsi in farsa: è una delle poche affermazioni del filosofo ipertricotico con cui possiamo concordare. Personalmente, invece, ho trovato a volte più saggezza nelle gag di Groucho, Harpo e Zippo che in alcune pagine del caro vecchio Karl. Chiedo scusa ai cultori del barbuto di Treviri, ma è questione di opinioni e di gusti.
A proposito di gusti: ecco che siamo spinti ad occuparci di nuovo, e con qualche sbadiglio intellettuale, della propensione per le minorenni di un uomo politico alquanto in vista. Il noto Rubycondo ci aveva abituato, è vero, ad una corte variopinta di soubrette elevate agli onori ed oneri di qualche ministero assortito o di incarichi minori. Non si pensi malignamente che le procaci Signore e Signorine siano lì senz’arte né parte. Al contrario, le candidate sono state investite della loro alta missione dopo un esame approfondito, quantunque solo orale, applicando il famoso “metodo Lewinsky” di scuola Clinton, e secondo i severi standard USA. Gli americani, come sappiamo, hanno il culto della professionalità e premiano solo i capaci. Ne consegue che le suddette avranno dimostrato eccellenza nel loro specifico settore, e questo ci conforta assai.
Ma parliamo in definitiva di adulte e consenzienti: invece la novità consiste nell’aver appreso, prima da una lettera della ex moglie a “la Repubblica”, poi dalle rivelazioni dei media, della predilezione del politico in questione per ragazze ad un passo dalla fatidica soglia dei 18 anni. Sentimento paterno? Vogliamo credere di si. Saremmo altrimenti nel campo scabroso delle patologie comportamentali senili: oggetto di studio per psicologi della terza età più che scoop da giornalisti morbosamente curiosi.
E quindi si collochi l’ormai mitico bunga bunga tra le innocue esibizioni tersicoree, volte solo ad allietare le serate d’una annoiata compagnia di ultrasettantenni. Cadrebbe in errore chi volesse paragonare lo spettacolino discinto alle danze delle odalische nell’harem del Sultano, giorni prima della caduta dell’Impero della Sublime Porta.
Né tragedia né farsa, dunque, ma indefettibile coerenza: quella di uno Statista che, nel Paese che sta andando a….omissis, per amor di Patria ci va pure lui.



giovedì 11 novembre 2010

Una badante da Seul - 11 Novembre 2010

Gentilissimo Professore,

siamo d’accordo, la casa nuova è più grande e molto luminosa, e la stanzetta che mi è stata riservata mi piace davvero. Ho portato con me le vecchie carabattole tanto care a questo pensionato INPS: il ritratto di Francesco II di Borbone (riposi nella gloria del Signore) e pure il quadro di Garibaldi, Mazzini e Vittorio Emanuele, bersaglio per giocare a freccette coi compari. Non manca sulla scrivania, in mezzo a pastiglie e sciroppi, anche la veneranda “Lettera 32” che uso per strimpellare le quattro note stonate che Le invio ogni tanto. A proposito, spero che provveda presto a traslocare qui anche le mie scartoffie rimaste nella casa vecchia.
Non vorrei sembrarLe troppo invadente, ma la badante carina e disponibile che avevo prima non c’è più, l’hanno fatta Ministro della Repubblica.
Non è che per caso potrebbe trovarmene un’altra con le stesse doti? Sa com’è, senectus ipsa morbus est, la vecchiaia stessa è malattia, ed alleviarla in compagnia di una giovane generosa fa bene al corpo ed allo spirito: me lo ha confermato un conoscente di Arcore. Se poi fosse anche intelligente sarei certo di non perderla seguendo lo stesso cursus honorum della precedente.
Le chiedo scusa se ho importunato con queste richieste strampalate, caro Professore, e mi stia bene.
Devotamente,
Pasquino Galatino