sabato 17 dicembre 2011

Il Galatino anno XLIV n° 21 del 16 Dicembre 2011

Iniquitalia

Notizia-bomba: inviato un pacco esplosivo ad una sede Equitalia di Roma. Umorismo macabro, proprio come quello del Direttore Agenzia delle Entrate, dottor Befera Attilio da Roma (stipendio €. 456.733) che commenta senza vergognarsi: “…continueremo ancora di più a lavorare per il bene del Paese”. Tornate sobri e concedetevi una pausa, dottor Befera, il Paese vi esenta volentieri dal compito, conoscendo sin troppo bene le vostre civilissime maniere per riscuotere tasse e balzelli spesso non dovuti. Ha provato la carezza di Equitalia anche il vecchio malato di Alzheimer che a Genova si vede messa all’asta l’abitazione, valore 200.000 €, per una cartella esattoriale di 63 (diconsi sessantatre) e muore; hanno apprezzato il vostro aiuto i tanti coltivatori diretti meridionali stroncati dal maltempo cui, non potendo i poveretti pagare mutui e contributi INPS, a mò di sostegno morale avete confiscato aziende e macchinari. Lo immagina, Direttore, in mano di chi finiranno quei terreni, vero? Ai soli che in questi giorni di “rigor Montis” dispongono di liquidità, cioè mafiosi e loro prestanomi. Ed infine, ma solo per non annoiare il Lettore: signori di Equitalia, vi ricordano con gratitudine artigiani, piccoli imprenditori, agenti di commercio ai quali imponete il “fermo amministrativo” ai veicoli, anche per semplici infrazioni stradali, bloccandone spostamenti e lavoro. Né dobbiamo dimenticare il triste primato italiano dei suicidi per crisi. È bene si sappia che la riscossione delle cartelle esattoriali si rivale sugli eredi: anche questo è Equitalia…

Pure se manifestiamo umana comprensione al funzionario ferito, però vogliamo consigliare ai dirigenti di Equitalia ed Agenzia delle Entrate, e soprattutto ai politici che hanno loro espresso solidarietà (prova della distanza che li separa dal paese reale): riflettano “lor signori” sul consenso unanime dell’opinione pubblica verso questi gesti di violenza, cosa mai verificata al tempo dei terrorismi rossi e neri. Qualora, in un lampo di lucidità residua, riuscissero ad interpretare bene il sentimento popolare, vedrebbero che la gente è esasperata: hanno tirato troppo la corda.

Angeli custodi - 10 Dicembre 2011

Inviato di questa testata e de “Il Galatino”, ho assistito al Congresso Nazionale degli Angeli Custodi, quest’ultimo fine settimana, in una località termale del centro Italia che mi è stato chiesto di non rivelare. Ambientazione accogliente, nonostante il clima invernale, grande affluenza di delegati da ogni regione, partecipazione fattiva e concretezza; sapete, a differenza di noi uomini, nelle loro celesti assemblee gli Angeli Custodi badano a risultati tangibili. E quindi spazio alle tabelle di dati e percentuali, alle discussioni (comunque pacate), alle mozioni conclusive. I più agguerriti, in senso bonario s’intende, quelli della CGIL-ProtezionePersonale, alquanto polemici con UIL-Security e CISL-SicurezzaCristiana causa problemi di rappresentanza sindacale.

Ho potuto conoscere il mio Angelo Custode. Fosse stato un umano, avrei descritto una splendida ragazza sui 30, capelli lisci neri ed occhi azzurri: modestamente… A togliere ogni dubbio, il paio d’ali candide alle spalle. Indossava però un curioso travestimento (“Per esigenze di copione”, mi ha spiegato): nasone finto e baffi, una specie di maschera carnevalesca. Devo ancora capire se per l’imbarazzo delle malefatte del suo assistito, oppure per semplice captatio benevolentiae verso il sottoscritto.Per dovere di cronaca, riporto la presenza, in una tribuna un po’ separata, di un gruppo di delegati dall’aspetto dimesso ma sereno: avevano tutti un foglio in mano, una lettera di dimissioni dall’incarico, ed una luce di puro sollievo nello sguardo. Ho chiesto alla mia bella tutor chi fossero. Sono gli Angeli Custodi dei politici galatinesi, mi è stato risposto, si mettono in aspettativa: lavoro usurante.

Ah, quasi dimenticavo: porto a tutti Voi il loro messaggio di pace e salute, cui unisco volentieri il mio. Buon Natale, e siate felici nonostante “la manovra”.

venerdì 9 dicembre 2011

Il Galatino anno XLIV n° 20 del 9 Dicembre 2011

Il “Dottor Morte”

Il malato immaginario ascolta rapito il mediconzolo dall’eloquio barocco: è bastato uno sguardo superficiale per stilare una diagnosi astrusa, una malattia grave dal nome incomprensibile. La cura si ripropone immutabile, valida per ogni disturbo: salassi ed enteroclismi. Che sortiscano l’effetto di guarire Argante, è incerto, ma il vecchio è impapocchiato dalla “scienza” del dottorino e ne subisce con stoicismo le improbabili terapie. Non vede, il vegliardo, che la causa del suo malessere è proprio l’accanimento interessato del furbo cerusico e l’avidità della moglie che si predispone ad una vedovanza ricca e spensierata. Nel film del 1979 di Tonino Cervi, Alberto Sordi dipinge l’ipocondriaco con impressionante realismo, e Christian De Sica convince nei panni del giovin dottore presuntuoso ed incompetente.

Fabella docet: se l’Italia, che vogliono malata (per dividersene le proprietà pubbliche), viene affidata ad un chirurgo di quella stessa scuola che ha diffuso l’epidemia (scientemente, con volontà criminale), l’esito non può essere che il decesso del paziente. Tanto è verosimile questa previsione, che in Germania affermano di voler salvare l’euro ma ricominciano a stampare marchi: Europa aufwiedersehen.