giovedì 26 dicembre 2013

Cronache minime di Natale - 21 Dicembre 2013

Cronache minime di Natale

“Usciamo”, un ordine che non ammette repliche, strappa il nostro dal sopore pomeridiano del giorno di festa. Avrebbe preferito crogiolarsi nell’abiezione: l’ascolto in cuffia delleVariazioni Goldberg dalla tastiera di Glenn Gould, le pagine di Zitara sull’economia meridionale preunitaria, due dita di primitivo di Manduria e la pipa fumante di Black Luxury. Il copione natalizio invece prevede la visita ai presepi (simulare entusiasmo).
Parcheggio in villetta, poi a passeggio per vetrine e, secondo vecchia usanza, il caffè al solito bar, schiaffo ai neuroni avvelenati dalla dose letale di trigliceridi ingurgitati poche ore prima. In piazza il vento freddo agita l’albero palluto oggetto di giudizi contrapposti, e risveglia dalla foschia alcoolica il nostro, che ora distingue persino amici e sconosciuti turisti, gli uni e gli altri prima salutati con identico trasporto. “Accoglienti, questi salentini!”.
La coppia segue il flusso della folla presepiante; nella calca il nostro non può evitare un pargolo, spiritato da artetica infantile, che in piena corsa va a collidere con la cristalleria di casa. Per rispetto alla sacralità del luogo (il portone dei Battenti sempre chiuso, e sempre deturpato da sacchetti dell’umido deposti proditoriamente dal genio del pattume di piazzetta Galluccio), il malcapitato soffoca in gola un urlo di dolore giurassico e poco religiose interiezioni, che trapelano comunque, tradite da impercettibili movimenti labiali.
La mamma del precoce centometrista, appena tornata nel Salento con la famiglia per le vacanze, richiama il discolo con la tipica cadenza brianzola di Cutrofiano sul Lambro: “Thòmassa, ancora cadi e ti rompi i musetti!”. Il nostro si frena (è Natale!) dall’impartire  alla giovane un’esemplare lectio pedagogica sull’uso, antico eppure moderno, del ceffone educativo mollato con balistica sapienza, e viene sospinto alla Basilica.

È il clou della passeggiata natalizia, l’incontro con quella che molti giudicano la summa dell’arte presepiale cittadina. L’estasi che prende  - adulti e bambini tutti - al cospetto della Natività rappresentata mirabilmente, è avvilita dai commenti di fedeli poco inclini alla pietas. Il cinico vernacolo galatinese corrode anche i momenti sublimi: “Cce bbrutta ddhra grotta de Bettlemme!”. Si torna con i piedi per terra, in senso figurato e letterale, muovendo fuori dal Tempio con la circospezione richiesta dallo sconnesso basolato del centro antico. Anche questo è Natale.

sabato 14 dicembre 2013

Il Galatino anno XLVI n° 21 del 13 Dicembre 2013

Discorso della Corona

Salute a Voi, cari Sudditi. Con paterna sollecitudine ci accingiamo al grato ufficio del messaggio di fine anno.
Siamo certi di interpretare sentimenti e valori condivisi, quando affermiamo che l’auspicato, incruento passaggio dalla repubblica alla monarchia, che  Noi impersoniamo, è stato imposto alla Nazione da un grave stato di necessità: la repressione delle pulsioni rivoluzionarie e populiste ma principalmente il salvataggio degli istituti di credito. A tali ineludibili compiti, al secondo in particolare, l’Europa ci ha chiesto di adempiere con impegno indefesso, anche col sacrificio della Costituzione, della sovranità popolare, delle vite degli stessi cittadini quando necessario. Ad essi ci siamo applicati con diuturno zelo e passione genuina, mossi dal rispetto degli accordi vessatori sottoscritti (incuranti della volontà contraria di Voi cittadini) con gli organismi europei di governo, che oggi opportunamente coincidono con le istituzioni finanziarie insediate al posto di quelli. Il governo è la BCE e la BCE è il governo. L’inutile orpello della sovranità popolare – residuo cascame del deposto regime parlamentare – pertanto è stato rimosso e la sospensione della democrazia sine die si è resa necessaria, per il bene dello stesso Popolo che ora Noi guidiamo e rappresentiamo per grazia di Dio e della Banca Centrale Europea (eterna gloria al suo Governatore).
Sudditi! Gli indiscriminati attacchi di certa magistratura rivoluzionaria alla Nostra Augusta Persona, repressi con indefettibile rigore, sono gli ultimi sussulti della sospesa democrazia, sistema di governo obsoleto e non più al passo dell’Europa carolingia cui tutti aneliamo. L’instaurazione di un Nuovo Ordine Mondiale è quanto mai utile ed improcrastinabile. Ed affermiamo con viva e vibrante soddisfazione che, anche grazie al Nostro impegno, questo traguardo appare vicino a realizzarsi. La crisi economica è superata, la disoccupazione è ai minimi storici ed il rancio è sempre ottimo ed abbondante.
Con rinnovata fiducia nel Vostro senso di responsabilità guardiamo a Voi, amati sudditi. Siate tranquilli ed operosi, rispettate il Vostro Sovrano, pagate le tasse ed il canone ed abbiate incrollabile fede nel radioso futuro che attende la Nazione. Ogni irricevibile moto di dissenso, ogni critica irriguardosa seppure mascherata da satira al potere, saranno considerate delitti di lesa maestà ed attentati al Nuovo Ordine Mondiale costituito, che ci onoriamo di servire.
A Voi tutti, alle Vostre famiglie, la nostra indulgente magnanima benedizione ed i nostri più fervidi voti augurali


Dai Regi Palazzi, 31 dicembre 2013

venerdì 6 dicembre 2013

Il Galatino anno XLVI n° 20 del 6 Dicembre 2013

Aforismi
(ed altri potenti allucinogeni)

“Quando un politico riceve un avviso di garanzia si deve dimettere subito” (Nichi Vendola)
"Io non conosco questa cosa, questa politica che viene fatta dai cittadini e non dalla politica" (Massimo D'Alema, 9 marzo 1997) 
“La ripresa c’è” (Romano Prodi, 16 maggio 1997)
“La ripresa sarà più serena” (Romano Prodi, 29 luglio 2007)
“La ripresa verrà” (Romano Prodi, 19 aprile 2009)
“Nessuna ripresa sino a fine 2013” (Romano Prodi, 25 ottobre 2012)
“In Ungheria l’URSS porta pace” (Giorgio Napolitano, novembre 1956)
“Ho reso questo omaggio…a sostegno dell’insurrezione ungherese e contro l’intervento militare sovietico” (Giorgio Napolitano, 26 settembre 2006)
“Niente di utile da riferire, ho agito nella massima trasparenza” (Giorgio Napolitano ai giudici di Palermo sulla trattativa Stato-mafia, 25 novembre 2013)
ed infine, l’esprit de finesse dell’appena cessato ventennio:
“La patonza deve girare” (Silvio Berlusconi, 10 ottobre 2008)