venerdì 27 giugno 2014

Il Titano n° 12 del 26 giugno 2014

"S Pietro in Galatina"

Ti carezzo con gli occhi, città;
splendori di notti d'estate.
Violata, tu, dal potere.

sabato 14 giugno 2014

Il Galatino anno XLVII n° 11 del 13 Giugno 2014

Il papiello secondo Matteo (06.14)

Dalla lettera di S. Paolo Intesa agli azionisti.
“In quel tempo, dopo aver scalato MontePaschi e Montecitorio, Matteo aveva chiesto udienza ai potenti della terra. I governatori di Alemagna, Anglia e Gallia gli avevano sbarrato le porte dei palazzi come davanti al lebbroso, ma il loro disprezzo era stato celato al popolo dagli scribi italici. Così egli era sCOOPpiato in un pianto dirotto ed aveva chiesto consiglio e rASSICURAZIONI ai suoi GENERALI. Quindi, scortato da fidati UNIPOLiziotti, Matteo era tornato tra Pedemontani,  Longobardi e Veneti; e, sollevandola dalla CASSA DI RISPARMIO in cui era custodita, offrì alla venerazione della folla plaudente degli elettori la sacra TAVola EXPOsta del profeta MOSE; poi tra fumi, incensi ed osanna di gioia, alzò le braccia al cielo e concesse benevolo il perdono e l’impunità implorati ai primi greganti ma anche a tutti i ladroni rottamati che lo avessero seguito. Ciò secondo la volontà del tiranno neapolitano, colui che tutto poteva, sopra ed oltre ogni legge. Narrano gli scrivani di corte che, alle sue parole, era prodigiosamente resuscitata la patria tangentara già troppo in fretta dichiarata morta come Lazzaro, e da lazzaroni debenedetti riSORGENIAta.

In quei giorni anche i giannizzeri del sultano Al Fan, la setta di Farsital e tutti gli infedeli adoratori del Biscione d’oro si erano convertiti al matteismo e, riparati al suo gregge, attendevano fiduciosi l’opulenta mangiatoia che sarebbe venuta a nutrirli. Così è scritto. Sia lode in eterno a Matteo. Alleluia alleluia.”