venerdì 24 febbraio 2017

Il Galatino anno L n° 4 del 24 febbraio 2017

Parce sepulto
Si può provare dolore per qualcosa che finisce. Un affetto, un’amicizia… il tempo poi cura le ferite dell’anima ed aiuta ad accettare il distacco.
C’è invece un rancore che non passa, causato dal vedere l’Idea calpestata ed involgarita dalle miserie di uomini piccoli, che di quell’ideale si servono per il proprio particulare. Siamo umanamente vicini al Popolo che sogna il necessario riscatto della classe proletaria, l’emancipazione della gente che fu cara a Turati, Gramsci, Di Vittorio e tanti altri. Tra i primi, il “nostro” Carlo Mauro.
Quel partito che una volta difendeva gli ultimi, nella sua disgustosa mutazione genetica pratica da anni l’ortodossia del capitalismo più feroce ed antipopolare, che è quello delle multinazionali, della finanza di rapina, delle banche dei papà salvate col denaro di pensionati e terremotati.

È bene, è utile e necessario che quel partito si stia dissolvendo. Elaborate il lutto e guardate al futuro, adesso sì, con fiducia.

sabato 11 febbraio 2017

Il Galatino anno L n° 3 del 10 febbraio 2017

Pietra su pietra

Un eventuale censimento della popolazione confermerebbe l’ulteriore decremento dei residenti galatinesi. Non ci stupiremmo che la fredda statistica dichiarasse quello che chiunque, dotato di un minimo “sesto senso”, può verificare ictu oculi, cioè che la nostra Città subisce un calo demografico da anni. Potremmo indagarne le cause, ma in questa sede ed ora non è quello il nostro obiettivo.
Piuttosto rilanciamo una questione già proposta anni fa, sette-otto o più: il consumo del territorio circostante il centro abitato per nuova edilizia, il più delle volte inutile. Se infatti siamo di meno, abbiamo bisogno di altre case?
Non sarebbe opportuno invece valorizzare il centro antico e ripopolarlo?

Al prossimo Sindaco la sfida di escogitare una rinascimento galatinese che potrebbe cominciare proprio dal cuore della Città. Ci vorrebbe intelligenza e soprattutto libertà dalla lobby del cemento. Ma questo, naturalmente, è un altro discorso.