Quel motivetto che mi piace tanto
Per quanto possa tornare indietro
con la memoria, ogni estate è legata al ricordo di una canzone. Si tratta in
genere di motivi orecchiabili e dal testo poco impegnativo, con alcune
eccezioni che hanno fatto la storia del costume e sono entrate nell’immaginario
collettivo. In alcuni casi, le rotonde
sul mare sono state lo sfondo di amoretti estivi che a fine stagione –
neanche telefonando – hanno avuto un
seguito più concreto e duraturo, come il sapore
di sale scivolato via dopo la doccia.
Preambolo necessario alla ricerca
di un motivetto – volgare come i tempi presenti – che possa dipingere in parole
e musica l’estate appena trascorsa. Quella delle nudità esibite, delle città trasformate
in enormi campeggi (con i problemi di igiene ed ordine pubblico conseguenti),
delle risse in discoteca. Magari una canzoncina sguaiata, il cui tempo si possa ritmicamente associare alla
ginnastica mattutina della spigliata coppia di Spiaggetta della Purità, immortalata
dai passanti nell’esercizio di una pratica che – secondo un mito maschile indimostrabile – sarebbe
abilità peculiare delle emiliane.
E non diciamo, ovviamente, delle
lasagne.
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