venerdì 30 marzo 2012

Il Galatino anno XLV n° 6 del 30 marzo 2012

Effetti collaterali del caro-carburanti

Prezzo della benzina prossimo ai 2 euro al litro, livello già superato nelle stazioni di servizio di alcune autostrade. Sul piede di guerra i piccoli gestori per il calo delle vendite, gongolano invece i petrolieri: sarà ancora più facile, con questi guadagni, scapricciarsi ad ingaggiare calciatori da 20 milioni a stagione per la propria squadra, alla faccia degli operai in mobilità. Si lamentano, è chiaro, gli automobilisti e tutti coloro che usano il mezzo privato per lavoro, perchè muoversi è diventato costosissimo. In conseguenza, sulle strade la velocità media è scesa di molto. È facile vedere lunghe teorie di auto, anche di lusso, viaggiare a 70-80 Kmh, un regime di tutto riposo per i motori e quindi di bassi consumi. Diminuiscono, ovviamente, le probabilità di incidenti dovuti all’alta velocità. C’è poi un altro aspetto molto significativo, che è l’incremento dell’uso del mezzo pubblico (ad esempio i trenini della Sud Est) anche in zone come il Salento dove era ancora poco diffuso, e il cosiddetto car sharing ovvero l’uso dell’auto per recarsi al lavoro condividendola con altre persone. Questi sono alcuni risvolti positivi.

Di contro, siccome i costi di gestione delle auto sono ormai insostenibili per le famiglie, se ne limita l’utilizzo solo quando indispensabile e si risparmia su tutto. Qualcuno, purtroppo, anche sulle assicurazioni. C’è chi esibisce sul parabrezza contrassegni taroccati, cioè riprodotti falsamente con lo scanner ritoccando le date di scadenza. Anche per questo motivo ho aumentato la mia prudenza alla guida. So che, in caso di sinistro, ho una probabilità su tre di incontrare conducenti non assicurati. Il che vuol dire che i danni ai mezzi ed alle persone, nel 30% dei casi, sono purtroppo scoperti da indennizzo, come in una roulette russa. Volendo, c’è tanto lavoro per le forze dell’ordine preposte al controllo del traffico.

venerdì 16 marzo 2012

Il Galatino anno XLV n° 5 del 16 Marzo 2012

Libero pensiero, sovversione

I modelli di società occidentali, in particolare quelli di ispirazione anglosassone imposti dovunque con la corruzione o con le armi, esaltano e favoriscono le intelligenze pratiche più che le speculative. Il mercato del lavoro richiede competenze estremamente specialistiche: si pensi alle tante branche dell’ingegneria. Il tecnico moderno è una figura descrivibile come l’antitesi del genio rinascimentale leonardiano, intelletto poliedrico capace di partorire, in uno stesso arco temporale, opere d’ingegno, d’arte e di filosofia. Occupato invece a testa bassa ad ideare o produrre sempre nuova tecnologia da sfruttare in breve tempo, perché subito obsoleta, cultura dell’effimero, denaro e ricchezza virtuali, carte da bollo e burocrazia inutile ma vessatoria per il cittadino in termini di tempo e costi, il prestatore d’opera (di braccio o di concetto) non avrà la possibilità di interrogarsi su un’esistenza persa nel labirinto produzione-consumo-debito; e, soddisfatto di sé, verrà tenuto in un limbo di mediocrità culturale pianificata a tavolino e coltivata “in tutta scienza e coscienza” dalla scuola primaria all’università. Sarà riconoscente ai benefattori che lo avranno gratificato di un impiego e perciò di benessere e status, ed orgoglioso del suo personale insostituibile contributo al funzionamento del sistema.

In che modo questo meccanismo si sia consolidato sarebbe complesso (ed anche presuntuoso) da spiegare: si può ipotizzare che la politica attuale, longa manus dell’oligarchia finanziaria, abbia bisogno di consenso al fine di perpetuare il controllo delle masse. Questo si ottiene non solo, come detto, con la facoltà di distribuire lavoro e credito, ma anche attraverso la manipolazione dei media, argomento talmente sviscerato da non dovervi dedicare una virgola in più; possiamo dire che si crea consenso focalizzando l’interesse dell’opinione pubblica su questioni futili per la gran parte ma ossessivamente reiterate. Solo ad esempio, un delitto di provincia od una tragedia navale (entrambi conditi ad arte da implicazioni erotico-sentimentali) possono avere lo stesso impatto mediatico e l’identico fine di un campionato di calcio, di un festival di musica leggera, di un reality ed infine e soprattutto di celebrazioni patriottiche farlocche. L’obiettivo è, sempre e con ogni mezzo, inibire il ragionamento autonomo. O tutt’al più instillare un “pensiero già pensato”, un’idea prêt-à-porter: attività riservata oggi ad alcuni divi del giornalismo politico left oriented, che si sono arrogati un compito fino a due decenni fa appannaggio esclusivo delle scuole di partito. Perciò la dottrina davanti alle telecamere, nelle terze pagine, va sobriamente "veicolata" (brutto neologismo) con l'aria sorniona di chi, generoso di sé, sta spezzando per pochi eletti il pane della sua sapienza.

A mò di stupefacente, si spacciano a cadenza annuale elezioni politiche al "popolo sovrano", cui è data l'illusione di poter scegliere i governanti attraverso dispendiosi ludi cartacei. Il cosiddetto esecutivo tecnico (diabolica trovata di un napolitano), con l'arroganza della sua incostituzionalità, giunge finalmente a smascherare l'ipocrisia e sancisce in via ufficiale che la democrazia è sospesa: cosa risaputa da tempo.

Il muro del consenso mostra però alcune crepe visibili. Siccome, per sua stessa natura, l'economia di scuola neoliberista non può assicurare lavoro a tutti, gli esclusi, gli "sfigati" d'ogni età e latitudine diventano maggioranza. Disponendo in eccesso di tempo libero, aprono la mente al cogito ergo sum, minaccia che il sistema vuole evitare a tutti i costi.