venerdì 24 aprile 2020

Il Galatino anno LIII n° 8 del 24 aprile 2020


Arresti domiciliari

   In coda ordinata all’ingresso di supermercati e farmacie, con la protezione di mascherina e guanti monouso: dimostrazione plastica del subitaneo evolvere della folla italiana, formata da anarchici “individui” generalmente poco inclini alle regole della convivenza, in “popolo” disciplinato e rispettoso verso il prossimo. Effetto secondario di un distanziamento sociale imposto non in forza di una legge votata in Parlamento, ma con un semplice provvedimento amministrativo – sebbene “alto” – quale il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Materia per esperti di Diritto, che vogliano indagare se negli atti del Premier vi sia vulnus, ad esempio per gli articoli 16 e 17 della  nostra Carta Costituzionale che salvaguardano i diritti di circolazione e di riunione. Di proroga in proroga, qualcuno spera di certo che le persone si adattino alla “normalità” di misure dettate da contingenza e che la provvisorietà diventi permanente, chiedendo scusa per la contraddizione in termini.
   Ebbra di libertà, degenerata spesso in libertinaggio e licenza, l’italica stirpe di “poeti, santi e navigatori”… ma anche di trasgressori, ritrova le virtù perdute unicamente sotto il tallone dell’imposizione, del divieto, del rigore, come avviene in periodi eccezionali della storia. Ha detto anni fa Gianni Agnelli, e per una volta non si può a posteriori non dar ragione ad un personaggio sopravvalutato, che in Italia riforme di destra sarebbero state possibili solo affidandole a governi di sinistra. La profezia del campione piemontese del “capitalismo casereccio” si è avverata, piaccia oppure no, con poche e soffocate voci di dissenso.

venerdì 10 aprile 2020

Il Galatino anno LIII n° 7 del 10 aprile 2020


Un bel tacer non fu mai scritto
   Quando si è personaggio pubblico, nulla è più difficile che esprimere le proprie opinioni solo riguardo a ciò di cui si ha competenza. Questo spiega il diluvio di parole che dal piccolo schermo dilaga nelle nostre case. Dell’emergenza discutono, con l’aria di chi la sa lunga, calciatori e pizzaioli, gestori di slot machine e venerati bonzi tibetani inclini alla mondanità, maestri del pensiero debole ma dal robusto appetito e dive cinematografiche per mancanza di prove. Per carità: nel loro campo, autorità indiscusse. Ma conforterebbe, noi comuni mortali, che a pronunciarsi sul flagello del momento fossero gli scienziati, per spiegare la natura del male con parole piane; ed i politici, non i loro ghostwriter del Grande Fratello, per proporre rimedi socialmente ed economicamente efficaci.
   Di recente un famoso allenatore di calcio tedesco ha detto, con umiltà davvero apprezzabile: "Non può essere che chi non ha conoscenza della materia come me parli di certe cose",
   A Jurgen Klopp tutta la mia stima, come uomo prima che come sportivo.