Arresti
domiciliari
In coda ordinata all’ingresso di supermercati
e farmacie, con la protezione di mascherina e guanti monouso: dimostrazione plastica
del subitaneo evolvere della folla italiana, formata da anarchici “individui”
generalmente poco inclini alle regole della convivenza, in “popolo” disciplinato
e rispettoso verso il prossimo. Effetto secondario di un distanziamento sociale
imposto non in forza di una legge votata in Parlamento, ma con un semplice
provvedimento amministrativo – sebbene “alto” – quale il Decreto del Presidente
del Consiglio dei Ministri. Materia per esperti di Diritto, che vogliano
indagare se negli atti del Premier vi sia vulnus, ad esempio per gli
articoli 16 e 17 della nostra Carta
Costituzionale che salvaguardano i diritti di circolazione e di riunione. Di
proroga in proroga, qualcuno spera di certo che le persone si adattino alla
“normalità” di misure dettate da contingenza e che la provvisorietà diventi
permanente, chiedendo scusa per la contraddizione in termini.
Ebbra di libertà, degenerata spesso in
libertinaggio e licenza, l’italica stirpe di “poeti, santi e navigatori”… ma
anche di trasgressori, ritrova le virtù perdute unicamente sotto il tallone
dell’imposizione, del divieto, del rigore, come avviene in periodi eccezionali
della storia. Ha detto anni fa Gianni Agnelli, e per una volta non si può a
posteriori non dar ragione ad un personaggio sopravvalutato, che in Italia riforme
di destra sarebbero state possibili solo affidandole a governi di sinistra. La
profezia del campione piemontese del “capitalismo casereccio” si è avverata,
piaccia oppure no, con poche e soffocate voci di dissenso.
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