Vieni
avanti, decretino
Siccome nel Palazzo il
caos regna sovrano, con inversione di ruoli ed attribuzioni, si può dire che
tutto è nella norma. L’eccezione sarebbe il contrario, qualcosa anche minima
che funzionasse regolarmente. Parte della minoranza (i sedicenti
“responsabili”) si offre di puntellare il governo. Di conseguenza l’opposizione
viene dall’interno stesso della maggioranza: diversamente non ci sarebbe gusto,
come quando non ti lecchi le dita e godi solo a metà. Forte di questa precaria
stabilità, o se preferite di questa stabile precarietà, e non avendo
alternative valide, il governo ingurgita immeritata fiducia dal Colle ed erutta
copiosamente piccoli decreti: decretini, potremmo chiamarli. Leggeri, non
impegnativi, digeribili, annunciati di solito via social nell’orario
dell’happy hour, l’aperitivo serale. Allentati i freni inibitori dei
tempi eroici, anche i pentastellati di governo si iscrivono al partito dei
MESchini, si MEScolano ai fautori della svendita nazionale. Restano
insormontabili divergenze col PD: principalmente sul colore delle cravatte e
sul taglio di capelli (corto o ribelle?). Qui si giocano le sorti della nazione.
Nel frattempo,
timidamente avanza la Fase 2, questa rivoluzione tanto annunciata ed ancor più attesa.
Al segnale, scatenate cappuccini e brioche.
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