sabato 22 maggio 2021

Il Galatino anno LIV n° 10 del 21 maggio 2021

 

Il tritacarne del mercato dei servizi

   Il modello consumistico è la regola della nostra economia, ne siamo condizionati anche se non vorremmo. Per fare un esempio concreto: spesso ci chiediamo per quale motivo le società fornitrici di servizi (gas, luce, telefonia), che con termine inglese chiamano utilities per confonderci le idee e prenderci più facilmente…in giro, dicevo, per quale motivo queste aziende ci subissano di telefonate a tutte le ore del giorno e della notte, offrendoci mirabolanti sconti e vantaggi irrinunciabili? Molto semplice: per queste società la parte più succosa del lavoro è acquisire nuovi clienti, non mantenere o fidelizzare quelli già serviti. Il cliente “vecchio” è un onere da smaltire presto, ha una scadenza, generalmente di un anno, e viene disincentivato a rinnovare il contratto con bollette via via più pesanti e contratti capestro. Allora cambia fornitore o gestore per ottenere condizioni più favorevoli e, inconsapevolmente, diventare “merce fresca” sul mercato, possibilmente da contendere ancora a suon di sconti, vantaggi, regali, ricchi premi e cotillons. Gli unici ad arricchire in questo moto perpetuo sono gli azionisti, il management e non certo il poveretto/la poveretta che vi sta chiamando.

   Ha detto qualcuno: “Se è gratis, la merce sei tu”. Meditate, gente, meditate (cit.)

sabato 8 maggio 2021

Il Galatino anno LIV n° 9 del 7 maggio 2021

 

Partito Unico del Nord

   L’inclusione sociale è (o dovrebbe essere) un diritto di chi vive in una democrazia compiuta. È la possibilità data ad ognuno di inserirsi in armonia nella società, realizzarsi secondo il progetto di vita e le aspirazioni, indipendentemente da eventuali limitazioni personali o di contesto: la mano pubblica interviene (o dovrebbe intervenire) ad annullare gli svantaggi ai blocchi di partenza, perché la “gara” dell’esistenza sia affrontata con pari opportunità.

   Questo in teoria. In pratica, dipende dalla latitudine di nascita. Un esempio fra mille? Posti disponibili negli asili nido ogni 100 bambini: Nord Est 33,6, Centro 33,3, Nord Ovest 29,9, Sud 13,3, Isole 13,8 (dati ISTAT 2018/19). È appena il caso di ricordare che il numero di posti negli asili è un prerequisito della possibilità di lavoro per le mamme. Altro indicatore, spesa pubblica pro capite anno 2018: Puglia € 13.042, Campania € 12.084, più o meno stessi livelli altre regioni meridionali; Valle d’Aosta € 25.492, Lazio € 22.130, Provincia autonoma di Trento € 21.353, Friuli V.G. € 18.329 (dati SVIMEZ, audizione alla Commissione Finanze della Camera del 10 dicembre 2019).

   Quindi nascere a Merano piuttosto che a Leuca, è rilevante ed incide in maniera decisiva ad evitare che la vita si trasformi in un percorso ad ostacoli. Detto questo, l’aiuto che il Recovery Fund europeo destina a questo Paese è finalizzato soprattutto ad annullare il gap socioeconomico tra le regioni, a realizzare dopo troppi anni ciò che altrove è scontato: sanità, scuole, infrastrutture. Al Sud sarebbe destinato il 70% delle somme, calcolo della Comunità Europea basato su PIL (prodotto interno lordo), indici di popolazione e disoccupazione. Il governo Draghi ne stanzia il 40%, sottraendo 60 miliardi di euro spettanti alle regioni meridionali, per dirottarli al Nord. La politica non è una novità assoluta, succede da sempre. Domenica 25 aprile, giorno della Liberazione, 500 sindaci di città del Sud si sono ritrovati a Napoli per denunciare il furto con destrezza. Qualche TG ha dato evidenza ad una notizia certamente non secondaria? Pare di no.

   Un ultimo dato, significativo. Ancora lo SVIMEZ, per bocca del suo direttore Luca Bianchi, afferma che ogni euro investito al Sud genera 1,3 e più euro di ricavi rispetto ad 1,1 investito al Nord. Ergo, sottrarre investimenti al Meridione non solo è contrario allo spirito del Recovery Fund, è anche stupido, per la perdita di economia, posti di lavoro, imposte, a danno dell’intero Paese.

   Ma per l’attuale esecutivo, esattamente come per tutti i precedenti, questo non sembra essere un problema. La presenza di ministri del Sud al governo ha quindi una ragione del tutto decorativa ed accessoria, è captatio benevolentiae dell’elettorato meridionale. Beatamente addormentato oggi più che mai.