lunedì 30 novembre 2020

Il Galatino anno LIII n° 19 del 20 novembre 2020

 

La presa della pantofola

   Apprendo che folle arrembanti e rissose avrebbero assaltato i punti vendita di una nota catena di discount, con sommo sprezzo del pericolo di assembramento. L’articolo di tanta concupiscenza sarebbe una sneaker, scarpa simil-sportiva da passeggio di primo prezzo, avente fattura e qualità adeguate al costo. Leggo pure che l’oggettiva ordinarietà della calzatura non ne avrebbe impedito l’asta al rialzo conseguente all’accaparramento, sino a cifre folli, sui siti di vendita e scambio.

   La memoria scolastica corre alle moltitudini rivoluzionarie che nel 1789 conquistarono la Bastiglia chiudendo l’epoca delle monarchie assolute. Il paragone con la massa scarpivora del 2020 induce a concludere che, nel cammino faticoso verso la civiltà, si sia persa la bussola.

lunedì 9 novembre 2020

Il Galatino anno LIII n° 18 del 6 novembre 2020

 

Corona (di spine) virus

 

   Alcune personali considerazioni sulle conseguenze della pandemia.

   La prima. L’evoluzione del contagio, le scarse ed inefficaci misure di contenimento della diffusione del virus e di sostegno all’economia già decimata da anni di depressione, l’azione rapsodica e contraddittoria di un esecutivo guidato dalla ricerca di effimero consenso mediatico anziché da volontà di soluzione dei problemi, sono concause di una situazione generale del Paese di maggiore sofferenza rispetto ad altri politicamente ed economicamente più solidi, e di probabile ritardo nella ripresa dall’emergenza.

   La seconda considerazione, corollario della precedente. Le conseguenze a livello sociale porteranno un cambiamento probabilmente definitivo nei rapporti interpersonali e nelle interazioni tra singolo e comunità. Il diradarsi ed il “virtualizzarsi” dei contatti inciderà, sta già incidendo, nel profondo delle relazioni umane. Prevedere adesso come potranno evolvere e se la psicologia sociale sarà capace di cogliere il mutamento e declinarlo positivamente in favore del singolo e della stessa società, è compito arduo e forse velleitario. Il tempo indicherà la direzione verso cui stiamo andando, chiarirà se la naturale capacità di adattamento della specie raccontata da tanti antropologi di ispirazione darwiniana procederà per traumi successivi o con accettabile gradualità. La cronaca dei disordini di questi giorni, pur se enfatizzata dai media, descrive una prevedibile viscerale reazione alla compressione dei diritti eredità della democrazia liberale, cui siamo abituati, ai quali è difficile rinunciare da un giorno all’altro, in favore di un benessere collettivo compromesso dalla pandemia, nebulosa meta a volte divergente dalle prosaiche esigenze quotidiane del singolo.

   Terza ed ultima riflessione. Tempi eccezionali richiederebbero uomini e guide eccezionali, non intendendo improponibili “uomini della provvidenza” ma statisti, o in subordine politici dotati di ampia, chiara visione prospettica e lucidità di pensiero: gente di cui il panorama italiano al momento è, oggettivamente, del tutto privo. Qui chiudo il mio dire.