giovedì 30 giugno 2022

Il Galatino anno LV n° 12 del 28 giugno 2022

 A.A.A.

 

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sabato 18 giugno 2022

Il Galatino anno LV n° 11 del 15 giugno 2022

 

Breve campionario di vezzi senili

 

   Bellissima stagione, quella della terza età. Proibito chiamarla “vecchiaia”, la cultura mainstream disprezza il rude vocabolo, oggi poco spendibile, in quanto associato all’idea della morte nell’immaginario collettivo: l’ennesimo tabù lessicale delle imperanti civiltà anglosassoni, americana in particolare. Curioso osservare come la stessa nazione che ha conseguito il predominio sul resto del mondo, attraverso il plurisecolare esercizio di politiche di morte e di prevaricazione fuori e lontano dai confini federali, quella nazione abbia occultato l’idea della fine naturale come coronamento dell’esperienza umana (tutto sommato auspicabile, rispetto alle irrazionali violenze quotidiane). E di conseguenza ne nasconda le progressive manifestazioni esteriori mediante una pervicace, ossessiva ricerca dell’eterna giovinezza.

   Scomparsi i “bei vecchi” di un tempo, con la loro dote naturale di rughe e canizie, impazzano questi adolescenti sette-ottantenni in jeans e minigonne inguinali. Figuranti improbabili cui è venuta a mancare, assieme alla gravitas senectutis, anche la dignità di un elegante appassimento corporale. È evidente quanto l’uso e l’abuso di chirurgia plastica e pilloline blu riescano a cancellare brillantemente gli insulti anagrafici all’estetica ed alle più intime funzioni e pulsioni, ma non altrettanto possano contro l’obsolescenza dell’hardware cerebrale. Che infatti, come letteratura geriatrica insegna, invecchia inesorabilmente e senza cure efficaci.

   Dicevamo: sereno è quel tempo breve che va dal tramonto alla notte, perché lontano dai tumulti dell’animo e dalle impellenze della carne. Ancor più se dedicato ad affinare lo spirito e l’intelletto, osservando non dall’alto, che sarebbe presunzione imperdonabile, ma in disparte, le convulsioni del mondo.