giovedì 31 marzo 2011

Lombrichi - 31 Marzo 2011

Ci vorrebbe la prosa distaccata di Moravia per raccontare il tipo umano impermeabile alle vicende esterne al proprio “particulare”, la visione asettica dell’entomologo mostrata ne “Gli indifferenti”. Quell’umanità che oggi assiste alla tragedia giapponese, come alle invenzioni della CIA che chiamano rivoluzioni democratiche, senza moti dell’animo, con l’identica maschera facciale e la stessa partecipazione esibite davanti al format televisivo serale.

Va peggio invece a quei pochi che assorbono il malessere universale come spugne psichiche e lo interiorizzano, incapaci di metabolizzare. Pessimo difetto: si viene colti da nausea ed afasìa, disturbi fisici che colpiscono, ad esempio, chi si provasse ad analizzare freddamente i fatti di questi giorni. Eppure non dovrebbe sorprendere né meravigliare il profilo basso, anzi sotterraneo, da Lumbricus medius, tenuto dai nostri rappresentanti nella questione libica: esibizione indecente, nella consuetudine di voltafaccia e tradimenti da Regno di Sardegna, di cui questa Repubblica è erede diretta.

Il “volemose bbene”, l’atmosfera zuccherosa del centocinquantenario non aiuta di certo a smaltire la bile accumulata, l’umor nero o melanconia diagnosticato dal cerusico medievale; al contrario appesantisce e stufa la sequela di sbandierate e discorsi patriottici. Ci vorrebbe un diversivo allegro, un siparietto d’avanspettacolo: per fortuna lunedì c’è la prossima udienza a Milano.

venerdì 25 marzo 2011

Il Galatino anno XLIV n° 6 del 25 Marzo 2011

A naso chiuso

Gli uomini della Prima Repubblica osservavano un’etichetta forse ipocrita e noiosa ma elegante. Apparve sfrontato, ai tempi, un intervento ironico di Giorgio Almirante che provocò l’ilarità generale: “Onorevole Andreotti, il suo governo ingurgita fiducia ed erutta decreti!”. Tangentopoli fece tabula rasa di quel mondo. Giuliano e Carlo Azeglio, Primi Ministri nel dopo-bufera giudiziaria, inaugurarono un periodo di regolarità, effetto naturale del bifidus actiregularis. Del primo si ricorda una legge retroattiva emanata nottetempo, che spazzò via i risparmi degli Italiani da un giorno all’altro. La gente reagì indirizzandogli l’ovvio invito a recarsi in un luogo dove normalmente si è da soli; l’esortazione fu presa alla lettera, ed il conseguente dimagrimento trasformò quell’uomo di ondivaga fedeltà craxiana nel “Dottor Sottile”. Era l’inizio della puteolente esondazione di norme, le più astruse, che da quel giorno appesta la Nazione.

Quando scappa, scappa: che sia decreto, proposta, o legge-quadro, il politico nostrano si lascia andare, non trattiene l’impellenza legislativa. Infatti per forma, colore e lezzo, certe leggi denunciano la loro origine. L’espressione soddisfatta dei Presidenti, terminate le riunioni di gabinetto (mai termine fu più pertinente), è un chiaro sintomo del felice esito delle sedute. Sarà forse perché inconsciamente assimiliamo il volto dei nostri politici (tutti, senza distinzioni) a quell’altra pur nobile parte dell’anatomia celebrata dal cinema di Tinto Brass? Non osiamo affermare tanto. Ma sapete, non è che una legge nasca così, per caso. Si creano situazioni di imbarazzo parlamentare, di costipazione decretatoria, come nell’ultimo governo di Romano: ricordate la sua sofferta mimica facciale? Ebbene si, era proprio quello il motivo: il Professore curava la fase di stipsi legislativa con “la dolce Euleggina, la prendi la sera e decreti la mattina”. Premurosa come una perpetua, Rosi gli somministrava il blando peristaltico con un sorriso beffardo. I miasmi di quegli anni eupeptici ammorbano ancora le nostre contrade.

Il Cav., uomo concreto e fattivo (in tutti i sensi), non ama gli intoppi. Per lui Mara e Maria Stella hanno sempre pronta in borsa la boccetta di “GuttaLex, 10 gocce al bisogno”; i risultati si vedono (e si sentono), cribbio! Basta far due passi a piedi per accorgersene: leggi fumanti sparse ovunque, e nessuno che ripulisca, pardon, che riformi. Perciò si comprende che l’azione del calpestare la legge, come fanno certi Premier, non costituisca reato, ma sia semplice gesto propiziatorio. È sufficiente nettarsi la suola delle scarpe prima di rientrare in Camera. È pur vero che norme basilari di igiene imporrebbero, ad un Presidente che porti fuori il suo ministro per la passeggiata mattutina, di raccogliere i decreti dell’amata bestiola con l’apposito salvaproroghe usa-e-getta lasciando pulito il marciapiede. Purtroppo si è fatta l’abitudine a certi comportamenti.

“Viva l’Italia, viva la Repubblica!” avrebbe esclamato don Peppino, il sobrio Saragat. Altre epoche, altro stile.

venerdì 11 marzo 2011

IL Galatino anno XLIV n° 5 dell'11 Marzo 2011

Tanta festa, poca farina, niente forca

Esultiamo per la festa nazionale del 17 marzo, se ne sentiva il bisogno: si vorrebbe ricordare quel giorno del 1861 in cui a Torino il parlamento di uno staterello periferico proclamò re d’Italia il suo monarca, usurpatore con violenza ed inganno di altrui regni e trafugatore delle ricchezze private dei Borbone.
Comunque dimentichiamo polemiche e divisioni politico-geografiche, simulando un entusiamo che in Italia accende solo sparuti esponenti della nomenklatura. Vorremmo trovare, per l’occasione, un simbolo, un’idea-forza che rappresenti in sintesi l’unione di popoli “calpesti e derisi”: potrebbe essere appunto il nostro inno nazionale, adottato provvisoriamente alla fine della guerra, e sappiamo che in questo paese nulla è più definitivo del provvisorio. Già nell’incipit (“Fratelli d’Italia”) denuncia ascendenze massoniche, in omaggio all’apporto fondamentale di quella istituzione alla causa unitaria, quindi con aperto anticlericalismo, come in uso all’epoca. Si perdoni il giudizio musicale tranchant, ma quel motivetto orecchiabile ci pare non più che una tarantella triste ed inutilmente lunga, un ballabile inadatto alla funzione perché privo della solennità e del ritmo propri di un componimento patriottico.
Potrebbe anche meritatamente rappresentarci la figura dell’emigrante, ma non l’ideologico esule di lusso alla Toni Negri, alla Cesare Battisti. Parliamo di uno dei connazionali, per la maggior parte del Meridione, costretti a cercar lavoro lontano da casa, più di 60 milioni dall’unità ai giorni nostri. Prima scalzi e con le valige di cartone, adesso con un master prestigioso nel curriculum ed il computer portatile; allora “terroni” analfabeti, oggi intellettuali superflui nel paese di Platinette e Lele Mora.
Ma forse abbiamo trovato: l’epitome storica di una nazione vassalla, degna erede del Regno di Sardegna, l’icona moderna di un sedicente stato sovrano che “ospita” sul proprio territorio oltre 110 basi ed installazioni militari straniere (anche nucleari), è un primo ministro che bacia la mano al capo berbero in visita in Italia. E tanto basti.

Della democrazia - 11 Marzo 2011

Gentile Professore,
Le accludo un video del 2007 reperito su Youtube. Vi si vede uno studente americano che pone delle domande (scomode?) al sen. Kerry e viene brutalizzato dalla polizia con uno sfollagente elettrico. Ora, siccome l’esempio arriva dalla nazione che si è proclamata gendarme mondiale della democrazia; siccome in quello stesso paese si progetta di inoculare un RFID (microchip) delle dimensioni di un chicco di riso, contenente i dati sensibili, in ogni essere umano per poterlo più facilmente controllare in ogni momento, ma ufficialmente solo a scopo di prevenzione del crimine; siccome parliamo del nostro “alleato” (non si dica padrone, per carità) che seguiamo fedelmente in ogni avventura bellica (anche contro i nostri stessi interessi), mi chiedo e Vi chiedo: è questa la democrazia che vogliamo per i nostri figli? Forse si, altrimenti non si spiegherebbe perchè le scelte delle istituzioni vadano nella direzione esattamente contraria al buon senso ed alla volontà popolare (interventi militari, energia nucleare, rifiuto del fotovoltaico, incenerimento del CDR per fare esempi più vicini a noi). Mi avevano inculcato a scuola un concetto della democrazia superato dalla realtà contemporanea, oppure mi son perso in edicola i fascicoli di aggiornamento?
Saluti cordiali,
Pasquino Galatino

http://www.youtube.com/watch?v=sE76LQwT6qA