lunedì 28 febbraio 2011

Er turista a Ggalatina - 27 Febbraio 2011

Er turista a Ggalatina

Passeggia un tale ar centro der paese.
“Davero bello er posto, niente da dì,
li monumenti, l’antiche vie, le chiese;
solo me pare ch’a ggente stia a dormì”.
Je risponne un vecchietto: “Caro amico,
er probblema risiede in quer Palazzo!”
(e je parte ‘na parola che nun dico)
“L’amo votati? Mò s’attaccamo ar …..!”

Pasquino Trilussino

sabato 26 febbraio 2011

Il Galatino anno XLIV n° 4 del 25 Febbraio 2011

Da che mondo è mondo…

“Se non ora, quando?”. Se lo son chiesto in molti, manifestando nelle piazze italiane il 13 febbraio. Hanno inteso contestare una certa deteriore immagine femminile emersa dal pettegolezzo d’alcova, oggi arma di lotta politica e giudiziaria, contrapponendo un’idea positiva della donna che da molto tempo è largamente condivisa nella società moderna. L’eccezione ad una commendevole dirittura morale è costituita dal comportamento di poche giovani, convinte che la via breve dell’affermazione personale inizi dalla disponibilità al potente di turno: con maggiori chance di successo quando nelle mani del satiro cui concedersi coesistano entrambi i poteri, politico e mediatico. Credo che l’esecrazione per questo patetico scambio di favori sia universale ed indiscussa, e prescinda dall’ hic et nunc: dovunque ed in ogni tempo, sotto le dittature ed in democrazia, qualcuno ha goduto (letteralmente) del proprio status per ottenere grazie muliebri altrimenti negate (con biunivoco vantaggio per “donatrice” e “ricevente”). Nihil novi sub sole.
Due esempi, i primi che ricordi, diversissimi per epoca e regime politico: già avanti con gli anni, Mao Zedong usava appartarsi con generose compagne (maggiorenni), che rapidamente facevano carriera nel PCC; poi l’affaire di Bill Clinton con la compiacente stagista (maggiorenne) nella stanza ovale. Quell’abitudine disinvolta e poco nota accresceva l’idolatria verso il “Grande Timoniere” ma unicamente nel suo entourage; non altrettanto può dirsi del Presidente democratico USA, piegatosi ad imbarazzanti scuse pubbliche. Ed anche qui da noi la consuetudine con giovani disinibite suscita giusta disapprovazione e compatimento per un anziano ricco costretto a pagarsi compagnia mercenaria per lenire la solitudine.
In conclusione, la manifestazione di folla della scorsa domenica ha riproposto una concezione limpida della dignità femminile che è ormai patrimonio di tutti…o quasi.
Con questo spirito, sarebbe pur apprezzabile una sollevazione popolare contro una figura di donna che giornali e televisioni continuano ad esibire in pubblicità, senza distinzioni di sorta tra media generalisti o specialistici, fasce d’orario e target di lettori o telespettatori. Il messaggio proposto alle generazioni nuove è scorretto e diseducativo, oltre che umiliante per la donna: la vera ribellione sarebbe boicottare quella carta stampata e quelle trasmissioni, ed i loro inserzionisti.

domenica 13 febbraio 2011

Palazzo Orsini come i Baci Perugina: ah, l'amour! - 13 Febbraio 2011

Gentile Professore,
sulla questione della (mala)Unità d’Italia ho detto più volte la mia calpestando l’aiuola ben curata del “politicamente corretto”. Ma trovo sia giusto non guastare l’atmosfera idilliaca che unisce in un patriottico afflato leghisti della prima ora e ultras risorgimentali di destra e di sinistra nella festa dei 150 anni. Si consumino in pompa magna queste celebrazioni (doverosamente finanziate con larghezza di mezzi), chi non è d’accordo taccia. Io taccio.
Invece oso formulare un giudizio (solo estetico, si badi bene) sulle coccarde tricolori che con sobrietà e misura adornano la facciata di Palazzo Orsini. Si convenga che a pochi giorni dal 14 febbraio, giorno degli innamorati, un infiocchettamento ispirato alla confezione dei Baci Perugina sia tutt’altro che fuori tema. “Ah, l’amour!” esclamano i francesi: invero riscontriamo la passione riscoperta per questa Italia unita, madre per alcuni e matrigna per altri. E qui chiudo il mio dire ed accludo, a mò di contrappunto ironico, l’immagine della vetrina di una nota libreria galatinese. Plaudo all’iniziativa dei titolari di affiancare tre bandiere: la borbonica, il tricolore savoiardo e quello italiano. Però mi piace notare maliziosamente che le dimensioni dei tre vessilli decrescono secondo l’ordine qui esposto, il simbolo duosiciliano essendo maggiore degli altri due: e chi, dotato di acume, volesse interpretare questo messaggio subliminale, lo faccia in silenzio, per non disturbare i festeggiamenti.

sabato 12 febbraio 2011

Il Galatino anno XLIV n° 2 dell 11 Febbraio 2011

Antidoto magico


Un recente episodio minore di vita cittadina, che non merita più attenzione di quanta ne abbia già avuta sui media locali, suggerisce però alcune considerazioni di carattere generale.

Parlo della lectio magistralis di agiografia tenuta da un Assessore locale, alla presenza del Vescovo, dal pulpito di una Chiesa. Possiamo serenamente inquadrare il fatto per quello che è: un’ingenuità, una gaffe innocua, sorvolando generosamente sui casi di narcolessia tra i fedeli prostrati dall’eloquenza ipnotica dell’avventato politico nostrano. Si giudichi la cosa come una trascurabile nota di cronaca, tanto quanto i capricci da dive dello schermo di alcune esponenti della maggioranza: folklore senza conseguenze apprezzabili.

Quello che invece preoccupa, ed è ormai da anni una costante, è l’assenza del meglio della società civile dal palcoscenico politico della Città. Mancano intellettuali latu sensu disponibili ad occuparsi del bene pubblico senza interessi personali o di clan. Questa singolare peculiarità cittadina potrebbe avere, a mio avviso, due cause che si escludono a vicenda: o l’indifferenza mostrata da noi elettori Galatinesi nella scelta dei nostri rappresentanti, quasi che la delega ad amministrarci non sia decisione da maturare con criteri di oculatezza e giudizio; oppure un sortilegio malefico gravante sulle vicende della nostra Galatina.

Nel primo caso, dovremmo recitare il mea culpa ed agevolare il pronunciamento di nuovi (ma nuovi davvero!) protagonisti della politica. Diversamente, si organizzi sin d’ora un esorcismo liberatorio: Mago Otelma potrebbe fare al caso nostro.

giovedì 10 febbraio 2011

La Tua banca - 9 Febbraio 2011

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