venerdì 9 giugno 2023

Il Galatino anno LVI n° 11 del 9 giugno 2023

                                                                    Donne e motori

   Attribuiscono ad Henry Ford, fondatore della nota casa automobilistica, un aforisma: “Quello che non c’è, non si rompe”. Il successo di vendite delle sue vetture si è basato inizialmente sulla semplicità meccanica e l’assenza di accessori inutili, oltre che su un prezzo accessibile al cliente medio.

   Raccontano pure che l’industriale americano si togliesse il cappello al passaggio delle Alfa Romeo, in segno di ammirazione per quel marchio. Non è un caso che le auto con lo stemma del “biscione” siano tra le più ricercate nel mercato dei veicoli d’epoca, a quotazioni notevoli.

   Quello delle automobili è un settore saturo. La transizione verso la propulsione elettrica, sebbene agevolata fiscalmente, non decolla, sia per il prezzo iniziale che per l’ancora scarsa diffusione di stazioni di ricarica. La concentrazione dei marchi ha poi creato un appiattimento di linee e meccaniche: si comprende perciò lo stupore di chi acquista la prestigiosa auto tedesca, per scoprire sotto il cofano un proletario motore francese, neanche tra i più affidabili. Un esempio fra tanti.

   Questo Paese è stato un tempo la fabbrica di eccellenze su quattro ruote. L’ultima generazione di industriali, che di italiano non ha più neanche il cognome, ha deciso che la finanza abbia appeal maggiore della meccanica di pregio, ed ha quindi ceduto ad un gruppo internazionale a guida francese il controllo del settore nazionale dell’auto. La conseguenza diretta è la perdita di impianti, posti di lavoro, know-how, come testimonia l’azzeramento della gamma di un marchio noto un tempo per le vittorie nei rally e per l’eleganza e raffinatezza delle vetture. Ed il brand di auto sportive più noto al mondo è lontanissimo ormai da anni dai podi della Formula 1.

   A Napoli un detto popolare, qui irripetibile in modo esplicito, vorrebbe che non si possa affidare ai ragazzini, le criature, un particolare anatomico indiscutibilmente molto ambìto dal pubblico maschile adulto. Le criature non saprebbero che farsene. Questo abbiamo ricordato, riflettendo sui destini ormai segnati dell’auto italiana, giocattolo ereditato da mani incoscienti.