venerdì 26 gennaio 2024

Il Galatino anno LVII n° 2 del 26 gennaio 2024

 

Razzismi di Stato

 

   Nei giorni in cui scriviamo questa noticina, il disegno di legge Calderoli sull’autonomia differenziata va in discussione in Senato. In sintesi e senza interpretazioni fuorvianti, si tratta di un provvedimento che cristallizza e rende “istituzionali” le storiche diseguaglianze negli stanziamenti tra regioni del Nord e del Sud, con buona pace dell’art. 3 della Costituzione. A chi scrive non sembrerebbe un male per il Meridione, se si fosse partiti da condizioni di parità e quindi potendo gestire con ampia autonomia fondi pro-capite certi ed uguali per ogni italiano (periodo ipotetico di terzo tipo).

   Lo stracciarsi le vesti dell’opposizione è ipocrisia e tardiva mossa di rivergination politica. La mancata applicazione dei LEP (livelli essenziali delle prestazioni), che avrebbero dovuto eliminare le sperequazioni in termini di salute, istruzione ed erogazione dei servizi sociali è colpa anche dei passati governi della (sedicente) sinistra italiana. Tutte le coalizioni che si sono succedute alla guida del Paese, senza differenza tra colori politici, non hanno modificato di una virgola lo status quo nord-centrico.

   A futura memoria: l’esponente padano Calderoli, emerito autore del disegno di legge in questione, presenta nel curriculum giudiziario un paio di note di merito leghista (leggasi condanna in 1° grado per razzismo) che qui è opportuno rammentare. Parlando di Napoli: «Una fogna che va bonificata. Infestata da topi, da eliminare con qualsiasi strumento, e non solo fingere di farlo perché magari anche i topi votano.... Qualsiasi trasferimento di risorse a questa città, che rappresenta un insulto del paese intero, sarebbe assurdo e ingiustificato». 1 Riferendosi al ministro Cécile Kyenge: «Amo gli animali, orsi e lupi com'è noto, ma quando vedo le immagini della Kyenge non posso non pensare, anche se non dico che lo sia, alle sembianze di un orango». 2

   Potremmo definirlo una persona equilibrata e rispettosa. Sì nobili meningi, le stesse all’origine del famigerato “Porcellum”, escogitano la “civilissima” proposta dell’autonomia differenziata, che sarebbe destinata all’indifferenziata in un Paese serio. Latitano gli esponenti politici meridionali, allineati in un silenzio che equivale a connivenza. Mutismo anche da chi avrebbe il dovere istituzionale, oltre che morale, di difendere gli interessi del Popolo che rappresenta e che lo elegge in Italia ed in Europa, ed invece ai suoi conterronei consigliava di “rimboccarsi le maniche”. Oltre al danno, la beffa.

   Non tutti subiscono senza reagire. “«Questo è un governo nemico del sud, ci sono milioni di fondi bloccati, l’atteggiamento del ministro Fitto è intollerabile»; il governatore della Campania Vincenzo De Luca, che da settimane sta lamentando ritardi e rinvii nell’assegnazione di fondi alla sua regione (23 miliardi di euro, ndr), ha annunciato sabato mattina le iniziative legali che intraprenderà contro il ministro per gli Affari europei: «In qualunque paese civile si dovrebbe dimettere – ha detto -, nell’ultima corrispondenza con il ministero avevamo dato 30 giorni di tempo per avere una risposta, il termine scade il 22, data in cui procederemo alla denuncia alla giustizia amministrativa, contabile e penale per gravi atti di omissione»”. 3

   La fortuna del Nord è in gran parte dovuta all’individualismo ed alla mancanza di solidarietà e coesione del mondo politico meridionale. Era storia ed è cronaca.

  

 

 

 

 

1)        https://www.lastampa.it/politica/2006/11/02/news/calderoli-napoli-e-una-fogna-da-bonificare-1.37143047/

2)        https://www.swissinfo.ch/ita/tutte-le-notizie-in-breve/italia--insulti-a-kyenge--a-un-anno-e-6-mesi-a-calderoli/44680548

3)        https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/01/13/de-luca-contro-fitto-per-i-fondi-bloccati-governo-nemico-del-sud-il-ministro-e-una-calamita-nazionale-lunedi-lo-denunciamo/7409113/

venerdì 12 gennaio 2024

Il Galatino anno LVII n° 1 del 12 gennaio 2024

 

Nuove professioni

   Tocca occuparsi stavolta, con poco entusiasmo in verità, di una moda mediatica diffusa presso alcuni strati giovanili della popolazione, intuitivamente meno “corazzati” di altri dal punto di vista educativo-culturale. Moda estranea a noi anziani, reietta minoranza con l’ostinata perversione della lettura. Parliamo dei cosiddetti influencer e dei loro followers. Traducendo in italiano antico (in uso nella nostra generazione): raccontiamo di personaggi noti non per qualche peculiare ingegno utile al genere umano, ma unicamente per un gradevole aspetto fisico (ben curato da una maniacale attenzione all’estetica ed esibito con furbesca strategia di marketing) e delle loro vite glamourose (si perdoni l’orrendo neologismo), perciò stesso vip lautamente retribuiti; e del loro pubblico, più o meno numeroso, finanziatore inconsapevole delle pacchianerie di tali “divi” del nulla. Tanto premesso, appare logico che questi novelli Re Mida siano capaci di tramutare in oro qualsiasi piombo sia loro affidato a scopo commerciale. Per dire: un banale panettone natalizio di modeste proprietà organolettiche, opportunamente corredato di un packaging accattivante e (peggio) accostato ad iniziative benefiche dimostratesi a posteriori vere e proprie truffe, può diventare oggetto di desiderio adolescenziale/giovanile ed andare a ruba a prezzi di gran lunga superiori al valore effettivo di mercato.

   L’evoluzione del fenomeno di cui discutiamo promette degenerazioni per certi versi sconosciute a noi, digiuni del settore. Intendiamo dire che, in non rari casi, un aspetto attraente può non costituire più l’unica causa efficiente dell’affermazione di un tiktoker. Come dimostrano alcune apparizioni sul noto social cinese, fonte di celebrità e ricchezza può essere finanche l’abilità di schiacciare con acrobatica perizia le noci con l’osso sacro, per dirne una a caso. Ergo: a cosa serve studiare per 20 e più anni, quando basta una clip per affermarsi ed accumulare un conto corrente milionario?

   Però, c’è un però. Incombe AI, l’intelligenza artificiale. Cominciano a prender piede personaggi ideati da programmi di imaging, creature irreali ma talmente “naturali” nel comportamento e nel dialogo da risultare indistinguibili dalle celebrità in carne ed ossa. Gli idoli delle ultime generazioni sono immagini tridimensionali, non-esistenze di aspetto umano. E qui si chiude il cerchio: la vacuità all’ennesima potenza dell’influencer contemporaneo trova esiziale contrappasso nell’ectoplasma elettronico che si vede ma non vive, un seducente “nulla” che lo sostituisce nelle preferenze dei followers. C’è una logica spietata in questo: “Vanitas vanitatum, et omnia vanitas”.