martedì 29 settembre 2009

29 Settembre 2009 - Il Padulo II°

Quattro righe di facezie ornitologiche assurgono a trattato meritevole di dotta esegesi, confortata da citazioni e rimandi bibliografici: dopo questo studio esaustivo, la semantica pasquiniana non ha più segreti. Esultanza nel mondo accademico, tra i Nobel per la letteratura.
A questo punto è lecito aspettarsi, per i tipi della Bompiani, l’edizione dell’ Opera omnia Pasquini Galatini sive Summa epistularum cum professore, in tre tomi riccamente decorati, con prefazione di Umberto Eco.
Ma resta avvolta nel mistero la specie criptozoologica conosciuta sotto il nome di uccello padulo, quantunque certuni affermino di conoscerne habitat e tratti biometrici. Perciò immagini il lettore quali acrobazie lessicali abbia dovuto compiere un imbarazzato Pasquino per descrivere ad una curiosa ed ingenua interlocutrice il mitologico volatile riccamente piumato; non potendo, a precisa domanda, esimersi da una escursione volutamente molto evasiva sulle abitudini copulatorie del rapace.
Unico dato incontrovertibile: l’esemplare avvistato in lontananza, appostato in ermo colle, è di sesso femminile. Lo si evince dalla guardinga ed, a volte, aggressiva difesa del nido, provvisto di ricca covata. Con la schiusa delle uova, prevista per il 28 marzo 2010, vedranno la luce dai 4 ai 6 piccoli di Padulus Democraticus, una sottospecie particolarmente vorace, dal vistoso piumaggio rosso.
Doverosamente si ricorda ai nostri amici cacciatori che quest’ultima è specie protetta.
Pasquino Galatino

domenica 27 settembre 2009

Il Galatino anno XLII n° 15 del 25 Settembre 2009

Seguaci moderni del vecchio Diogene col suo lanternino, cerchiamo l’Uomo o la Donna destinati ad amministrare la nostra amata Galatina: arduo compito. Il problema non è individuare un esponente politico quale che sia, ma coagulare il più ampio consenso su una persona che goda della fiducia della gente e che da questa provenga. Parliamo di qualcuno che non sia emanazione delle segreterie politiche, men che meno delle sedi provinciali e regionali di partito: ma di un uomo (o una donna) che sia espressione della società civile, definizione abusata ma qui del tutto pertinente. Intorno a questa persona, come un abito su misura, si dovranno cucire uno staff leggero ed efficiente ed un programma di pochi punti condivisi: non megalomani progetti nati per foraggiare le solite camarille, ma cose minime, di assoluto buon senso, all’inizio del mandato, per programmare in seguito gli interventi di un certo rilievo di cui abbiamo già detto. Per rendere l’idea: l’identikit di un bravo padre di famiglia che amministri lo stipendio consigliandosi con la moglie, e che sappia coniugare onestamente pranzo e cena per sé ed i suoi, senza grilli per la testa. Che sappia risparmiare per poter investire su progetti duraturi. Primum vivere deinde philosophari, ripetiamo con Aristotele: per i voli pindarici si attendano tempi migliori. Perché immagino che questo nostro futuro Primo Cittadino, soltanto ad una superficiale ricognizione della situazione economica ereditata, avrà da mettersi le mani nei capelli… Per nostra fortuna, questi mesi di commissariamento e relativa ordinaria amministrazione, non potranno che prescrivere una dieta dimagrante per quel grande obeso che è diventato il fabbisogno dell’Amministrazione comunale negli ultimi anni. Nessuna novità di qualche rilievo perviene a queste orecchie pettegole circa i nomi dei candidati dei due schieramenti maggiori, ma per dovere di cronaca riportiamo i boatos che circolano in queste ultime ore. La fantapolitica cittadina, che è puro e semplice gossip elevato ad arte speculativa, racconta di un alto dirigente comunale prossimo alla pensione che sarebbe in pectore candidato Sindaco del PDL, deus ex machina di una coalizione che al momento è solo una convivenza tra promessi sposi litigarelli; invece la maggioranza uscente ripresenterebbe la minestra già scodellata per tre anni. Dubito che qualsiasi aggiunta di spezie ed aromi nuovi potrebbe renderla più appetibile per l’elettorato. Ma l’informatore potrebbe anche avermi riferito la classica bufala. Unico movimento nel panorama politico galatinese, l’UDC avrebbe un candidato di prestigio da proporre. Alludendo maliziosamente all’iniziale del cognome ed alla sua professione, potremmo dire che il partito di Pierferdinando Casini ha trovato il suo punto G. Per questa greve battutaccia da caserma chiediamo venia all’interessato, persona di spirito ed intelligenza, ed a Voi Lettori.
Pasquino Galatino

sabato 26 settembre 2009

23 Settembre 2009 - Il Padulo I°

S’è riaperta la stagione venatoria. Tra boschi e paludi odi sonar bracchetti, e cacciatori aizzare: appena lubrificati, splendono Franchi e Beretta automatici.
Lontana dal fragore della caccia, dall’alto della Chiesa Madre la nostra amata civetta liscia le penne e lucida corona e chiavi; per ora nessuno può infastidirla. Risuona il suo simpatico verso tra San Sebastiano, la Piazza e via Soleto: “Tuttu miu, tuttu miu!”.
Uccellacci e uccellini si sono rifugiati al nido, per il momento, spaventati dalla doppietta armata dalla Prefettura. Li vedremo svolazzare garruli a primavera, ma correttamente a nessuno venga in mente di assimilarli agli avvoltoi…non vediamo più in giro carogne da spolpare.
Sola in lontananza, lì a sinistra, osserva la scena e si prepara al gran ritorno una rara avis: non è la mitica fenice che risorgeva dalle sue ceneri, sebbene qualcuno potrebbe pensarlo.
Semmai si indovina la sagoma di un aerodinamico rapace, il nostrano uccello padulo. Dal cui ficcante, basso volo, è noto, conviene cautelarsi.

17 Settembre 2009 - Il momento è catartico

Tutto pronto per il congresso che eleggerà il nuovo segretario. Si danno gli ultimi ritocchi alle mozioni, concordando linea e contenuti programmatici con i capi-corrente alleati.
Dio è morto e Marx non si sente troppo bene: Cencelli invece gode di ottima salute. Già decisi i nomi dei fedelissimi da piazzare in Coop ed Unipol, Acli ed Onlus, Sindacati ed Enti locali.
Afferma Franceschini, applauditissimo, che comunque vada il vincitore avrà l’appoggio della minoranza di partito. Traduco in italiano corrente: se perdo, caro Bersani, mi spettano nomine e poltrone: non vorrai correre il rischio di una scissione della componente cattolica?
Un gradino più su degli altri, i due strateghi Max & Walter, veri padroni del gioco, osservano di nascosto e dispongono le pedine.
Il momento è catartico, recita il poeta di Zelig.
Con eccessiva premura, alcuni militanti corrono dal medico: “Dottore, ho un po’ di catarsi in gola: mi dia uno sciroppo fluidificante, un aerosol…”.

9 Settembre 2009 - Il bugiardino

Leggo attentamente, con curiosità profana, le istruzioni contenute nella confezione delle pillole che assumo due volte al giorno. Il bugiardino, che non è “un Premier basso e mendace” secondo Travaglio, mi avverte che dovrei sospendere la cura qualora fossi in stato di gravidanza ed allattamento. Avendo verificato diligentemente di non avere le nausee, né avvertendo i sintomi della montata lattea, proseguo con la lettura: mi annichilisce un fantasmagorico florilegio di termini chimici-farmacologici, spazianti dalla “a” di acido acetilsalicilico alla “z” di zinco passando per il temibile piramidone. Il cui solo nome fa sperare di non doverne sperimentare l’uso che per os.
Cerco di desumere, dalla mole di informazioni scritte in caratteri microscopici, disposizioni di cura e posologia intelligibili ad umani normodotati; leggo infine di poter assumere il farmaco finché non mi si presentino disturbi (segue minuzioso elenco) tali da doverlo sospendere. Si converrà che il compianto monsieur De La Palisse non avrebbe osato tanto.
Ora, gentile Professore, avanzo sommessamente suggerimenti che potrebbero tornarci utili in seguito, diciamo magari da qui al 28 marzo 2010, data probabile di elezioni regionali e comunali: se dotassimo i candidati di apposito bugiardino elettorale includente dosi, scadenza e controindicazioni? E se addirittura decidessimo di farne dosaggio omeopatico?
Con viva cordialità,
Pasquino Galatino

5 Settembre 2009 - Il "Latinorum"

Gentilissimo Professore, cari Amici,
avremmo tanti argomenti di cui conversare, in primis della nascita del nuovo movimento politico delle discariche, neonata coalizione che abbraccia tutto l’arco costituzionale. E che, in uno slancio di fantapolitica, include anche un partito non nuovo alle cronache, avente per simbolo una corona: ma non rappresenta nostalgici della monarchia. Terreno impervio, che lascio volentieri a qualche avventuroso delle esplorazioni audaci. Sono vecchio e cagionevole.
Invece oggi affrontiamo il tema lieve del latinorum. Spesso questo anziano tabagista si imbatte nei contributi, sempre piacevoli alla lettura, dei fedeli di Galatina.it, e più volte capita di leggere erronee citazioni nella lingua di Cesare. Proprio ieri, horribile visu, qualcuno scrive “res pubblica” con due “b”…ed ancora ieri un amico su FaceBook definisce la “historia” come “magister vitae”, facendole cambiare genere. Ora, cari ragazzi, PG non ama indossare i panni della maestrina dalla penna rossa, mancandogli attitudini didattiche e pedagogia, ma amore di vecchio liceale impone un rimprovero paterno. I fiori coltivati da Virgilio e Catullo, vanno colti con parsimonia e rispetto; in quel giardino si entra indossando idealmente la toga virilis, non bermuda e sneakers, abbigliamento adatto ad un Ufficio Protocollo del Comune.
Altrimenti si rischia l’associazione ope legis a quell’orda vandalica composta da mia suocera e comari, inconsapevoli distruttrici del solenne, terribile testo del Dies Irae di Tommaso da Celano (Dies irae, dies illa - solvet saeclum in favilla…). Che nelle loro orazioni si trasforma nella filastrocca futurista che non sarebbe dispiaciuta a Filippo Tommaso Marinetti: “Diusilla diusilla …. Suonerà la trimbitromba, ogne mortu se rabbomba”.
Sicchè questo tardo traduttore arriva persino a comprendere il Diusilla …ma se qualche animo gentile riuscisse a spiegare scientificamente quella trimbitromba, o il significato del rabbombare compiuto da “ogni defunto”, avrebbe in premio un trendyssimo bermuda di Volta & Gabbana: parola di Pasquino Galatino.

26 Agosto 2009 - Discariche abusive

Gentilissimo Professore, cari Amici
voglio portare alla Vostra attenzione un fenomeno che si sta verificando nell’intero Salento, indistintamente, tanto nei centri urbani quanto nelle campagne e nei luoghi turistici, anche sui litorali.
Parlo del proliferare di scarichi abusivi di materiali di scarto: dalle gomme d’auto, alle carcasse di elettromestici, mobili e materassi, fino ai detriti di risulta da scavi e demolizioni edilizie (incluso il pericoloso amianto). È un fenomeno strano nei tempi e nelle dimensioni, perché si sono sempre osservati piccoli depositi di scarti nei dintorni dei paesi e nelle campagne, ma negli ultimi tempi il malvezzo ha assunto proporzioni inusuali anche per le nostre zone. Dettagliate documentazioni fotografiche di quanto sta avvenendo sono pubblicate sulle pagine Facebook di alcuni amici. Posso assicurare che non si tratta di episodi isolati: per diffusione e contemporaneità dei fatti non si può non pensare ad un disegno ben preciso e motivato.
Alcuni amici meno ingenui di me avanzano un’ipotesi terribile: qualcuno starebbe creando ad arte un’emergenza per poter lucrare in futuro su bonifica e smaltimento, riproposizione in sedicesimo dei fatti di Campania.
Ricorderà anche Lei che tanti anni fa l’allora giovane pretore di Otranto Alberto Maritati condusse un’inchiesta approfondita sull’affondamento nel Canale della nave “Cavtat”, che trasportava fusti di materiale altamente inquinante, e ne organizzò poi il recupero. È certo che si deve alla solerzia di quel pretore la salute del nostro mare e di tante persone.
In attesa che qualche locale magistrato ficcanaso ne emuli le gesta per l’inquinamento in atto, è il caso che l’opinione pubblica salentina prenda coscienza di quanto avviene in questi giorni fuori dalla porta di casa, sotto gli occhi di tutti.
Gradisca saluti cordiali.
Pasquino Galatino

15 Agosto 2009 - Galateo istituzionale

Professore carissimo,
siamo ad alcuni giorni dalle dimissioni contestuali degli Undici, e deposizione conseguente del Sindaco. Epilogo già previsto mesi fa da alcuni osservatori, ultimo dei quali lo scrivente. Non occorrevano particolari doti divinatorie, né dottorato magna cum laude in Scienze Politiche, per immaginare lo scenario poi realizzatosi; perciò non è di questo che vogliamo interessarci.
Sorvoliamo pure sulla singolarità (rispettoso eufemismo) di una questione affrontata al di fuori della sua sede naturale, il Consiglio Comunale, e nonostante l’assenza (o forse proprio per questo) di due consiglieri: fatto concernente le baruffe chiozzotte tra comarelle dell’opposizione.
Insomma, conclusione di una vicenda politica che è degno digestivo per quel famoso pranzo in casa della suocera di pasquiniana memoria.
Apprezzo invece, nel senso proprio dello studio di human behavior, le circostanze ed il modo attraverso i quali si è pervenuti allo scioglimento. Ed a questo scopo riconosco, gentile Professore, che il suo videoservizio equivale ad un trattato di antropologia.
Ironico il primo piano ravvicinato dei bermuda di uno dei consiglieri, simbolico habitus interiore più che esteriore della sciatteria con la quale si è affrontata la gestione della cosa pubblica, non importa se dai banchi dell’opposizione o della maggioranza.
Quanto mai esplicative le espressioni di sussiego o di sufficienza nei Suoi confronti da parte di alcuni, il riso sguaiato di altri: e se da un lato è rimarchevole la Sua buona educazione nell’approcciare questi Signori, dall’altro mi piace ricordare che in quel momento Lei era sì il cronista di un avvenimento non secondario, ma anche e soprattutto uno dei 30.000 cittadini ed elettori. Ai quali è dovuta ogni spiegazione sulle proprie decisioni politiche.
Sarà opportuno che tra alcuni mesi, al momento della prossima campagna elettorale, Lei riproponga questo ed altri videoservizi. Servirà a noi elettori per misurare la distanza tra le cose promesse e quelle portate a termine, tra gli stucchevoli minuetti pre-elettorali e la cafonaggine di fine legislatura.
Perché, carissimi Professore ed Amici, non si pretende l’eleganza istituzionale di un Einaudi, ma una pur superficiale conoscenza del dettato di Monsignor della Casa.
E siccome parliamo di eleganza, non mi stupirei se qualcuno dei Nostri Cari pensasse al “completo” di Volta & Gabbana, la griffe più indossata a Palazzo Orsini.
Cordialmente Vostro,
Pasquino Galatino

13 Agosto 2009 - Gli ultimi

Gentilissimo Professore,
siamo al culmine della stagione estiva. La maggior parte di noi, incluso chi scrive, ha bisogno di rilassare corpo e mente, dopo un anno di lavoro. È giusto e umano.
Ma Pasquino Galatino non sarebbe il Bastian contrario che abbiamo imparato a conoscere, se non provasse a percorrere, anche a Ferragosto, strade poco frequentate; se non trovasse inusuali ed anche spiacevoli motivi di riflessione.
Perciò il nostro si sobbarca volentieri un compito che, per dovere istituzionale, spetterebbe ad altri presi al momento da incombenze importanti, il cui nome suona “giunta tecnica”, “a tempo”, “a cinque”. Incombenze importanti, certamente; serie, forse.
Il gradito compito è ricordare gli ultimi: gli anziani soli, i disoccupati, i cassintegrati, e tutta quella umanità secondaria che rimuoviamo mentalmente per non contaminare con una malinconia inopportuna la nostra splendida movida salentina. Merce politica che una volta era appannaggio di certa sinistra ideologica, e che ora non interessa nessuno, tranne la destra cosiddetta sociale. A tutti gli ultimi il mio abbraccio e la mia solidarietà.
Buon Ferragosto a quelli che sono a Sharm o Malindi, ed a quelli che ci terranno compagnia qui in Galatina by night.
Hic manebimus optime.
Devotamente Vostro
Pasquino Galatino

8 Agosto 2009 - Otranto 1480

In memoriam
La storiografia ufficiale riduce gli avvenimenti otrantini del 1480 ad episodio marginale, mentre lì ed allora è avvenuto uno scontro religioso epocale, e si è perpetrata una strage i cui esempi sanguinosi ricorrono ancora ai nostri giorni.
Il quadro politico-militare del tempo vedeva il Re di Napoli Ferdinando d’Aragona impegnato nell’assedio di Siena ed incurante del pericolo che veniva portato al Regno dalla flotta turca di Maometto II il Conquistatore ammassata in Albania. Piegata Venezia, regina del Mediterraneo, ad una pace poco onorevole dopo anni di lotta nei Balcani, il Sultano carezzava il sogno di abbeverare i suoi cavalli in Roma e sottomettere la culla della Cristianità all’Islam. Venezia e l’alleata Firenze non sarebbero intervenute nell’Adriatico, lasciando campo libero ai Turchi nell’invasione dalla Puglia. Così avvenne.
Il 28 luglio 1480, una flotta di 150 navi con a bordo 18000 soldati al comando del crudele Ahmet Pasha mosse all’attacco di una città di poche migliaia d’abitanti, pescatori e contadini in gran parte, difesa da 400 uomini. I quali abbandonarono Otranto nel momento in cui capirono di non poterla salvare. Dopo due settimane d’assedio, e rifiutate le offerte turche alla resa, gli Otrantini si opposero ad un primo attacco alle mura; al secondo la resistenza fu vinta. I Turchi penetrarono in città e si diedero al saccheggio ed alla strage indiscriminata contro vecchi, donne e bambini. Alcuni cittadini rifugiatisi in Cattedrale furono decapitati: primo fra loro il vescovo Pendinelli. Il 14 agosto ad 800 adulti maschi, radunati sul Colle della Minerva, fu offerto di convertirsi all’Islam in cambio della vita. Serenamente tutti affrontarono il martirio in nome del Cristo.

Alcuni pensieri molto personali: a distanza di oltre 6 secoli, l’Islam è sempre la stessa religione guerriera che vuole conquistare l’Occidente, con i petrodollari ma soprattutto con l’immigrazione e la prolificità, con l’assoluta impermeabilità alle leggi della democrazia, anzi grazie alla incosciente tolleranza di questa; la Fede coraggiosa e convinta degli 800 Martiri è virtù quasi sconosciuta ai tiepidi Cristiani del 2009, sostituita dal culto del dio denaro; nei paesi islamici il Cattolicesimo è perseguitato col terrore (Filippine, India, paesi del Golfo) o proibito, con una mancanza di reciprocità sconcertante per chi abbia occhi per vedere; tacciono i media, pavidamente.
Ed infine, last but not least: chi in Europa affermi queste cose è irrimediabilmente inquadrato come reazionario antidemocratico, nemico della pace. Oriana Fallaci docet. Quella pace untuosa e un po’ vigliacca che ci impone un malinteso multiculturalismo, foriero di famiglie poligamiche, infibulazioni, intolleranza del Crocifisso nei luoghi pubblici, moschee covi di fanatismo in numero esponenziale.
A noi imbelli Occidentali guardare in faccia la scomoda realtà, prima di un nuovo 1480.
Pasquino Galatino

4 Agosto 2009 - Il mercato delle vacche

Gentile Professore,
il Dott. Piero Zurico espone una puntuale, ragionata disamina della situazione politica cittadina. È un’analisi condivisibile di quello che potrebbe avvenire da qui in avanti ad ogni riunione in aula consiliare, con maggioranze di volta in volta diverse, ed episodiche aggregazioni sul tanto millantato bene della Città: largo tappeto sotto cui nascondere la polvere di casa Orsini.
Raccontano le storie galatinesi che in illo tempore un importante mercato boario si teneva in piazza Fontana. Pur mancando oggi pio bove e simili mansueti quadrupedi ruminanti, si dice che gli interessati alle trattative per la formazione della salvifica giunta tecnica si siano colà trasferiti, in una estemporanea transumanza, per una replica moderna del mercato delle vacche. Di cui qualcuno avverte addirittura spandersi l’olezzo.
Siano coscienti i Signori che si potrebbe configurare l’esercizio abusivo della professione: prevediamo piccate reazioni da parte dei commercianti di bovini, onesti lavoratori, indignati dall’offensivo (per loro) accostamento.
Vostro affezionatissimo
Pasquino Galatino

3 Agosto 2009 - Educazione stradale II°

Gentile Professore ed Amici cari,
sono reduce dal meraviglioso esordio della XII edizione dei “Concerti del Chiostro”: il mio spirito è ancora rapito dalle note del pianoforte magico del Maestro Franci.
Mia moglie ed io siamo giunti al Palazzo della Cultura a piedi; abbiamo lasciato l’auto dalle parti di via Liguria e passeggiato per qualche minuto. È un’abitudine che abbiamo da sempre, quella di parcheggiare lontano dal centro, anche quando andiamo al lavoro. Aggiungo che evito, se posso, di transitare nel centro storico: mi disturba l’idea che lo scarico della mia pur ecologica “euro 4” si possa insinuare nella preziosa pietra leccese della Basilica Cateriniana e negli affreschi. Un amico mi definisce un fissato: correrò volentieri il rischio di apparire un maniaco ecologista, se è il prezzo da pagare per il troppo amore per la mia Città. Premetto queste note autoincensatorie perché vorrei esporre il mio parere sulla querelle con Vergogna Infinita.
Siccome la satira è esagerazione, la pasquinata che Lei Professore, stando al mio gioco, intitola “Ma chi le ha dato la patente”, è una presa in giro dei vizi di noi automobilisti salentini, quindi anche Galatinesi. Mi aggiungo al novero, proprio io in realtà mai multato e sempre ligio al Codice, a cominciare dall’uso della cintura. Ma, come sempre, volevo far ridere o almeno sorridere. Tra i nostri vizi c’è quello della furbizia di infrangere la Legge quando nessuno controlla: i nostri della Polizia Locale, nonostante le nuove Punto fiammanti (finalmente!) non hanno ancora il dono dell’ubiquità…e qualcuno ne approfitta.
Il mio parere è che il Comandante sia Persona squisita sotto il profilo umano e valida sotto quello professionale, ed abbia trasmesso nel tempo queste doti ai suoi collaboratori. Da quello che ho visto in giro, credo che abbiamo gli Agenti di Polizia Locale migliori in Provincia. Io preferivo l’appellativo di Polizia Urbana, ma pare che la nuova dizione sia un obbligatorio tributo alla Lega Nord…
Detto questo, senza alcuna piaggeria (in fondo, chi conosce il mio volto?), la questione riguarda solo e soltanto l’indisciplina e la maleducazione di noi automobilisti. Parlarne può aiutare a migliorare il nostro comportamento.
A proposito, volevo salutare con affetto la Gentile Signorina bionda che tempo fa, al volante di una Smart, è passata col rosso in viale S. Caterina Novella e mi ha tagliato la strada, salutandomi col dito medio alzato: cosa avrà voluto dire, forse mi chiedeva scusa?
Devotamente Vostro
Pasquino Galatino

28 Luglio 2009 - Educazione stradale

GUIDARE NEL SALENTO
Sintetico vademecum, ad uso dei turisti in arrivo, sull’interpretazione salentina di alcuni articoli del Codice della strada e sul comportamento da tenere alla guida, compilato con la cortese consulenza di Vergogna Infinita.

Premessa importante: il rispetto del Codice è indice di mollezza borghese e vieto conformismo. Motivo per cui, una guida spigliata Vi renderà il soggiorno più godibile. Per la traduzione dei termini dialettali che seguono, rivolgersi allo I.A.T. Buona permanenza!
1) Cintura di sicurezza: consigliata, non obbligatoria. D’inverno stropiccia gli indumenti, specialmente giacche, cravatte, tailleurs e sciarpe. D’estate favorisce la sudorazione. Evitarla quando possibile.
2) Casco: se giovani, va indossato poggiandolo sulla testa, quale leggiadro cappellino, rigorosamente slacciato; in alternativa, lo si può portare al braccio a mò di borsetta. Non impedisce, se usato in tal modo, gimkane e impennate. Se anziani, è ovviamente incompatibile con la coppula, che prevale nell’abbigliamento classico: lo si deponga pertanto nella cassetta lignea all’uopo fissata sul parafango posteriore del Motom, tra la sarchiuddhra ed il cane valiò. Per gli over 50 più audaci ed à la page è in uso un modello aperto, senza visiera, stile fantino, superfluo anzi dannoso in caso d’incidente: è solo pè ficura.
3) Manovra di svolta a sinistra in ciclomotore (per anziani): portarsi al margine destro della strada, voltare la testa per un rapido sguardo dietro, indi buttarsi a capofitto a sinistra, incuranti di chi sopraggiunge in senso inverso. San Cristoforo è protettore generoso.
4) Parcheggi: la regola è, nessuna regola. Strade, marciapiedi, passi carrabili, spazi riservati ai disabili, incroci. È consentito parcheggiare dovunque. Le strade sono tutte a doppio senso di marcia, anche i sensi unici. Basta mettersi d’accordo con chi viene in senso contrario castimando (cosiddetta legge di Porta S. Biagio).
5) Limiti di velocità in città: a discrezione del conducente, dipende da quanto è larga e dritta la strada (lex viae Nachorum). Strade extraurbane: a discrezione del conducente, dipende da quanto fa la macchina.
6) Precedenze: pedone (anche su strisce) rispetta scooter che rispetta auto che rispetta auto più grande (gerarchicamente per marca e nazionalità, ultime le utilitarie coreane e rumene, prime le berline tedesche). Il SUV nero con la stella a tre punte sul cofano (segno di inarrivabile tochezza) ha precedenza su tutti, tranne che sul Panzer della Wehrmacht.
7) Semafori: luce verde, si passi lentissimamente, senza infastidirsi della fila venutasi a creare; luce gialla, si acceleri all’improvviso. La luce rossa consente di passare con cautela, guardando se qualcuno sopraggiunge da destra o sinistra.
8) È permesso parlarsi da un’auto all’altra, bloccando il traffico. I destini del mondo dipendono dalla ricetta delle scarcioppule raganate che state dettando alla comare nell’altra macchina: chi vi segue lo sa, ed aspetta pazientemente. Matrimoni felici sono nati così, in coda.
9) È parimenti permesso l’uso libero del cellulare alla guida, più saggiamente se a finestrino aperto e ad alta voce: le Vostre ultime gesta amatorie ad Ibiza sono di pubblico interesse. Molto chic ed apprezzato il gomito fuori dal finestrino e lo stereo a palla all’ora della siesta.
9) Sono totalmente esonerate dal rispetto del Codice le auto con targa svizzera e tedesca, munite di regolamentare volante foderato in pelliccia: gli automobilisti frustrati in quelle nazioni, specialmente emigrati al rientro feriale, avranno pur diritto di divertirsi un pochino in Italia, o no?
10) Il consumo di bibite ed alimenti vari in auto, Vi solleva dal dovere di raccoglierne i contenitori negli appositi spazi: pertanto, fiondulisciarli dal finestrino è gesto di classe estrema e vera coscienza ecologica.

Il vostro multatissimo
Pasquino Galatino

26 Luglio 2009 - Sceptic air 2009

Gentile Professore,
in risposta alla mia pasquinata del 28 giugno, Lei mi ricordava “Pulvis es et in pulverem reverteris”.
Condivido le Sue parole, le faccio mie. Alcuni amici di Galatina.it e Facebook in questi mesi hanno voluto generosamente attribuirmi il dono naturale d’una scrittura piacevole e pungente. Ne sono lusingato, ma età, esperienza di vita ed indole mi fortificano del cinismo necessario a considerare gli avvenimenti personali con ironia e distacco. Ho pensato spesso, e credo lo abbia fatto anche Lei, a cosa accadrebbe se sospendessimo la pubblicazione dei miei petulanti “contributi”: tempo massimo 15 giorni, nessuno ricorderebbe più Pasquino Galatino ed i suoi motti di spirito, e sarebbe cosa giusta e naturale. Sono perfettamente consapevole, sin dall’inizio di questa avventura condivisa con Lei, della caducità delle cose minime di cui parlo, ed anche delle nugae, letteralmente noccioline, sciocchezze, che sono i miei commenti sulle contingenze cittadine.
Premesso questo, ho il piacere di accoglierLa finalmente a bordo dell’aeromobile Sceptic Air 2009 in volo tra questa e la prossima Amministrazione Galatinese: il Suo biglietto è già pagato con la Sua risposta alla lettera dell’amico Piero D’Errico del 24 luglio (“Un’inconcludente ed immeritata classe dirigente”). Giornale (mai “la Repubblica”) e bibite Le sono gentilmente offerti dalla Compagnia.
Assistenti di voto prepararsi al decollo!
Il comandante,
Pasquino Galatino

23 Luglio 2009 - Giovani destri, vecchi sinistri

Gentilissimo Professore,
Ho avuto modo, se ben ricordo, di definirmi una mente bizzarra, e chiedo venia per l’inelegante vezzo dell’autocitazione. Molti curano il proprio aspetto fisico, anche in tarda età, con esercizi sfiancanti, ottenendo un aspetto tonico. Mi illudo di raggiungere lo stesso risultato con la mia sempre più tremula materia grigia, offrendole di continuo nuovi stimoli ed interessi. Che si tratti di consigliare i giovani destri, e si converrà con me che il termine suoni (non solo foneticamente) più armonioso di vecchi sinistri, che forse concerne l’infortunistica stradale più che la politica. Oppure che si condivida con i cari lettori de “il Galatino” una personalissima visione controcorrente della politica internazionale. O infine che si offra ad un’amica di Facebook un apprezzamento innocuo, tale che non possa ingenerare equivoci. Sono tutti stratagemmi, caro Professor Valente, volti a tenere in perfetta efficienza il datato hardware installato nella scatola cranica di PG. Insomma, devo divertire la mia mente spaziando a 360°. Però, a distanza di tempo, mi sento di condividere la critica mossa allora dal Dott. Nico Mauro, quando rimproverava allo scrivente un’eccessiva esposizione: forse dovrei tacere, riacquistando il low profile più consono ad un tranquillo vecchietto. Ci penserò, rinunciando alla vanità dell’inseguire un fatuo consenso virtuale.
La Sua ultima risposta alla mia pasquinata “nuziale” mi ha divertito molto, particolarmente nel punto in cui Ella mi definisce “faccia da escort”…Ho profanato il tempio della cultura laica, paragonando agli spregevoli gossip magazines l’intangibile “la Repubblica”: Bibbia, Torah e Corano del politicamente corretto e guida spirituale di chi a sinistra, in Italia, “possiede” la Verità Assoluta. Il Vostro Pasquino coccola e rimugina i suoi dubbi, e continua ostinatamente ad evitare le Sacre Scritture Scalfariane: il ribelle coltiva ancora il vizio di confezionare artigianalmente le sue opinioni, piuttosto che acquistarle già pronte nella comoda confezione tabloid in edicola.
Ma torniamo a noi. Se è concessa un’osservazione, il Suo garbato umorismo pecca, secondo i canoni correnti, di correttezza politica. Mi sarei aspettato la gratifica di un appellativo diverso: magari, mutuando le ipocrite delicatezze lessicali moderne che definiscono l’antico, amato spazzino quale operatore ecologico, sarebbe stato opportuno chiamarmi “faccia da operatrice sessuale”…Che ne dice? Non appare più acculturato ed up to date? Con buona pace delle oneste professioniste iscritte all’Albo dell’Antico Mestiere, alle quali va il mio deferente omaggio. Solo ideale, in quanto il galante Pasquino non ha mai dovuto contraccambiare vile denaro con un atto che è la più alta donazione di sé, per un essere umano, a parere di chi scrive. Aggiungo che potrei inorridire di me stesso come uomo al solo pensiero di favorire il turpe commercio cui tante poverine sono costrette.
Come vede, la stagione calda invita al discorso salottiero, disimpegnato. Però qualcosa va detto: se la crisi politica galatinese porta ai risultati concreti di questi giorni (s.p. 362, tangenziale, ecc.), beh, allora si continui così sino a scadenza naturale di mandato. Una Sindaca ed un solo Assessore (sed tamquam non esset) possono essere più efficienti di una giunta pletorica ed inconcludente, grazie anche al dinamismo del nuovo Presidente della Provincia.
Vostro, come sempre,
Pasquino Galatino

21 Luglio 2009 - Consigli prematrimoniali

Questa pasquinata nasceva come l’ennesimo de profundis alla politichetta galatinese. Sottofondo musicale: il Mozart del funereo Requiem K 626, accompagnamento perfetto per una Amministrazione in stato di rigor mortis. Preso da sconforto per la mission impossible di improvvisarsi perito autoptico, il nostro ha poi deciso di cambiare argomento e spartito, con l’allegra Marcia Nuziale di Mendelsshon.
L’occasione è data dalle prossime nozze di una cara amica. Pasquino non può sottrarsi al grato compito di sottoporre scherzosamente alla nubenda qualche precetto comportamentale, scaturente dalla ormai ventennale esperienza maritale. La sposina perdonerà se i consigli parranno poco obiettivi, perché suggeriti dal punto di vista maschile. Li accetti come affettuoso viatico di un fratello maggiore.
“Sappi dunque cara ragazza che non di solo pane vive l’uomo (e la donna non meno di lui). Vorrei accennarTi anche di quel companatico dal gusto gradevolissimo che non si acquista in supermercato né altrove, e che gratuitamente nutre entrambi. Sto parlando esattamente di quella attività squisitamente duale che è una delle basi di un matrimonio felice e che, come un vaccino, immunizza la coppia dagli inevitabili problemi che pone la vita in comune.
L’augurio che ti faccio è che non dobbiate mai confermare quel tristo detto popolare, per il quale immancabilmente coesistano pane abbondante e debolezza di apparato masticatorio…con indifferenza da quale delle parti si configuri la penuria di mezzi mandibolari.
Ad entrambi non manchi mai il pane, i denti sani per nutrirsene e soprattutto un robusto appetito. Se talvolta uno dei due dovesse soffrire di inappetenza, l’altro abbia sempre fantasia per inventare gli aperitivi adatti. A 30 come ad 80 anni. Auguri sinceri, ragazza.”
Pasquino per parte sua non ha mai sottoscritto, da giovane ed ora da uomo in età, le parole dell’austero Marco Aurelio, che definiva il piacevole esercizio come “sfregamento di visceri con secrezione e spasmo”. Tutt'altro... Purtroppo il nostro, alquanto rassegnato, constata che sull’argomento non c’è coincidenza di vedute con la signora Pasquina: da sempre, madame è piuttosto pigra ed avara di sue grazie, quantunque elegantemente invitata, sinora. Esorto la giovane amica prossima sposa a non emularne il contegno, ne avrà da guadagnare in salute e soddisfazione, propria e del coniuge.
Professore gentilissimo, probabilmente mai avrebbe immaginato che la “Pagina di Pasquino Galatino” avrebbe ospitato il mio esordio come consulente della “Posta del cuore”.
Tra qualche tempo, sarò pronto per “Eva 3000”… o per le pagine pruriginose de “la Repubblica”, che è lo stesso.
Con fraterna devozione,
Pasquino Galatino

15 Luglio 2009 - E la chiamano estate

Estate, stagione per ritemprare il corpo e lo spirito. I lunghi pomeriggi, il tempo della controra dedicato al riposo, alla lettura ed alla meditazione. Il tranquillo distacco dal negotium, abluzione salutare per lo spirito quanto, per il corpo, una doccia fredda rigenerante dopo il mare.
Esercizio di introspezione consigliabile a tutti, il solitario interrogarsi sulle vicende quotidiane e sul proprio agire. Colloquio personalissimo con la coscienza, giudice inflessibile e severo.
Raccomandabile in modo particolare a chi ha ricevuto una delega, a chi è onorato da un atto di fiducia per la gestione della cosa pubblica. Delega fiduciaria temporanea e revocabile, ricordo a me stesso prima che ad altri. Vale poco ed anzi è irritante coi deleganti, e controproducente, dilatare i tempi, divagare, rimandare il redde rationem. A me cittadino galatinese, naufragar non m’è dolce in questo mare di attendismo. I problemi restano, tutti.
Estate dunque: calda, sensuale stagione (chiedere informazioni al nostro Gianni Vergine, latin lover di professione in quel di Otranto).
Settembre poi verrà, ma senza sòle: nel senso dialettale romanesco di bidoni, prese in giro, turlupinature. Almeno, si spera.
Con immutata devozione,
Pasquino Galatino

13 Luglio 2009 - Il teatro dell'assurdo

Gentile Professore, cari Amici,
sarà contento qualche appassionato di drammaturgia, come lo scrivente. Ci si propone, gratis et amore artis, una rappresentazione ispirata a Eugene Ionesco ed al suo “Teatro dell’assurdo”. L’attrice protagonista vuol recitare da sola al centro del palcoscenico, dopo aver mandato via i comprimari. Tranne uno che, con determinazione incomprensibile agli spettatori, si ostina a restare muto sullo sfondo, elemento di disturbo all’ordinato svolgersi del meccanismo teatrale. Silenzio carico di attesa.
Ma il dramma cui pensavamo di assistere scade in avanspettacolo, perché nel frattempo guitti e majorettes di contorno entrano ed escono incongruamente di scena, piroettando con comicità involontaria. L’improvvisazione aggiunge ogni volta nuovi spunti di ilarità: un comprimario chiede una parte più visibile, soubrettes si concedono ora a questo ora a quello, spalle comiche si spingono a gomitate per trovarsi in favore di riflettore: sembra l’incubo di un regista schizofrenico.
Il pubblico, all’inizio sconcertato, adesso si spella le mani in applausi ironici, fischia e sghignazza: cos’altro potrebbe fare davanti allo scempio? Però qualcuno comincia già ad alzarsi e guadagna l’uscita, c’è chi vuole indietro i soldi del biglietto.
Invece altri spettatori chiedono a gran voce il sipario. Forse bisognerebbe accontentarli, non crede?
Devotamente Vostro,
Pasquino Galatino

9 Luglio 2009 - L'imperatore Vespasiano

Gentile Professore, cari Amici,
Una accorata letterina incensatoria circola per blog e giornali telematici locali. Ad una lettura maliziosa, il sapore è quello casareccio delle crostate fatte in casa, tanto per confermare questa linea gastronomica inaugurata dal Pasquino gourmet: ma in tempi di carestia politica e impopolarità crescente, due righe come quelle tirano su gli inquilini di via Umberto I° più di una flebo di glucosio.
Galatina Città d’Arte. Nobile e colta la nostra Galatina: può una tale Gentildonna occuparsi mai della plebea e volgarissima questione dei bagni pubblici? No certamente, tant’è che con provvedimento meritorio si eliminano le toilettes dal luogo dov’erano situate. In realtà non si può non essere d’accordo, sembrando inopportuno che l’amata Pupa sia offesa da quell’incomoda maleodorante compresenza.
Però una legge della fisica afferma che “In natura nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Una delle conseguenze dirette di questo postulato prevede che qualora cittadini Galatinesi e turisti di passaggio ingeriscano bevande debbano poi, come tutti gli esseri viventi, disfarsi del prodotto metabolico di tali assunzioni liquide. Delle quali, parte si trasforma in sudore, parte prende altre vie. Sorvolo sui dettagli: non amo il genere letterario descrittivo.
Ciò posto, è di tutta evidenza che chi amministra la nostra splendida Città d’Arte abbia concezione degli umani come puri spiriti, ectoplasmi evanescenti non soggetti a quella branca della medicina chiamata urologia.
La realtà dei fatti contraddice questa convinzione. Ne sono testimoni i residenti ed i professionisti con abitazioni e studi nel centro, in particolare in via Chiura, via Congedo, via Cavazza e zone adiacenti Piazza S. Pietro. Luoghi che sono adibiti ormai da lungo tempo a pubbliche ritirate, e sappiamo per certo che l’esasperazione degli abitanti del centro è nota a chi dovrebbe porre rimedio allo scempio. L’afflusso di pubblico nelle recenti festività patronali ha talmente aggravato il problema che per più giorni le strade menzionate sono state quasi impraticabili anche a nasi robusti. Mentre scrivo non sono a conoscenza se sia stata effettuata la bonifica invocata e necessaria. Sono stato richiesto di parlare apertamente del degrado in cui versano le vie citate.
Vespasiano, dove sei? Vi prego di interpretare correttamente l’invocazione popolare: parliamo dell’imperatore che affermò “Pecunia non olet”, riferendosi alle cospicue entrate derivanti dalla tassa sulle latrine che aveva introdotto. Qui a Galatina non ha emuli.
Spiace allo scrivente trattare argomenti scatologici: d’altronde la weltanschauung pasquiniana abbraccia il sublime e l’infimo dell’umana esistenza.
Ci consoli sapere che il record negativo della decenza non ci appartiene: entrano nel Guinness gli interpreti della commediola del 1° luglio.
Umanamente vostro,
Pasquino Galatino

2 Luglio 2009 - Regina in D7

Regina in D7: scacco matto.
Partita appassionante e ricca di colpi di scena: la Regina vince, forse regnerà fino a naturale scadenza del mandato, grazie a maggioranze variabili consentite da pedine avversarie suicide. E vince proprio mentre il suo Re, sullo scacchiere barese, vede vacillare il trono per opera di magistrati stranamente curiosi. Perché, come tutti sappiamo, da quelle parti politiche “La legge si applica, ma per gli amici si interpreta”. Staremo a vedere, come sempre convintamente garantisti e innocentisti.
Comunque la Regina vince e gestirà posti e finanziamenti, per il bene della Città e per sue personali ambizioni politiche, del tutto legittime. Chapeau!
Chi ha stomaco robusto, si occupi della bassa cucina che c’è dietro questa vittoria: non lo farà il nostro Pasquino Galatino che, come visto nelle precedenti puntate, avendo subito le amorevoli cure gastronomiche della suocera, vede irrimediabilmente compromesse funzionalità epatica e gastrica.
Un suggerimento, per chi eventualmente avesse il gusto perverso di interessarsi del retrobottega galatinese: rifarsi idealmente alle famosissime categorie umane di Sciascia. Ed inquadrare i comprimari di quest’operazione nella casella appropriata: ommini, menz’ommini, omminicchi e quacquaracquà.
Pasquino Galatino

28 Giugno 2009 - Trompe l'oeil a Palazzo Orsini

Gentilissimi Professore ed Amici di Galatina.it,
gli interventi di Vito Tundo ed altri vanno nella direzione sperata, cioè un maggiore coinvolgimento dei Cittadini nella comprensione degli avvenimenti galatinesi. “Uno, nessuno e trentamila” nasce per lo scopo qui enunciato, e nessun altro.
Seguendo questa logica, rispondo brevemente all’amico Tundo: non ho proprio nulla di personale verso il Sindaco, ho criticato alla mia maniera la gestione della res publica, cercando di far riflettere sorridendo. Se al posto dell’attuale Primo Cittadino ci fosse stato un Tizio qualsiasi, avrei fatto le stesse osservazioni. Per nostra fortuna, contrariamente a quanto affermano Travaglio, Di Pietro & C., siamo ancora in democrazia e la satira è consentita persino ad un fantasma come Pasquino Galatino. E, continuando nel gioco, questo fantasma vorrebbe pur parlare di politica locale, ma manca la materia prima: si può disquisire del nulla?
È anche vero che Pasquino Galatino è un acrobata della parola, un equilibrista circense della frase ad effetto, ma c’è un limite alla fantasia. Forse potremmo affermare, scomodando la critica d’arte, che nel Palazzo di via Umberto I° stiamo ammirando un capolavoro della tecnica pittorica del trompe l’oeil: puro effetto ottico, sembra di vedere una coalizione dove non c’è che un muro dipinto. Signori, abbiamo i nuovi Michelangelo della politica e non ce ne rendiamo conto! Chiudo col dire che a Galatina ormai da tre anni la situazione è grave, ma non seria.
Professore, solo per una volta e col Suo consenso faccio uso privato del mezzo pubblico, ma se ne capirà il motivo. Prima che qualche furbetto ne approfitti, rendo noto che persona di fiducia ha depositato nome e contrassegno di una (al momento solo ipotetica) “Lista Pasquino Galatino”. Non si vuole davvero iniziare un percorso politico: il gesto, contrario al mio habitus mentale, si rende necessario solo e semplicemente per impedire che qualcuno possa sfruttare questo nome per interessi di bottega.
Grazie della Vostra attenzione, davvero non meritata.
PG

26 Giugno 2009 - Tu es Petrus

Tu es Petrus, et super hanc petram aedificabo Ecclesiam meam, et tibi dabo claves Regni
Caelorum
”.
Il Maestro dispone che, incaricato di diffondere il Verbo nel mondo, sia proprio l’Apostolo che lo
ha rinnegato tre volte. Pietro è un instancabile predicatore, e la tradizione vuole che la sua missione lo porti qui, in partibus infidelium, nel luogo dove sorge Galatina: anzi, S. Pietro in Galatina, come la nostra Città è chiamata sino all’unità d’Italia. In ricordo del suo mestiere profano, Egli affida all’ Apostolo anche un altro compito: “Faciam vos fieri piscatores hominum”.
L’Uomo che rinnega il suo Maestro e si pente della viltà, muore come Lui crocifisso a Roma nel 67 sul colle Vaticano, ma a testa in giù, testimoniando la Fede. La stessa che non rinnegheranno fino al martirio 14 secoli dopo, ad Otranto nel nostro Salento, 800 Uomini con a capo il loro vescovo Stefano Pendinelli.
Se Cristo è chiave di volta della Santa Costruzione, Egli ne pone il nostro amato Patrono, primo
Papa della storia, come pietra angolare.
La venerata reliquia custodita nella nostra Chiesa Madre, la pietra sulla quale tramandano si sia
riposato Pietro, a me pare ricordare simbolicamente un lavoro spirituale assegnato a tutti noi
credenti, da compiersi in interiore homine: quello di smussare gli spigoli delle pietre che noi stessi siamo, squadrarle, per renderle sì uniche e diverse l’una dall’altra, ma adatte a formare l’opus reticulatum, una parete compatta, resistente. Ed immaginare ognuno di noi come pietra minima ma non per questo meno importante, saldata alle altre col cemento della Fede, per dare solidità al Sacro Edificio.
Pasquino Galatino

21 Giugno 2009 - Pranzo in casa della suocera

Cronaca del desinare domenicale di Pasquino Galatino dalla suocera.
Si premetta che il sottoscritto PG, in compagnia di nutritissima schiera di mariti meridionali, si adatta obtorto collo al rito festivo del “pranzo in casa della mamma”.
Di buon mattino, la santa donna estrinseca la sua abilità culinaria nell’estrusione di un manufatto di consistenza lapidea, delle dimensioni cm 37 x 27, spessore cm 5, classificato in terminologia tecnica “pasta ‘llu furnu”: si presume composto da sostanza ignota alla scienza della nutrizione (probabile elemento transuranico ad alta radioattività), con elevata resistenza al taglio e corrosione secondo norme UNI EN 1739 e 1305, avente indice digeribilità pari a zero. Per tale ultima caratteristica paragonabile al porridge, indefinito pastone da alimentazione canina che per i sudditi di Sua Maestà Britannica rappresenta l’eccellenza della english cuisine, insieme al tristemente noto fish and chips.
Il manufatto viene servito alla temperatura media misurata a bordo piatto di 150° C., pure in piena canicola, in più porzioni singole pro capite, da consumarsi obbligatoriamente con evidente approvazione delle qualità organolettiche, altrimenti “la mamma si dispiace”. Si trangugiano le portate accompagnando ogni bolo mediante assunzione di cl. 10 di mieru per agevolare la deglutizione, simulando indifferenza per l’epiglottide ustionata.
Con più azioni del medesimo disegno criminoso, poi l’anziana aguzzina scodella in sequenza:
a) pampasciuni stumpati nella misura di 3 dozzine/commensale;
b) peparussi fritti di peso specifico 2800, quantità ad libitum, cioè quanti possa contenerne stomaco di balenottera azzurra dell’Antartico. Ed infine, quale portata di chiusura in leggerezza,
c) trionfo di paparine menate ll’oiu cu le vulìe, elaborata opera metafisica della tradizione culinaria grecanico-salentina.
Testimoni presenti descrivono con dovizia di particolari lo stato stuporoso-confusionale (“ubi consistam”) della vittima Pasquino Galatino nel post prandium, la ridotta capacità di deambulazione autonoma, le crisi mistiche nelle 24-48 ore seguenti la grande bouffe.
Si riferisce che, allo stato, non sono conosciuti in letteratura medica studi su modificazioni chimiche e morfologiche di stomaco umano sottoposto al trattamento dianzi descritto, né sui danni psichici permanenti del soggetto sottoposto a tortura.

Se qualcuno dei Lettori volesse interpretare in chiave metaforica questo pasquiniano “divertissement” estivo, lo faccia: ogni riferimento ad avvenimenti recenti è voluto. Più precisamente, si suggerisce l’ identificazione nella vittima Pasquino del popolo Galatinese, e nella figura della suocera la nostra impagabile (in tutti i sensi) Amministrazione.
Pasquino Galatino

16 Giugno 2009 - L'on. Tridimensionale in visita

Professore carissimo,
“Piccola città, bastardo posto”, cantava il compagno Guccini tanti anni fa, ricorda? Noi invece esaltiamo la nostra piccola Kalè Athenai, onorata domenica 14 alle ore 18,30 (come puntualmente segnala Galatina.it) dalla passeggiata dell’Onorevole col mustacchio. Ambientazione e circostanza ricalcano le visite dei Grandi di Spagna nel Regno: balconi fioriti ai palazzi nobiliari, folla plaudente, larghi gesti benedicenti all’indirizzo del popolo.L’annunciata, trepidamente attesa epifania del Tridimensionale è notizia da prima pagina, ma una citazione minima merita anche la Sua scoperta, Professore: le capacità telepatiche del nuovo Giucas Casella de’ noantri, lo scrivente Pasquino Galatino. Che in questo preciso istante si concentra e trasmette mentalmente i desideri seguenti: chiusura del centro antico al traffico, sistemazione e riapertura della S.P. 362, completamento della tangenziale…Si ferma qui il vecchietto bisbetico, e riposa: non si pretenda altro dalle esauste sinapsi. Anzi no, un ultimo wishful thinking: l’elezione della Nostra Cara al Consiglio Regionale, il prossimo anno.
Promoveatur ut amoveatur.
Umilmente Vostro,
Pasquino Galatino

13 Giugno 2009 - Ricetta estiva

Ricetta profumatissima e di facile esecuzione per le serate estive:

Ingredienti : n° 30000 abitanti di città medio-piccola;

n° 10 tonnellate di rifiuti soldi urbani/giorno;

n° 1 Compagnia Sollazzo & Allegria;

Procedimento: si convincano 30000 cittadini ad applicare i criteri di raccolta differenziata; con largo dispiegamento di mezzi ed operatori ecologici non si provveda alla rimozione dei RSU, lasciando opportunamente imputridire il tutto nei e presso i cassonetti, alla mercè di animali randagi; si contempli con intimo compiacimento il risultato visivo/olfattivo, plastica installazione concettuale degna di un Maurizio Cattelan alla Biennale d’Arte; si emettano ed inviino all’utenza fatture annuali per tassa RSU.
Servire ben caldo, accompagnando con mosche della frutta, zanzare tigre ed esemplari di rattus norvegicus (vulgo: zoccule) q.b.

N.B.: piatto inadatto a stomaci deboli (anziani, bimbi in tenera età).
Pasquino Galatino

10 Giugno 2009 - Elezioni provinciali: il Tafazzi

Gentilissimo Professor Valente, Carissimi Amici,
questo microcosmo che è la nostra Galatina rispecchia, amplificandoli, alcuni difetti nazionali: uno è l’individualismo esasperato. Lo si è constatato con rassegnata tristezza in occasione dell’ultima tornata elettorale quando, invece di concentrare i consensi su non più di 2 o 3 “forti” candidati Galatinesi, con la quasi certezza della loro elezione, si è disperso il voto su decine di egregi Signori e Signore Nessuno. Non so quanti di loro si siano davvero illusi di poter sedere a Palazzo dei Celestini, certamente pochi. Né quanti lo abbiano fatto per idealismo, immagino ancora pochissimi. Suppongo che la maggior parte abbia svuotato l’amaro calice con la pervicace volontà del tornaconto personale: magari Tizia per sistemare il figlio in Accademia Militare, forse Caio con lo scopo di ottenere l’avvicinamento della fidanzata insegnante in Lombardia, Sempronia probabilmente cercando l’agognata pensione d’invalidità per la mamma anziana. La logica vera però è stata quella del collettivo cupio dissolvi galatinese.
Risultato: neanche uno di noi rappresenterà la Città in consiglio provinciale, dovremo ancora una volta delegare i nostri interessi a qualche generoso forestiero…e nessuno degli speranzosi candidati per finta si illuda di ottenere i favori implorati al politico di turno.
Allora, quando dovrò immaginarmi uno dei 30000 Galatinesi, non penserò più a Pasquino, ma a quella sublime figura della moderna commedia dell’arte televisiva che è “il Tafazzi”: si, proprio quello che con irrazionale allegria, al suono di una canzoncina melensa, si colpisce ritmicamente a bottigliate sui….gioielli di famiglia.
Disillusamente Vostro
Pasquino Galatino

5 Giugno 2009 - Medicina d'urgenza

Gentilissimo Professore,
in bocca al lupo. Non giudico se si debba interpretare come coraggio od incoscienza la decisione dello staff medico di Galatina Altra di riportare il moribondo di via Umberto I° in terapia intensiva: probabilmente la Vostra logica sarà stata quella di seguire il precetto “Primum quod ad vitam, secundum quod ad valetudinem”. Avrete certamente vagliato i rischi che correte rendendovi rianimatori di un degente in grave stato cachettico, se non addirittura in coma vigile, con un accanimento terapeutico forse più adatto ad un soggetto che almeno abbia qualche speranza di vita….quindi niente hospice per questo malato, ma chirurgia d’urto. Indossati guanti e mascherine, vi apprestate ad operare in corpore vivo.
Convinzione di molti tra Voi è che l’eutanasia sarebbe stato male peggiore dell’intervento disperato che avete deciso di praticare. Altri pensano il contrario, ed io tra questi, per quanto possa valere l’opinione modesta di un ignorante di medicina di pronto soccorso.
Mi raccomando, finchè la prognosi rimane riservata, siano pubblicati su Galatina.it bollettini aggiornati sullo stato di salute…non teneteci in pena! E qualcuno per cortesia riaccompagni in Chiesa il Prete convocato in tutta fretta al capezzale per l’Estrema Unzione. Si allontani anche quel parente troppo interessato all’eredità: non è ancora giunto il momento del notaio, e dal futuro de cuius si prevedono solo debiti.
Non voglio continuare con questo umorismo macabro, e Le chiedo: Gentile Professore, avete stabilito dunque di non “turarvi il naso”? Lei ed i Suoi sodali rientrate nella stanza dei bottoni…(pensi che terribile lapsus calami stavo per fare: scrivevo bottini invece di bottoni! Absit iniuria verbis…).
Dicevo, sarete nella stanza dei bottoni, sapendo che Pasquino Galatino Vi aspetta al varco: unicuique suum, Voi al governo e PG penna velenosa in mano, a menare fendenti d’inchiostro solo su Galatina Altra. Come promesso qualche tempo fa, infatti non si vuol graffiare la delicata epidermide di alcuni personaggi mitologici, alquanto refrattari alla satira, diversamente da Voi.
Auguri, Professore e Primario dello staff. Il paziente è nelle Vostre mani.
PG

2 Giugno 2009 - Lo stercorario politico

Gentilissimo Professore, cari Amici di Galatina.it,
l’osservazione della natura offre sempre nuovi motivi per pensare: anche nel più umile degli insetti c’è un’utilità che riporta alla meravigliosa logica del Creato.
Lo stercorario è un animaletto comune pure dalle nostre parti, ricordo bene d’averlo visto su qualche spiaggia jonica. Nell’antichità era venerato dagli Egizi come Scarabeo d’oro, legato in alcuni aspetti al culto del sole. Questo insetto coprofago ha, come definito in attributo, la singolare caratteristica di cibarsi delle deiezioni di altri animali, ma anche umane, confezionandole in sferette che trasporta rotolandole al suolo. Ne fa uso anche come deposito delle proprie uova. Possiamo concludere che questo suo poco profumato lavoro abbia una necessità nell’ordine naturale dell’ecosistema.
Alcuni comportamenti nel regno animale hanno curiose analogie con le vicende umane. Apertis verbis: succede a volte che qualche sedicente leader politico, in difficoltà nel proprio partito per incapacità personale e/o per pura e semplice mancanza d’idee, tenti con tutti i mezzi di risalire la china. Il modo migliore ed il più nobile sarebbe quello di criticare sui fatti, sulle azioni concrete, ed avanzare le proprie proposte, alternative a quelle degli avversari. Naturalmente per fare questo è necessario averle oppure essere in grado di elaborarle, le proposte.
C’è poi un metodo più breve e populistico, quello d’improvvisarsi Savonarola del XXI secolo ed attaccare sul piano morale il privato degli avversari: cibarsi politicamente delle altrui deiezioni, come fa lo scarabeo. E’ evidente che si tratta di furbizia, cioè intelligenza di cortissimo respiro. Stupidità, affermano alcuni. Perché la pallina maleodorante, trasportata in tana, ammorba l’aria ed avvelena l’ambiente.
Si rileva incidentalmente che tale agire è prassi antica di una ben precisa parte: la disinformacija appresa nell’URSS di Brezhnev la si applica efficacemente ancora oggi.
Si potrebbe obiettare con giusta ragione che può attuarsi questo comportamento deplorevole, solo in quanto ci sia un avversario che fornisce “materia di lavoro”. E’ vero infatti che ci si aspetterebbe da un homo publicus ultrasettantenne, che ricopra un ruolo di estrema importanza e visibilità nazionale ed internazionale, una morigeratezza di costumi ed una impeccabilità personale consone allo status ed all’anagrafe. Purtroppo non è così, Catone non abita dalle nostre parti da molto tempo. Invece è l'Italia del 2009 a somigliare tristemente al Basso Impero.
Per cui, Amici cari, seguiamo ancora una volta il suggerimento dell’indimenticato Indro Montanelli e “turiamoci il naso”. In tutti i sensi.
Vostro devoto
Pasquino Galatino

28 Maggio 2009 - Carmina Burina - Il terribile male

Gentilissimo Professor Valente,
anche Pasquino Galatino ha provato più volte a cimentarsi con la poesia. Il pudore ed una sana, robusta autoironia hanno poi sconsigliato di rendere pubblici i versi, se non a pochi intimi. Ho chiusa in un cassetto della scrivania una raccolta che ho intitolato “Carmina burina”. Uscirà postuma, se a qualcuno dovesse mai piacere, ma dubito fortemente che ciò accada: Calliope si è negata sdegnosamente al sottoscritto quanto è stata generosa di sè con gli amici Piero D’Errico e Nicola Mauro; per citare due nomi a noi cari.

Essendo tale raccolta di versi un work in progress, volta per volta si amplia di nuove aggiunte. Oso sottoporre alla Vostra attenzione l’ultima fatica. Trae ispirazione da storie recenti, ed ha titolo:
“Come Sapevo Amarti, Così So Amministrarti”.

“Disinvolta Gestione,
Maquillages Contabili,
Deficit Insanabili:
Consiglio d’Amministrazione”

Non vi è la trasognata dolcezza di un D’Errico; manca il pathos di un Mauro. Ma, Vi assicuro, io vi avverto l’eco struggente del fruscio di un libro contabile, sfiorato dalle mani sapienti d’un Giudice del Tribunale Fallimentare.
A Voi, amici cari, il giudizio critico. Siate generosi col vecchio, ispirato Pasquino.
Con l’affetto di sempre,
PG



Gentile Professor Valente,
Vengo benevolmente ripreso da un amico lettore perché, a suo dire, mi sarei “imborghesito”: la mia penna avrebbe perso in parte il suo veleno, e Lor Signori Amministratori di questa Città non sarebbero più i bersagli “amati” da Pasquino Galatino.
E’ ben vero che mi sono un poco autocensurato; preferisco non entrare a piè pari nel clima elettorale locale. Se poi qualche personaggio mitologico si mostrerà meno permaloso e più obiettivo con sé stesso e con la sua azione, riprenderò a parlarne, graffiando se del caso. Tra qualche tempo, quando le mie opinioni non potranno più essere interpretate secondo convenienza politica, tornerò a mostrare gli strappi ai pantaloni dell’elegante smoking di questo esecutivo cittadino.

La cosa che invece noto con piacere è che, finalmente, più d’uno segnala a Galatina.it le situazioni di incuria e di pericolo presenti in Città, e lo fa da cittadino e da tecnico, con la competenza specifica dell’urbanista. Non attribuisco a Pasquino il merito di aver piantato un seme che sta generando una pianta rigogliosa, ma mi sembra di capire che qualcuno dei 30000 si sia stancato di starsene in silenzio a subire supinamente lo scempio e il disagio. Democrazia è partecipazione, per abusare ancora una volta delle mie amate citazioni: qui è il compianto Giorgio Gaber a mostrare la via.

Ma voglio parlare d’altro, di un argomento che purtroppo ci tocca tutti da vicino. Permetto a Voi lettori uomini di reiterare l’usato osceno gesto apotropaico, se credete nella scaramanzia: nessuno vi vede. Però è la sola nota leggera che consento a me di scrivere ed a Voi di leggere: perché è passata appena una settimana dalla scomparsa di un uomo giovane, colpito dal male terribile che non osiamo nominare, l’ennesima vittima dalle nostre parti. Un’altra vedova ed altri bambini senza padre. Da profano mi chiedo se c’è una ratio nella crescita esponenziale dei casi di tumore nelle nostre zone, se la causa è quella aria malata di cui parlano genericamente i nostri vecchi, con una saggezza premonitrice ed incompresa.
Lo scrivente è stato toccato negli affetti dal male: solo la Provvidenza e la perizia di senologi ed oncologi permettono ad una donna ancor giovane di continuare serenamente a svolgere il suo ruolo di madre, moglie e lavoratrice. Qualcun altro non ha avuto la stessa fortuna, e sono già troppi qui da noi.
In nome dei loro cari chiediamo a voce alta alle Autorità competenti, queste entità astratte che invece hanno i volti di chi deve fare prevenzione e monitoraggio per la salute pubblica, di spiegarci perché nella nostra provincia quel male aggredisce sempre più, e persone sempre più giovani. Prima e meglio della statistica ce lo dice la cronaca.
Vorremmo una risposta: possibilmente non quella di Barbariccia nel XXI canto dell’Inferno.
Con amicizia,
Pasquino Galatino

23 Maggio 2009 - Il Pantalone Galatinese

A Copacabana la donna è regina, la donna è sovrana”, canta sensuale Wanda Osiris. A Lecce la imita Loredana Capone, che per le elezioni provinciali schiera un esercito di 50 candidate 50: “Venghino Siore, venghino!”. Pare che il discrimen tra i “veri democratici” e gli “altri” sia lo spazio dato al gentil sesso, prescindendo dalla preparazione e dalle attitudini, che nel caso de quo si presumono all’altezza. Importantissimo l’apporto fornito dall’autorità provinciale uscente, arbitro alquanto casalingo della partita. Correttezza politica, sempre sbandierata dal Partito di riferimento, imporrebbe anche candidati di minoranze etniche o di genere: urge che qualche volonteroso in quella lista faccia outing, per dare rappresentanza ad ogni pur minima fascia di elettorato.
Del candidato del PDL e delle tante altre liste collegate si sa ben poco: forse il fatto di essere per la gran parte dei cittadini un illustre Carneade può costituire un atout vincente. Il packaging è accattivante, come sempre per i prodotti di quella Premiata Ditta; invece sono tutte da verificare appetibilità e genuinità del contenuto. Il consumatore acquisterà a scatola chiusa?
Del terzo contendente si riconosca la coerenza ideologica, portata fino all’estremo della rottura con la nuova Casa Madre, polemicamente diventata matrigna: purtroppo non può sottacersi una componente di desiderio di rivalsa nei confronti degli ex alleati del PDL ed in particolare del giovane ministro magliese. Gioca a favore della Senatrice una presenza costante e fattiva tra i cittadini, che suggerisce un’idea di vicinanza alla gente, ed anche l’alleanza con la componente politica ex democristiana.
In rigoroso ordine alfabetico: Capone, Gabellone, Poli Bortone: è sperabile che a pagare il conto della cena non sia il galatinese Pantalone.
Il cui nome ha rima baciata con un epiteto che qui è opportuno tacere.
Cordialmente,
Pasquino Galatino

21 Maggio 2009 - Decadenza nazionale

Possiamo cominciare a guardare col necessario disincanto gli avvenimenti italiani degli ultimi anni, sebbene la stucchevole telenovela ci stia proponendo, puntata per puntata, sempre la stessa trama monotona da ormai troppo tempo.
Il patriarca, un terribile vecchietto azzimato, non accenna a lasciare la scena, nè pensa di cedere la parte ad un eventuale sostituto. Patetico nelle sue galanterie un po’ volgari con le attricette, nelle sue imbarazzanti cadute di stile in società, gode comunque del favore di buona parte del pubblico nazionale: purtroppo c’è nel nostro carattere una tendenza preoccupante a riservare consensi all’istrione di turno, quello che si affacci da un alto balcone e quello che arringhi la folla plaudente dal predellino di un’auto. Ma anche, e peggio, al ruffiano dal faccione melenso, assiso sul sellino d’una bici da corsa. Insomma, amiamo farci prendere per il naso con rassegnato masochismo.
Bisogna riconoscere comunque all’attuale primo attore un’indubbia presenza di scena, temprata dalle esperienze giovanili di chansonnier da crociera, e consumato mestiere nel condurre una compagnia teatrale dove tutti vogliono essere protagonisti e molti aspirano a sostituire il capocomico, anche non avendone le stesse attitudini. C’è un attor giovane che le sta tentando tutte, pur di oscurarlo. Ha dimostrato non comune disinvoltura quando ha riposto in camerino il vecchio copione sul quale studiava da ragazzo, il cui titolo era “Libro e moschetto balilla perfetto”; e sfrutta ogni occasione pubblica per marcare la differenza di stile col vecchio gaffeur. Aver sacrificato un poco di dignità sull’altare della carriera politica gli ha garantito un futuro luminoso, e l’intesa con le due restanti Alte Cariche dello Stato è già ben collaudata. Si è anche procurato con abilità l’amicizia indispensabile, alle nostre latitudini, coi poteri che contano davvero, finanza ed industria: il ragazzo ci sa fare, senza alcun dubbio. Poi gli giovano le phisique du role e la mancanza di concorrenti di un certo spessore.
Sembrerebbe dunque di assistere ad una commedia nuova, se non fosse una replica aggiornata di quella andata in scena in precedenza, in cartellone fino all’inizio 2008. Perché, Professore ed Amici cari, la pièce di cui siamo spettatori non ha autori italiani, ma viene sempre riscritta a più mani oltreoceano, in puro business english, negli uffici lussuosi di Wall Street. Cambiano lo sfondo e gli attori ma il canovaccio è tristemente uguale. Prevede, questa scrittura teatrale, che si decida a Washington e New York ciò che poi succederà a Roma e Milano, periferia dell’Impero (del male).
Riflettiamoci, non è un caso se il predecessore del vecchietto coi tacchi rialzati abbia fatto carriera nelle onnipotenti merchant banks che amministrano l’economia mondiale e di fatto decidono il destino di popoli e nazioni. Dopo i sedicenti “governi tecnici di emergenza” di ex Governatori della Banca d’Italia, dopo il “governo coi baffetti”, al Paese serviva a tutti i costi un esecutivo amico della finanza, ed il “mite” emiliano era l’uomo giusto al momento giusto. Col realismo del vecchio democristiano moroteo aveva incluso, a mò di legal advisor, un ex magistrato (lo stesso che lo aveva torchiato ai tempi di Mani Pulite) il cui programma politico era ed è un semplice anacoluto, e soprattutto i partiti della sinistra vetero-marxista, foglia di fico per coprire le nefandezze che sarebbero poi venute e propinarle all’elettorato di riferimento: ed infatti non è per caso che sotto quel governo coop amiche, banche, istituzioni finanziarie e multinazionali abbiano registrato i bilanci più floridi della loro storia, proprio quando il Popolo bue stringeva sempre più la cinghia. Chi conosceva il basso profilo del personaggio, si stupì per l’uscita estemporanea del nostro con un quotidiano tedesco, allorquando definì “innocuo folklore” i partiti alleati di governo dell’estrema sinistra. Gesto di sincerità improvvida, del tutto inusuale in quel cinico “professore”. Il quale, pur esperto di spiritismo (avendo con tali singolari mezzi, come raccontò ai magistrati che non batterono ciglio, scoperto la prigione di Moro rapito dalle BR.….) non riuscì a vaticinare il tracollo della sua parte politica alle elezioni successive. O forse non gliene importò più di tanto, avendo già adempiuto felicemente al compito assegnatogli dai suoi danti causa. E cioè spianare la strada alla finanza piratesca interna ed estera, in danno della povera gente: cosa che avviene tuttora pur sotto un altro esecutivo.
Pochi però sono a conoscenza di un fatto lontano nel tempo ed esplicativo delle vicende che andiamo raccontando. Avvenne il 2 giugno 1992, sul panfilo reale inglese “Britannia” alla fonda a Civitavecchia: in breve, lì ed allora si decise il futuro subalterno dell’economia nazionale e dell’Italia stessa. Chi volesse approfondire, apra questa pagina, tra le molte sull’argomento:

www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=print&sid=5040.

Vi troverà fatti, persone e circostanze sulle quali grava ancora l’imbarazzato omertoso silenzio di tutti i media. Per brevità e carità di Patria, Vi risparmiamo il racconto del vergognoso tradimento consumato sulla nave dei Reali d’Inghilterra da figuri ancora attivi ed in circolazione nella nostra Italia politica ed economica.
Da allora son cambiati gli attori, non la farsa di cui parliamo, che invece ha assunto i toni della tragedia per la collettività nazionale.
Sicché, gentile Professore ed Amici cari, una morale pensiamo di averla trovata e la sottoponiamo con modestia al Vostro giudizio: nella poco dignitosa storia italiana degli ultimi 20 anni, e pure nella cronaca recente, chi volesse trovare una parvenza di bene comune, dovrebbe rivolgersi all’Ufficio Oggetti Smarriti.
Con devozione, Vostro
Pasquino Galatino

15 Maggio 2009 - Finanziamenti provinciali

Gentile Professore e cari Amici,
arrivano dunque i sesterzi per opere pubbliche anche qui a Galatina.
Non è, come qualcuno potrebbe pensare, che questa Città maltrattata dalla Provincia sia invece cara al Divino Otelma, e grazie al suo Rituale Propiziatorio Galatina abbia ottenuto minima parte di quello che spetterebbe di diritto al terzo centro per popolazione ed importanza. No, quel mago dall'abbigliamento sobrio e dall'eloquio forbito, stavolta non ha meriti: purtroppo anche il cittadino meno smaliziato, come il sottoscritto, non può fare a meno di rilevare il tempismo “elettorale” degli stanziamenti.
Si attende da tempi biblici di veder sistemare con un po’ di bitume le buche delle vie provinciali che confluiscono e partono da Galatina; per la pulizia dalle erbacce dei margini stradali; e magari per godere di segnaletica nuova ed efficiente. Ma contemplasi anche ab antiquo un cartello semaforico, divelto ed abbattuto per un incidente, all’ingresso della Città dalla vecchia via di Noha, che per vetustà ormai ricade di sicuro nelle competenze della Sovrintendenza Archeologica. Solo alcuni tra gli innumerevoli esempi dell’incuria cui la Provincia ha abituato noi di Galatina.
Ed ecco che all’improvviso, ad un mese dalle elezioni, come per magia si materializzano i fondi per opere le più varie. Tranne, ovviamente, che per quel tratturo sconnesso chiamato con ottimistica enfasi “S.P. 362 Galatina – Lecce”; che diventa, a parere di chi scrive, la prova provata che la nostra Città è isolata geograficamente e istituzionalmente, e tale deve rimanere per volontà politiche non Galatinesi, ma con il colpevole silenzioso assenso di chi dovrebbe difendere i nostri diritti nelle stanze dei bottoni.
Tanto premesso, si sappia, e noi tutti lo sappiamo per esperienza, che una cosa è annunciare uno stanziamento di fondi, tutt’altra è poter materialmente disporre di quelle somme sventolate sotto il naso dei Galatinesi creduloni.
Interroghiamoci sul perché non sia stato fatto prima quello che si annuncia si farà poi. Chiediamoci quale motivo impedisca di rendere la “via” per Lecce una strada degna di questo nome, strozzando lo sviluppo della zona industriale e delle nostre Aziende, con decremento soprattutto dell’occupazione locale. Sindacati, Istituzioni, Associazioni varie: se ci siete, battete un colpo.
Nessun dorma”: occhi “de cuccuvascia” ben aperti e massima attenzione alla crocetta che apporremo sulla scheda il 6 e 7 giugno prossimi. Ne va del futuro di Galatina, ed anche (se ci importa) della sua dignità.
E, chiudendo con la "Ecumenica Benedizione" del Divino Maestro, “Che le stelle siano con Voi”.
Pasquino Galatino

8 Maggio 2009 - Muri appesi ai Crocifissi

Muri appesi ai Crocifissi”. E’ un verso della canzone “Attimo” di Gianna Nannini che ho riascoltato oggi per radio. Non nutro grande trasporto per questa cantautrice, trovo eccessivi certi atteggiamenti, ed alcune sue pose studiate ad arte per “epater le bourgeois”, fare rumore, quindi mettere il talento al servizio del conto corrente. Alcuni suoi brani invece sono musicalmente innovativi e godibili.
Mi ha fatto riflettere, in quella frase, l’inversione ideale dei termini, fantasiosa e di sicuro cercata dalla Nannini per creare un effetto originale, “spiazzante”.
Ma è il Crocifisso a sostenersi al muro? Oppure è veramente il contrario, come afferma il verso della canzone?
I miei pensieri associativi si soffermano per un attimo sulle tristi immagini del terremoto in Abruzzo: case distrutte, pareti sbrecciate delle quali rimangono in piedi solo parti irregolari dalla vaga forma di stalagmiti, in equilibrio precario. A volte in mezzo a questi ruderi appaiono i resti di quelle che erano stanze da letto: sui muri, i Crocifissi. Testimonianza silenziosa, dolente anche, della presenza consolatrice del Cristo persino nel lutto e nella distruzione.
I due segmenti della Croce: intersezione di alto, spirito, trascendenza (il braccio verticale), e basso, materia, immanenza (quello orizzontale), simboli della natura insieme divina ed umana di Gesù, Dio e Uomo. Segmenti di pari lunghezza nella Croce greca, disuguali in quella latina. Suggeriscono forse concezioni diverse della natura del Cristo nelle due confessioni sorelle?
INRI: “Iesus Nazarenus Rex Iudeorum, Gesù Nazareno Re dei Giudei”. Nazareno non da Nazareth (città non ancora fondata ai tempi di Cristo) ma seguace della setta (dopo di Lui) cristiana-giudaizzante dei Nazareni.
INRI: “Igne Natura Renovatur Integra, per mezzo del fuoco la natura si rinnova completamente”. Questa è invece l’interpretazione alchemica, blasfema per alcuni, dell’acronimo iscritto sul cartiglio apposto sulla Croce. Affermazione che a me ricorda la forza del fuoco sotterraneo che scioglie e smuove la roccia degli strati sovrastanti, ed è causa (tra le altre) dei terremoti. E’ quel fuoco che, indirettamente, distrugge e rinnova la natura, pur nel dolore causato agli uomini. Dolore variamente distribuito secondo un Ordine che ci sfugge.
Il Pantocrator, Governatore di tutte le cose, traccia un disegno che prevede la venuta in Terra del Figlio di Dio fattosi Uomo, la sua morte ed il suo sacrificio per la salvezza dell’Umanità. Così come Egli destina anche ad ognuno di noi un disegno, che al nostro limitato intelletto non è consentito abbracciare nella sua interezza. “State contenti, umana gente, al quia; chè, se potuto aveste veder tutto, mestier non era parturir Maria.
Ci è data forse libertà, nel quadro della nostra esistenza terrena, di variarne linee e colori, secondo nostra inclinazione e giudizio; ma il perimetro della sua cornice è preordinato ed immutabile.

Gentile Professore, stavolta non so proprio perché condivido questi miei pensieri peregrini ed in apparenza slegati fra loro: so di rischiare l’etichetta di “mente bizzarra”. Ho trascritto questa disorganizzata sequenza di elucubrazioni, mostrando “il Pasquino che non ti aspetti”, senza alcun fine se non quello di farVene partecipi. Grazie per aver letto, forse con qualche perplessità.

Per due sane risate, ci sentiamo alla prossima.

Pasquino Galatino

5 Maggio 2009 - Artigiani e politici Galatinesi

Gentile Professore,
ho seguito con attenzione il suo puntuale videoservizio sull’incontro tra artigiani galatinesi ed esponenti politici. Parlarne mi dà occasione per riconoscerLe nuovamente l’utilità sociale del Suo sito, che fornisce in modo imparziale elementi importanti di cronaca locale, altrimenti indisponibili per l’opinione pubblica.

Altri testimoni presenti mi descrivono gustosi siparietti, assenti dal Suo servizio per necessaria concisione del mezzo utilizzato. Provo a darne resoconto alla maniera di Pasquino.
Pare dunque che alcuni artigiani, brava gente la cui abilità col salace idioma galatinese è almeno pari a quella manuale, abbiano sommessamente ma fermamente esortato i politici presenti, di ogni colore, a recarsi appena possibile in un luogo fisico di disagevole accesso e scarsa illuminazione.
Sbaglieremmo se volessimo provare ad indicare questa nota località su qualsivoglia carta geografica; tantomeno risolverebbe il problema chi ne impostasse la ricerca sul proprio navigatore satellitare, quantunque di ultima generazione e precisamente aggiornato. Trattasi invero di luogo fisico sì, ma figurato.
Non è dato sapere se, accogliendo l’invito, tutti od alcuni dei politici galatinesi presenti all’incontro, abbiano poi raggiunto il posto; né tampoco se, una volta colà giunti, i nostri abbiano potuto espletare la funzione motivo del trasferimento, con propria ed altrui soddisfazione.

Relata refero. Si aggiunga un solo commento: l’esasperazione dei nostri artigiani e commercianti è tale che ogni reazione, per quanto scomposta, vada ampiamente giustificata.
E’ bene ricordare che si discute di onesti lavoratori, piccoli imprenditori sui quali grava la responsabilità non soltanto del pane quotidiano per la propria famiglia, ma anche del futuro dei loro dipendenti e relativi familiari. Quindi, in definitiva, di un segmento importante dell’economia cittadina. Parliamo di persone le cui tasse contribuiscono in maniera significativa al bilancio del Comune e della CSA, solo per fare alcuni esempi; di gente che va a letto tardi e torna al lavoro prestissimo, magari dopo nottate di mangiamenti de capu per coniugare stipendi e tributi, consulenti fiscali ed Ispettorati del lavoro, esose banche e fornitori giustamente esigenti. A loro, artigiani e commercianti galatinesi, va il mio pensiero e la mia solidarietà.
Prima che sia troppo tardi, è bene si faccia tutto il possibile per venire incontro alle loro sacrosante richieste. La salute di queste aziende coincide con quella della Città.
Con la consueta stima,
Pasquino Galatino

1 Maggio 2009 - Aspettando godo

Gentile Professore,
ascoltare in incognito l’opinione dei conoscenti e degli amici su Pasquino Galatino mi offre motivi di riflessione sugli avvenimenti degli ultimi tempi.
Tutto ha avuto inizio con una lettera anonima di denuncia sul traffico anarchico di questa Città. Era fine febbraio. Forse per il modo scanzonato di presentarLe il problema, forse per il Suo fiuto giornalistico riguardo una novità che avrebbe potuto incuriosire i lettori di Galatina.it e non solo, cosa puntualmente verificata: così è nata la pagina di “Uno, nessuno e trentamila”.
Com’è naturale, il “fenomeno” Pasquino (iperbole) suscita simpatie ed antipatie. Qualcuno lo trova divertente, e inquadra correttamente la mission: dialogare, in tono scherzoso, dei problemi di tutti i giorni, visti con gli occhi del cittadino comune di Galatina. C’è chi prende la cosa sul serio, intravedendo l’inevitabile burattinaio, che ovviamente non esiste. Lei mi rende edotto che qualcun altro, tra un caffè e un fruttone, si spaccia per Pasquino; pensa così di lucrare un effimero credito politico. Che sia un moderno interprete del “Miles gloriosus”? Altri ancora gradirebbe essere accompagnato “dove è difficile arrivare”…avendo scambiato l’umile Pasquino per uno sherpa himalayano della cultura.
Se non è “Il Processo” di Kafka, siamo dalle parti di Alvaro Vitali in arte Pierino.

Giorni fa il Sindaco concede dignità di interlocutore ufficiale al sottoscritto, ed invia una corrispondenza su carta intestata del Comune (!). Trattasi in realtà di “Avviso ai Naviganti”, con Pasquino nuora perché suocera intenda. Chiamato comunque in causa, e vincendo un senso di vertigine per la piega surreale che ha assunto questo “cazzeggio” internettiano con Lei, PG risponde al Sindaco in carta semplice. Chiede scusa alla Professionista per una satira infelice, e bacchetta ancora più forte il Politico. Decide il magnanimo Pasquino di non infierire crudelmente: ufficio completato in maniera egregia dagli alleati del Primo Cittadino, in Consiglio Comunale. Poi il nostro non è tipo da sferrare il vigliacco calcio dell’asino, tanto meno ad una Signora. Noblesse oblige.

Sono un po’ disorientato, lo confesso. Ed anche tentato di “riportare la statua tarocca al rigattiere”. Le chiedo aiuto per capire se c’è qualcosa che mi sfugge in tutto questo, un percorso mentale logico, per quanto tortuoso, che accomuni tutti noi protagonisti. Ho sbagliato a condividere pubblicamente le mie riflessioni coniugate al modo di Petrolini? Io volevo solo soddisfare la becera richiesta: “’A Pasquì, facce ride!”… Se “non vi ha piaciato”, pazienza.
Gentile Professore, attendo Suoi lumi, ed (il povero Beckett mi perdoni) aspettando godo.
Con stima e, se me lo consente, con l’affettuosa gratitudine dovuta a chi ha già risolto il caso.
Pasquino Galatino

27 Aprile 2009 - Scuse al Sindaco

Gentile Dott.sa Sandra Antonica, Sindaco di Galatina,
sono destinatario, non meritando tanto, di una Sua comunicazione che leggo fino in fondo e con attenzione, tutt’altro che con tedio.Che Lei le accetti o meno, Le invio le mie scuse: lo devo alla Sua persona, alla Sua professionalità, ai sacrifici dei Suoi genitori, essendo anch’io genitore. La scarsa intelligenza che mi rimprovera (e che riconosco) si è palesata nel dar credito a voci che La riguardavano, provenienti (badi bene) da ambienti vicini ai Suoi alleati di governo. Sono stato usato da sedicenti Suoi amici. Non ne ho verificato l’attendibilità, ho sbagliato. Tanto dovevo alla donna e professionista Sandra Antonica per onestà intellettuale e perché, pur essendo una anonima firma, ho un certo amor proprio. Riconoscere virilmente i propri errori è un dovere a cui non mi sottraggo.Detto questo, ho però qualcosa da rinfacciare al Sindaco di Galatina.Non c’è acredine nei Suoi confronti, ma tanta delusione per quella che poteva essere una possibilità di riscatto e di indipendenza per la nostra Città, e si conclude (forse) dopo 3 anni, con l’ignobile farsa del 22 aprile. Sindaco, quel lontano giorno Lei non avrebbe dovuto festeggiare la Sua vittoria elettorale in maniera sfacciatamente partigiana, proprio nel luogo che è invece simbolo dell’unità cittadina, Palazzo Orsini. In quel momento era già il Sindaco di tutti i Galatinesi, non solo del 62% dei suoi elettori. E’ stato un gesto simbolico importante e Le ha alienato simpatie.Lei che ha sempre militato in un solo Partito, ha commesso il grave errore di formare una coalizione con quei personaggi che hanno fatto il giro delle 7 chiese politiche: era fatale che finisse nel modo indecoroso che abbiamo visto.Lei doveva assumere personalmente i compiti che ha delegato al Direttore Generale: ne aveva le capacità per l’esperienza avuta in Provincia, aveva l’autorità di dire “no” ai suggerimenti che Le venivano dal Suo Partito. Avrebbe svolto egregiamente quell’incarico con gli stessi, o migliori, risultati, senza gravare il bilancio comunale del poco o molto che paghiamo per quella funzione.Dall’opposizione, Lei ha tuonato (giustamente) contro la familistica gestione della cosa pubblica della precedente amministrazione: verifichi se per caso questo virus possa aver contagiato anche la Sua.Sindaco, Lei sa che c’è nelle Istituzioni anglosassoni la consuetudine dello “spoil system”: ogni nuovo governo, se lo vuole, cambia alcuni alti burocrati, per migliorare la macchina amministrativa. Non è stato fatto. Lei invece ha consentito forse inconsapevolmente che alcuni Suoi alleati, con pol-pottismo ideologico, se la prendessero con l’anello debole della catena, i malcapitati impiegati comunali, sottoposti a controlli stressanti ed inutili.Sindaco, Lei rivendica i meriti della Sua azione politica. Ma provi a fare un giro tra la gente che l’ha votata, per esempio al Rione Italia. Guardi Villetta Fedele, lo stato pietoso delle strade, lo stupro quotidiano del traffico nel centro storico, i danni al basolato. Guardi piazzale Stazione, via Sogliano, le strade intorno al campus scolastico. Ha qualcosa da dire sulla mancanza di sottovia ferroviari su via Lecce e via Collemeto? Sullo scandalo di via Lecce chiusa al traffico? Ha mai dato uno sguardo attento alle periferie? Certamente dimentico qualcosa, ad esempio le recenti scritte oscene sulla Festa del 25 aprile, che si aggiungono a quelle che già deturpano i muri cittadini. Perché non si cancellano? Perché non si cercano gli autori dello scempio?Crede che rilasciare 24 nuove licenze nel centro storico migliori la vita economica, sociale e culturale della Città? Sta sbagliando grossolanamente, prevedo soltanto caos e sporcizia, ed esasperazione degli abitanti di quel quartiere. Ma anche dannosa concorrenza tra locali vecchi e nuovi. Ci ha pensato?Tra i Suoi compiti c’è quello di salvaguardare la salute dei Suoi concittadini: ancora non ho ascoltato Suoi commenti sulla crescita quasi esponenziale dei casi di tumore nella nostra zona, anche in soggetti giovani e giovanissimi. Chi Le scrive ha provato la “carezza” del male terribile nei suoi affetti e nelle sue amicizie. Avrei voluto sentire il Suo parere.Concordo con Lei in una considerazione: è vero, i Gattopardi sono qui tra noi. I miei ed i Suoi concittadini continueranno a comprare a Maglie, a Lecce, a Gallipoli; continueranno a votare candidati di Maglie, Lecce, Gallipoli, e dei più sperduti borghi della provincia, ma non Galatinesi. Si meritano, ci meritiamo subalternità e sudditanza.Avrei ancora tanto da dire e suggerirLe se non immaginassi che questa mia non sarà presa in considerazione, probabilmente. Ma non ho voglia di continuare in questo “cahier de doleances”, sono vecchissimo, come dice Lei, e stanco. Mi spiace però che Lei non abbia colto lo spirito costruttivo dei miei interventi, seppure coniugato nei modi della satira. La mia satira è rabbia per le cose fatte male e per quelle non fatte, la mia satira è amore per la Città, almeno pari al Suo.La satira graffia e può far male, non blandisce. Se volesse sentirsi applaudita, non guardi Pasquino, ma tra alcuni “yes-men” della Sua alleanza, quelli che hanno lo stiletto nascosto in tasca. Farà bene, come intende, a farli uscire allo scoperto sottoponendosi “alla gogna del voto di fiducia” piuttosto che alle dimissioni. In questo riconosco ancora la Sua intelligenza politica.Ora torno ai miei amati libri, ai miei autori: a proposito, sarà il caso di commemorare, qualche volta, il nostro Cino da Porta Luce, grande autore dialettale.Non leggerà più da Pasquino Galatino un commento, una sola solitaria parola su di Lei, sulla Sua coalizione e sulla politica galatinese. Non disturberò più il manovratore. Lei, però, rifletta se per caso l’asfittico panorama culturale di questa Città un poco si impoverisca, perdendo una voce anarchica ed indipendente, lo sappia Sindaco, e fuori dal coro. Non pretendo di averLa divertita, come mi piace fare con i miei affezionati lettori di Galatina.it, e comprendo la Sua amarezza per i fatti del 22 scorso. Mi permetto solo di considerare che è un sentimento male indirizzato: non è Pasquino la causa dei problemi della Sua coalizione. Se, come immagino, è dotata del “sense of humour” degli intelligenti, apprezzerà invece la vignetta inviatami da un ignoto fan, che accludo.La ringrazio per aver fatto violenza al Suo misoneismo, ed aver sottratto tempo prezioso alla Sua attività privata e pubblica, leggendomi fino in fondo.Cordialmente, Pasquino Galatino

25 Aprile 2009 - L'articolessa

Gentilissimo Professore,
tempo fa ha appeso al muro, nella Sua casa virtuale, la mia statua. Troneggia lì in salotto, proprio sul camino. Immagino che qualche intenditore d’arte, forse un temporaneo inquilino del Palazzo di via Umberto I°, Le avrà fatto notare che quell’opera è una polverosa imitazione dell’originale romano. Una stonatura, insomma, nell’elegante arredamento di Galatina.it. Si comprende che l’interior design ha regole inderogabili: pochi pezzi d’antiquariato, ma autentici, e soprattutto en pendant col resto dell’abitazione. Se non dovesse più incontrare i Suoi gusti, o Le avessero consigliato di sbarazzarsene, non esiti a riportare il pezzo tarocco al rigattiere dove l’ha trovato. “Scartavetrare” lingua ed unghie del vecchio marmo è ingrato compito che non Le si addice.
Fuor di metafora: Lei mi ospita con liberalità nel Suo sito, ed a me è dispiaciuto sinceramente di averLe provocato imbarazzo facendoLe indossare (controvoglia, ne sono certo) i panni del censore. Non Le succederà ancora di dover apporre “omissis” sulle pagine di Pasquino Galatino. Non immaginavo che una favoletta mitologica “senza alcuna attinenza con la realtà”, come chiaramente specificato in introduzione, potesse sortire effetti troppo devastanti. Quindi, non accuse né tantomeno diffamazioni, solo sbrigliata fantasia. Prendo atto che nel Paese dove Forattini ha subito un processo miliardario per una vignetta in cui un pupazzo con le sembianze di un famoso onorevole coi baffi sbianchetta i nomi della lista Mitrokhin, in quel Paese, dicevo, la satira è politicamente corretta solo se indirizzata verso una certa parte e non un’altra, sensibile quam qui maxime all’ironia ed alle critiche. Però è l’ “Editto bulgaro” a scandalizzare…
In una delle prime pasquinate mi ripromettevo di non parlare delle piccinerie locali, guidato dall’ammonimento di Arpocrate: “Silentium sit vobis carum, ut utinam non sit amarum”.
Invece lo spiritaccio genuinamente popolano ha prevalso più volte. Del resto Pasquino appartiene alla gente e non fa che riportare, edulcorandoli addirittura, i “post-it” che 30.000 Pasquini Galatinesi appongono ai piedi della statua, “scusu scusu”, e quelli un po’ più documentati che provengono dalle ovattate stanze di Palazzo Orsini.
Vero è che non batteremo mai la trista via tracciata da Leoluca Orlando, per il quale “Il sospetto è l’anticamera della verità”. Però qualche ragione deve pure averla Andreotti quando sussurra con ghigno diabolico che “A pensar male si fa peccato, ma ci si indovina”.
Vede, caro Professore, tutto può dirsi di Pasquino Galatino tranne che sia un moralista. Egli piuttosto è il giullare, la lingua velenosa, il modesto epigono dei cultori antichi e nuovi di quella nobile arte squisitamente galatinese che è “la cujona”, ovvero lo sberleffo canzonatorio. Arte nella quale l’eccesso caricaturale è finalizzato soltanto a sollecitare nel pubblico il sorriso ironico sui vizi e stravizi dei potenti. “Deposuit potentes, et exaltavit humiles”.
Lo ribadiamo, non siamo moralisti e non emettiamo sentenze, ma abbiamo un dubbio di cui rendiamo tutti partecipi: nel gestire la cosa pubblica, ci si è mossi in un ambito di atteggiamenti politici fisiologici, pur nella sciatta accezione corrente di tali termini? O si è da tempo in quella patologia comportamentale da “famiglia allargata”, leggasi clan, che si rinfacciava alla maggioranza di allora quando si era all’opposizione?


P.S.: Scrivo quanto precede, con la defatigante attenzione richiesta ad un vecchio quale io sono, quando scopro che il Dott. Nico Mauro (improvvisata badante) m’apparecchia la vasca per un salutare bagno d’umiltà. Mi ci immergo con godimento, prima di indossare costumino e cravatta, impugnare il bastone ed uscire insieme ai miei vecchi compari. Occupazione per nulla oziosa, se si vuole tastare il polso alla gente e sentirne gli umori. Poi, alla mia veneranda età fa bene fare quattro passi, cosa che Pasquino (anzi pasquino) compie quotidianamente, gli studi leggiadri talor lasciando, e le sudate carte. Sia per combattere l’indole egocentrica, sia per scrollarsi di dosso quell’odore ammuffito da vecchia cultura accademica che mi rimprovera il Dott. Mauro. Chi scrive riconosce i propri tanti limiti, fra i quali una ampollosa, barocca verbosità: per questo apprezza la sobria eleganza del Dott. Mauro, del quale alcuni componimenti ricordano per grazia certi autori giapponesi di haiku. Leggerli mi ha arricchito. Mi rincresce invece aver causato noia o fastidio al Dott. Mauro, sparacchiando a casaccio su questa benedetta Croce Rossa, novello mujahiddin della rivoluzione islamica.
E’ vero, preparo accuratamente i miei scritti, me lo impone la mente alquanto intorpidita per anagrafe. Verissimo, amo le citazioni classiche: ho avuto la fortuna essere allievo di Docenti che mi hanno fatto apprezzare il greco ed il tanto vituperato latino. Lingua che possiede insieme l’icastica concisione dell’inglese (unica tra le moderne) e l’eleganza dell’italiano. Mi conforta apprendere dai media che la lingua di Cicerone riscontra crescente successo tra le famiglie americane, convinte della sua utilità per la formazione dei propri ragazzi: ci arriveremo anche noi tra 20 anni. E’ reale la mia incontinenza culturale: come tanti miei coetanei, soffro anch’io dei disturbi provocati dalla nota ghiandoletta maschile. Per mia fortuna il Dott. Mauro, oltre al profumato lavacro, mi fornisce l’indispensabile pannolone, nella forma di considerazioni tutt’altro che inopportune: sono tra quelli che hanno in gran cale le critiche, più che gli elogi, specie quando ben motivate come le sue. Di questo lo ringrazio, senza alcun sarcasmo.
L’arricchito esibisce il SUV nero, il Pasquino acculturato di recente non trova di meglio, per farsi notare, che snocciolare citazioni ad ogni piè sospinto. E’ un vezzo senile, innocuo se ci si riflette un attimo: perdonate l’anziano parvenu.
Ed infine è vera ed, a volte, compulsiva l’insistenza su argomenti di vita politico- amministrativa: mi importa del come e dove la mitologica Cassandra destina i 4 sesterzi trattenuti sulla mia pensione…Non solo, ma il polipetto è bruciato, e la cucina sta andando a fuoco. Si preannuncia, cronaca recentissima, una dieta forzata per tutti, dal nome “Commissario Prefettizio”.
Vi ringrazio per l’attenzione che avete avuto col vecchio Pasquino (anzi pasquino), e la pazienza nel sorbire questa pesante articolessa: ora, esaurite le tanto amate citazioni, andrò a girare in villa, tra la gente comune, esercitando il mio sermo cotidianus.
L’Alzheimer non m’impedisce ancora di ricordare la lezione del Fabrizio De Andrè di “Via del Campo”: “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”.
Con gratitudine e stima per entrambi, e la speranza di averVi divertito ancora.
Pasquino Galatino

21 Aprile 2009 - La nobile Cassandra

Amici cari,
eccoVi una favoletta antica, senza alcuna attinenza con la realtà.Tanto tempo fa, nella ridente città di Kalè Athenai, in un imprecisato luogo della Magna Grecia, regnava la nobile Cassandra. Sappiate che in quei democratici paesi, era consuetudine eleggere il principe o la principessa che avrebbero governato la Polis per i cinque anni successivi, scegliendolo tra le opposte fazioni dei Rossi e dei Neri. Avvenne che un condottiero della zona, Lorenzos da Riace, esponente autorevole della parte dei Rossi, la stessa della fiera Cassandra, disertasse per andare a combattere per i Neri. La storia non dice il motivo di questa defezione, se per nobili ideali o vile denaro, ma il gesto spinse la suscettibile fanciulla a dedicare al traditore una dolente canzone dal titolo “Ritorno all’etica della politica”, accompagnando la voce acuta con una ben accordata cetra.Mal gliene incolse: nell’ Agorà di Kalè Athenai, all’ombra d’un ulivo (o forse una quercia, Esopo non dice), si riunì l’Areopago dei Venerabili Sapienti. Il vecchio Pasquinos di bianco pelo, ascoltati i saggi pareri di quei vegliardi, chiamò al suo cospetto la giovane regnante, e le disse con chiara favella: “O nobile Cassandra dalla chioma corvina, la tua giovane età t’impedisce di cogliere il pericolo di rovinose cadute che insidia colui che s’avventura sullo scivoloso terreno dell’etica politica, senza disporre degli adatti coturni (...). Questo ti diciamo, perché sappiamo che hai (...) due guardie municipali della vicina polis di Neritos, (...); perché stai pagando ogni anno 120.000 dracme del pubblico erario a (...) Sergios, l’organizzatore delle “Notti di Aracne”, le oscene feste dionisiache che alcun vantaggio recano a Kalè Athenai; perché hai (...) del prode Cassandro Vicerè di Messapia, (...); e ci è noto infine che, (...) hai (...) la convenzione col Servizio Sanitario di Magna Grecia per il tuo laboratorio, o Nostra Signora delle Protesi. Allora, in nome di Zeus onnipotente e Atena la saggia, perché non taci, (...) incauta giovane? ”Così parlò il vecchio Pasquinos, di bianco pelo ricoperto.

15 Aprile 2009 - Il mio mistero

"Ma il mio mistero è chiuso in me, il nome mio nessun saprà!": così canta Calaf nel III° atto della Turandot di Puccini.Gentilissimo Rag. D' Errico, mi spiace deluderla: non sono la persona che crede di aver individuato quale inventore e ventriloquo di Pasquino Galatino. La mia giovinezza ha gravitato nella parte della Città opposta al Rione Italia e, purtroppo per me, non sono stato troppo assiduo frequentatore di Chiese, se non con l 'età della ragione e della Fede.Ma concordo con quello che, con la consueta mirabile concisione, scrive il Prof. Valente: sono almeno trentamila i Pasquini, tanti quanti i nostri Compaesani.Piccola grande consolazione pasquale per tutti noi: venerdì il TG 2 delle 13, nella rubrica "Si Viaggiare", ha mostrato un bel ritratto della nostra Galatina. Speriamo in qualche visitatore in più, magari accolto un pò meglio di come fatto sinora.Un saluto deferente a Voi, carissimi Professore e Ragioniere, ed ai nostri amati lettori di "Galatina.it".
Pasquino Galatino