sabato 23 dicembre 2023

Il Galatino anno LVI n° 21 del 22 dicembre 2023

 

Il caso ha voluto che

 

   Un correttore di bozze un po’ distratto ha elaborato e mandato in stampa un mix bizzarro tra il nostro ultimo pezzullo ed il precedente, stravolgendo il significato del nostro dire e la logica del testo. Il risultato è quella commistione di “alto” e “basso” del pensiero che è il lievito del nostro senso dell’umorismo. Ci raccontano che il meschino, processato e condannato dalla redazione del giornale assisa in seduta plenaria, quale laica Santa Inquisizione, sia stato condotto in catene nella stanza delle torture ed ivi sottoposto a indicibili supplizi. Le urla del reo giungono sino in piazza: San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, lo assista benevolo nell’ora della prova suprema.

   Ma le cose non accadono così, per caso, anche nel caso di questo piccolo caso editoriale. Tutto ha una sua intrinseca necessità nell’accidentale svolgersi degli accadimenti: la comicità involontaria di un articolo, geneticamente modificato nella provetta del correttore, consiglia modestia a chi scrive e tolleranza a chi legge. Il democriteo irrazionale scontro di atomi, generatore casuale di fatti sensibili, non ammette presunzione ed illimitata fiducia nell’intelletto. Siamo e resteremo umani e fallibili, tranne quei pochi cui una patologica ipertrofia dell’Io impedisce l’autocritica. A loro ed a Voi tutti un sereno Natale.

giovedì 7 dicembre 2023

Il Galatino anno LVI n° 20 dell'8 dicembre 2023

 

Corsi, ricorsi e soccorsi

 

   Giacomo Matteotti viene rapito ed assassinato da una squadraccia fascista il 10 giugno 1924. Il 12 seguente (quando ancora non si conosce la sorte del deputato socialista, il cui corpo verrà ritrovato 2 mesi dopo), le opposizioni al governo Mussolini approvano un ordine del giorno in cui “deliberano di comune accordo che i rispettivi Gruppi si astengano dai lavori della Camera…”.

   Scrive il professore Roberto Martucci: “decidendo di estraniarsi dai lavori parlamentari, le opposizioni adottano indubbiamente una decisione di alto valore simbolico ma, al tempo stesso, essa in sede di ricostruzione storica appare politicamente inetta in quanto priva di sbocchi operativi. L’assenza della minoranza astensionista…(omissis)…non costituisce in sé una risposta forte in grado di rovesciare gli equilibri politici esistenti…”. *

   “L’Aventino” delle opposizioni ottiene l’effetto contrario a quello desiderato: il governo di Mussolini (col famoso discorso del 3 gennaio 1925) chiude la fase del fascismo “parlamentare”. Inizia il Regime. Il seguito è tristemente noto.

   La storia dimostra che il dissenso può esplicarsi anche fuori dall’aula del dibattito politico, ma come efficace interlocuzione con le altre Istituzioni dello Stato, che hanno funzione di equilibrio di un potere (eventualmente) mal esercitato.





  * Roberto Martucci, Storia costituzionale italiana, Dallo Statuto Albertino alla Repubblica (1848-2001), pp 194-195, Carocci Editore 2011