Corsi,
ricorsi e soccorsi
Giacomo Matteotti viene rapito ed
assassinato da una squadraccia fascista il 10 giugno 1924. Il 12 seguente
(quando ancora non si conosce la sorte del deputato socialista, il cui corpo
verrà ritrovato 2 mesi dopo), le opposizioni al governo Mussolini approvano un
ordine del giorno in cui “deliberano di comune accordo che i rispettivi
Gruppi si astengano dai lavori della Camera…”.
Scrive il professore Roberto Martucci: “decidendo
di estraniarsi dai lavori parlamentari, le opposizioni adottano indubbiamente
una decisione di alto valore simbolico ma, al tempo stesso, essa in sede di
ricostruzione storica appare politicamente inetta in quanto priva di sbocchi
operativi. L’assenza della minoranza astensionista…(omissis)…non costituisce in
sé una risposta forte in grado di rovesciare gli equilibri politici esistenti…”.
*
“L’Aventino” delle opposizioni ottiene
l’effetto contrario a quello desiderato: il governo di Mussolini (col famoso
discorso del 3 gennaio 1925) chiude la fase del fascismo “parlamentare”. Inizia
il Regime. Il seguito è tristemente noto.
La storia dimostra che il dissenso può
esplicarsi anche fuori dall’aula del dibattito politico, ma come efficace
interlocuzione con le altre Istituzioni dello Stato, che hanno funzione di
equilibrio di un potere (eventualmente) mal esercitato.
* Roberto Martucci, Storia costituzionale
italiana, Dallo Statuto Albertino alla Repubblica (1848-2001), pp 194-195, Carocci
Editore 2011
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