Il
mercoledì della badante
Età media 75 anni. Plotoni di pensionati
sulle panchine alle spalle del bar, pubblico non pagante dell’involontaria sfilata
del mercoledì pomeriggio. Location, la passerella costituita dal
prospetto centrale della Villa, con lo scenario del Monumento ai Caduti.
Inconsapevoli modelle, le badanti est-europee nel giorno di riposo
infrasettimanale, allegre combriccole che sciamano vociando nella loro lingua madre.
In quel rumeno in apparenza vicino al dialetto ligure, oppure nel moldavo ed
ucraino assimilabili al russo per l’orecchio ignorante degli idiomi slavi, quale
il nostro.
Il défilé
va in replica una volta a settimana. Una platea maschile anziana non può che comportarsi
seguendo i paradigmi caratteristici per età, cultura e latitudine, e di
conseguenza esprimere uno spontaneo, del tutto innocuo apprezzamento per questa
esotica presenza muliebre; anche nei casi in cui, educati da un senso estetico
pur mediocre, farebbero opera di virile misericordia chiudendo un occhio o,
meglio, entrambi, ed astenendosi dai commenti.
Ma chi siamo noi per giudicare? De
gustibus non est disputandum.
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