“Tu es Petrus, et super hanc petram aedificabo Ecclesiam meam, et tibi dabo claves Regni
Caelorum”.
Il Maestro dispone che, incaricato di diffondere il Verbo nel mondo, sia proprio l’Apostolo che lo
ha rinnegato tre volte. Pietro è un instancabile predicatore, e la tradizione vuole che la sua missione lo porti qui, in partibus infidelium, nel luogo dove sorge Galatina: anzi, S. Pietro in Galatina, come la nostra Città è chiamata sino all’unità d’Italia. In ricordo del suo mestiere profano, Egli affida all’ Apostolo anche un altro compito: “Faciam vos fieri piscatores hominum”.
L’Uomo che rinnega il suo Maestro e si pente della viltà, muore come Lui crocifisso a Roma nel 67 sul colle Vaticano, ma a testa in giù, testimoniando la Fede. La stessa che non rinnegheranno fino al martirio 14 secoli dopo, ad Otranto nel nostro Salento, 800 Uomini con a capo il loro vescovo Stefano Pendinelli.
Se Cristo è chiave di volta della Santa Costruzione, Egli ne pone il nostro amato Patrono, primo
Papa della storia, come pietra angolare.
La venerata reliquia custodita nella nostra Chiesa Madre, la pietra sulla quale tramandano si sia
riposato Pietro, a me pare ricordare simbolicamente un lavoro spirituale assegnato a tutti noi
credenti, da compiersi in interiore homine: quello di smussare gli spigoli delle pietre che noi stessi siamo, squadrarle, per renderle sì uniche e diverse l’una dall’altra, ma adatte a formare l’opus reticulatum, una parete compatta, resistente. Ed immaginare ognuno di noi come pietra minima ma non per questo meno importante, saldata alle altre col cemento della Fede, per dare solidità al Sacro Edificio.
Caelorum”.
Il Maestro dispone che, incaricato di diffondere il Verbo nel mondo, sia proprio l’Apostolo che lo
ha rinnegato tre volte. Pietro è un instancabile predicatore, e la tradizione vuole che la sua missione lo porti qui, in partibus infidelium, nel luogo dove sorge Galatina: anzi, S. Pietro in Galatina, come la nostra Città è chiamata sino all’unità d’Italia. In ricordo del suo mestiere profano, Egli affida all’ Apostolo anche un altro compito: “Faciam vos fieri piscatores hominum”.
L’Uomo che rinnega il suo Maestro e si pente della viltà, muore come Lui crocifisso a Roma nel 67 sul colle Vaticano, ma a testa in giù, testimoniando la Fede. La stessa che non rinnegheranno fino al martirio 14 secoli dopo, ad Otranto nel nostro Salento, 800 Uomini con a capo il loro vescovo Stefano Pendinelli.
Se Cristo è chiave di volta della Santa Costruzione, Egli ne pone il nostro amato Patrono, primo
Papa della storia, come pietra angolare.
La venerata reliquia custodita nella nostra Chiesa Madre, la pietra sulla quale tramandano si sia
riposato Pietro, a me pare ricordare simbolicamente un lavoro spirituale assegnato a tutti noi
credenti, da compiersi in interiore homine: quello di smussare gli spigoli delle pietre che noi stessi siamo, squadrarle, per renderle sì uniche e diverse l’una dall’altra, ma adatte a formare l’opus reticulatum, una parete compatta, resistente. Ed immaginare ognuno di noi come pietra minima ma non per questo meno importante, saldata alle altre col cemento della Fede, per dare solidità al Sacro Edificio.
Pasquino Galatino
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