In memoriam
La storiografia ufficiale riduce gli avvenimenti otrantini del 1480 ad episodio marginale, mentre lì ed allora è avvenuto uno scontro religioso epocale, e si è perpetrata una strage i cui esempi sanguinosi ricorrono ancora ai nostri giorni.
Il quadro politico-militare del tempo vedeva il Re di Napoli Ferdinando d’Aragona impegnato nell’assedio di Siena ed incurante del pericolo che veniva portato al Regno dalla flotta turca di Maometto II il Conquistatore ammassata in Albania. Piegata Venezia, regina del Mediterraneo, ad una pace poco onorevole dopo anni di lotta nei Balcani, il Sultano carezzava il sogno di abbeverare i suoi cavalli in Roma e sottomettere la culla della Cristianità all’Islam. Venezia e l’alleata Firenze non sarebbero intervenute nell’Adriatico, lasciando campo libero ai Turchi nell’invasione dalla Puglia. Così avvenne.
Il 28 luglio 1480, una flotta di 150 navi con a bordo 18000 soldati al comando del crudele Ahmet Pasha mosse all’attacco di una città di poche migliaia d’abitanti, pescatori e contadini in gran parte, difesa da 400 uomini. I quali abbandonarono Otranto nel momento in cui capirono di non poterla salvare. Dopo due settimane d’assedio, e rifiutate le offerte turche alla resa, gli Otrantini si opposero ad un primo attacco alle mura; al secondo la resistenza fu vinta. I Turchi penetrarono in città e si diedero al saccheggio ed alla strage indiscriminata contro vecchi, donne e bambini. Alcuni cittadini rifugiatisi in Cattedrale furono decapitati: primo fra loro il vescovo Pendinelli. Il 14 agosto ad 800 adulti maschi, radunati sul Colle della Minerva, fu offerto di convertirsi all’Islam in cambio della vita. Serenamente tutti affrontarono il martirio in nome del Cristo.
Alcuni pensieri molto personali: a distanza di oltre 6 secoli, l’Islam è sempre la stessa religione guerriera che vuole conquistare l’Occidente, con i petrodollari ma soprattutto con l’immigrazione e la prolificità, con l’assoluta impermeabilità alle leggi della democrazia, anzi grazie alla incosciente tolleranza di questa; la Fede coraggiosa e convinta degli 800 Martiri è virtù quasi sconosciuta ai tiepidi Cristiani del 2009, sostituita dal culto del dio denaro; nei paesi islamici il Cattolicesimo è perseguitato col terrore (Filippine, India, paesi del Golfo) o proibito, con una mancanza di reciprocità sconcertante per chi abbia occhi per vedere; tacciono i media, pavidamente.
Ed infine, last but not least: chi in Europa affermi queste cose è irrimediabilmente inquadrato come reazionario antidemocratico, nemico della pace. Oriana Fallaci docet. Quella pace untuosa e un po’ vigliacca che ci impone un malinteso multiculturalismo, foriero di famiglie poligamiche, infibulazioni, intolleranza del Crocifisso nei luoghi pubblici, moschee covi di fanatismo in numero esponenziale.
A noi imbelli Occidentali guardare in faccia la scomoda realtà, prima di un nuovo 1480.
Pasquino Galatino
La storiografia ufficiale riduce gli avvenimenti otrantini del 1480 ad episodio marginale, mentre lì ed allora è avvenuto uno scontro religioso epocale, e si è perpetrata una strage i cui esempi sanguinosi ricorrono ancora ai nostri giorni.
Il quadro politico-militare del tempo vedeva il Re di Napoli Ferdinando d’Aragona impegnato nell’assedio di Siena ed incurante del pericolo che veniva portato al Regno dalla flotta turca di Maometto II il Conquistatore ammassata in Albania. Piegata Venezia, regina del Mediterraneo, ad una pace poco onorevole dopo anni di lotta nei Balcani, il Sultano carezzava il sogno di abbeverare i suoi cavalli in Roma e sottomettere la culla della Cristianità all’Islam. Venezia e l’alleata Firenze non sarebbero intervenute nell’Adriatico, lasciando campo libero ai Turchi nell’invasione dalla Puglia. Così avvenne.
Il 28 luglio 1480, una flotta di 150 navi con a bordo 18000 soldati al comando del crudele Ahmet Pasha mosse all’attacco di una città di poche migliaia d’abitanti, pescatori e contadini in gran parte, difesa da 400 uomini. I quali abbandonarono Otranto nel momento in cui capirono di non poterla salvare. Dopo due settimane d’assedio, e rifiutate le offerte turche alla resa, gli Otrantini si opposero ad un primo attacco alle mura; al secondo la resistenza fu vinta. I Turchi penetrarono in città e si diedero al saccheggio ed alla strage indiscriminata contro vecchi, donne e bambini. Alcuni cittadini rifugiatisi in Cattedrale furono decapitati: primo fra loro il vescovo Pendinelli. Il 14 agosto ad 800 adulti maschi, radunati sul Colle della Minerva, fu offerto di convertirsi all’Islam in cambio della vita. Serenamente tutti affrontarono il martirio in nome del Cristo.
Alcuni pensieri molto personali: a distanza di oltre 6 secoli, l’Islam è sempre la stessa religione guerriera che vuole conquistare l’Occidente, con i petrodollari ma soprattutto con l’immigrazione e la prolificità, con l’assoluta impermeabilità alle leggi della democrazia, anzi grazie alla incosciente tolleranza di questa; la Fede coraggiosa e convinta degli 800 Martiri è virtù quasi sconosciuta ai tiepidi Cristiani del 2009, sostituita dal culto del dio denaro; nei paesi islamici il Cattolicesimo è perseguitato col terrore (Filippine, India, paesi del Golfo) o proibito, con una mancanza di reciprocità sconcertante per chi abbia occhi per vedere; tacciono i media, pavidamente.
Ed infine, last but not least: chi in Europa affermi queste cose è irrimediabilmente inquadrato come reazionario antidemocratico, nemico della pace. Oriana Fallaci docet. Quella pace untuosa e un po’ vigliacca che ci impone un malinteso multiculturalismo, foriero di famiglie poligamiche, infibulazioni, intolleranza del Crocifisso nei luoghi pubblici, moschee covi di fanatismo in numero esponenziale.
A noi imbelli Occidentali guardare in faccia la scomoda realtà, prima di un nuovo 1480.
Pasquino Galatino
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