Nuove tasse, nuovi sacrifici
Della fantomatica “tassa
sull’esistenza in vita” circolavano da tempo indiscrezioni, fatte trapelare non
si sa quanto ad arte da personaggi di secondo piano dell’attuale governo. Uno
studio di fattibilità elaborato da funzionari vicini alla Presidenza della Repubblica
era stato sottoposto all’attenzione del Presidente del Consiglio e del Ministro
delle Finanze alla fine di maggio. La tiepida accoglienza alla bozza da parte
di Renzi, timoroso di veder svanire del tutto la già minima fiducia dei
cittadini sull’operato suo personale e del suo gabinetto, era stata vinta dalle
insistenze del Presidente e poi della cancelliera Merkel al recente summit del
G7. La proposta di legge avrebbe dovuto essere presentata alle Camere ed
approvata nei giorni del mondiale brasiliano, con gli azzurri impegnati negli
ottavi e poi nei quarti di finale. L’umiliante uscita di scena della nazionale
ha improvvisamente cambiato lo scenario immaginato, togliendo ai media materia
di distrazione dell’opinione pubblica e focalizzando i malumori sul
rivoluzionario tributo. Ed ecco quanto rivela “il Sole 24 ore”: la nuova
imposta ci sarà e colpirà tutti (o quasi, lo spiegheremo tra poco) i cittadini,
con lo scopo di finanziare l’acquisto degli F35 tanto cari al Capo dello Stato,
che a questo fine aveva convocato il 18 giugno un’apposita riunione
straordinaria del Consiglio Supremo della Difesa.
L’ufficio studi della CGIA di
Mestre calcola che i 14,3 miliardi di euro necessari per l’acquisto degli F35
saranno incassati facilmente con la nuova tassa, che impatterà sul bilancio di
una famiglia media di 4 persone per 120-150 euro all’anno. Le ovvie esenzioni
riguardano solo particolari categorie: innanzitutto rom e richiedenti asilo,
come dichiarato dal sindaco di Milano, Pisapia, e dal suo omologo di Roma,
Marino, appoggiati nella battaglia dalla Presidenta della Camera on. Boldrini,
che in una intervista rilasciata a Novella 3000 dalla tenuta presidenziale di
Castelporziano dove è in ferie, afferma: “E’ giusto che gli italiani, che sono
tutti benestanti, si facciano carico dei nostri fratelli meno fortunati e più
bisognosi di assistenza, e se ne accollino anche i relativi tributi”. Altre esenzioni
riguarderanno le alte cariche e i funzionari apicali dello Stato, i ministri di
culto ed i loro familiari ed assimilati (quindi preti cattolici e protestanti,
rabbini, imam ed ayatollah, bramini indù, hare krishna, asceti e guaritori
d’ogni fede).
I comuni, come detto, assumeranno
l’incarico della riscossione, mediante un apposito bollino con scadenza annuale
acquistabile presso uffici postali, banche e tabaccherie, che dovrà
obbligatoriamente essere esibito su richiesta dei pubblici ufficiali. Con
l’imposizione del balzello annuale pari ad 1 euro per anno di età (60 anni = 60
€), la nuova tassa sull’esistenza in vita avrebbe dovuto chiamarsi P.U.T.
(personal unit tax), ma sembrando ai consiglieri della Presidenza la fonetica
di questo acronimo inglese un po’ imbarazzante, sarà denominata Sovrimposta
Unica Comunale Anagrafe: si pensa che la sigla S.U.C.A. sia più eufonica e
familiare per il contribuente italiano.
Dovremo abituarci, fermati per un
controllo, a sentirci chiedere dall’agente: “Favorisca libretto, patente e
S.U.C.A.”. Il cittadino, per quanto possibile, replichi compostamente.