Fiesta
Luminarie,
banda, processione dei Santi Patroni con codazzo impettito di
padroni. Fasce tricolori, sciarpe Littorio, marescialli dei Reali
Carabinieri, associazioni partigiane e sodalizi delle parmigiane,
cavalieri di Vittorio Veneto, cavalieri della Repubblica, todos
caballeros. Per grado d'importanza, corteo solenne delle
autorità. In ordine di comparizione e veloce sparizione da atto di
presenza, girato l'angolo della villa.
Responsabili
femminili delle pari opportunità ed irresponsabili maschili di
grande trivialità. Partito unico dell'ottimismo obbligatorio
(“l'ottimismo è il profumo della vita”), amici e sottopanza di
Matteo I il Meraviglioso, esponenti della minoranza dem e della finta
opposizione, pie donne, pii uomini, pio tutto e porto a casa.
Giovani
esuberanti in cerca di procaci esemplari femminili con cui
condividere il patrimonio genetico, procaci esemplari femminili in
cerca di patrimonio tout court, matrimoni
combinati da mammà e papà “Tene li sordi, poi ti piacerà”.
Tarantate
in versione ludico-pedagogica con ottima regia e rilevante presenza
scenica dei protagonisti, ricostruzione fedele ad usum
turistae, location
impeccabile 'nnanti S. Vitu.
Bancarelle
della schipece, passatiempi
de lu Pappallollu, servola e kebab da gastronomia di strada
globalizzata.
Giostre alla Fiera, fuochi in via Galatone, ritorno a casa a notte
fonda nell'aria ammorbata da puzzo di arrosto e fritture, mescolato
ad afrori di indubbia provenienza umana.
Fiesta di cui nulla resta (a parte un feroce mal di testa).