Un
po’ di dignità…postuma
C’era una volta una gatta, in una vecchia
soffitta vicino al mare. Trasferitasi al Cimitero di Galatina, è cresciuta e si
è moltiplicata, indifferente al lugubre panorama. Dal punto di vista felino,
invece il posto sarà parso accogliente, ottimo ed abbondante il cibo consegnato
a domicilio da premurose gattare. Gli umani hanno Just Eat ed
altre app di food delivery, in italiano corrente: programmi per
ordinare il pranzo via cellulare e riceverlo in casa, presto e con modica spesa.
I felini non hanno neanche questa incombenza: una dieta varia e bilanciata dal
punto di vista nutrizionale è assicurata giornalmente dalle catsitter, fantasioso
neologismo anglosassone. Premetto: amo gli animali ed il gatto è il mio
preferito. Solo che la colonia miciosa del nostro camposanto si è acquartierata
in un porticato e nei mausolei nobiliari vicini, ha installato mobili e stoviglie
tra l’anonima urna de la benettanima e la sfarzosa edicola funebre del
N.H. Enasarco dei Marchesi di Cocumbole. Trapassato e smistato ingloriosamente
dai lussi dell’avito maniero ai freddi marmi dell’illacrimata sepoltura.
In questa città dei morti e dei gatti, però,
incuria, sporcizia e disordine regnano ovunque. Quindi non sono i nostri
piccoli a-mici il primo dei problemi di un luogo che è destinato alla memoria
grata, al ricordo affettuoso, al silenzio, essendo purtroppo il degrado diffuso
della struttura pubblica a colpire negativamente. La memoria storica e sociale
di una comunità, che qui trova testimonianza primaria, è offesa da
trascuratezza sfacciata e non recente. Non importa se la causa sia penuria di
fondi, mancanza di personale o negligenza in vigilando. Il 2 novembre è
vicino ma sono necessari interventi risolutivi.