sabato 17 ottobre 2020

Il Galatino anno LIII n° 16 del 9 ottobre 2020

 

Un po’ di dignità…postuma

   C’era una volta una gatta, in una vecchia soffitta vicino al mare. Trasferitasi al Cimitero di Galatina, è cresciuta e si è moltiplicata, indifferente al lugubre panorama. Dal punto di vista felino, invece il posto sarà parso accogliente, ottimo ed abbondante il cibo consegnato a domicilio da premurose gattare. Gli umani hanno Just Eat ed altre app di food delivery, in italiano corrente: programmi per ordinare il pranzo via cellulare e riceverlo in casa, presto e con modica spesa. I felini non hanno neanche questa incombenza: una dieta varia e bilanciata dal punto di vista nutrizionale è assicurata giornalmente dalle catsitter, fantasioso neologismo anglosassone. Premetto: amo gli animali ed il gatto è il mio preferito. Solo che la colonia miciosa del nostro camposanto si è acquartierata in un porticato e nei mausolei nobiliari vicini, ha installato mobili e stoviglie tra l’anonima urna de la benettanima e la sfarzosa edicola funebre del N.H. Enasarco dei Marchesi di Cocumbole. Trapassato e smistato ingloriosamente dai lussi dell’avito maniero ai freddi marmi dell’illacrimata sepoltura.

   In questa città dei morti e dei gatti, però, incuria, sporcizia e disordine regnano ovunque. Quindi non sono i nostri piccoli a-mici il primo dei problemi di un luogo che è destinato alla memoria grata, al ricordo affettuoso, al silenzio, essendo purtroppo il degrado diffuso della struttura pubblica a colpire negativamente. La memoria storica e sociale di una comunità, che qui trova testimonianza primaria, è offesa da trascuratezza sfacciata e non recente. Non importa se la causa sia penuria di fondi, mancanza di personale o negligenza in vigilando. Il 2 novembre è vicino ma sono necessari interventi risolutivi.