Tenera
è la notte. Ma non troppo
Sono le 3.35, notte estiva tra domenica e
lunedì. Il luogo è una delle anonime periferie urbane dimenticate da Dio, dagli
uomini e dalla forza pubblica. Nell’area verde (?) tra condomini di edilizia
popolare, sino a mezz’ora prima, gruppi di giovanotti/e hanno sparato dalle
auto a 120 decibel pezzi rap-trap-hardcore hiphop-crunk
ed affini, ovvero scarti della sub-sub-sub cultura musicale (??) americana. Concerto
accompagnato da opportune evoluzioni automobilistiche modello Fast &
Furious, e condito di turpiloquio e bestemmioni di tale perversa immaginazione
da far impallidire il più navigato degli scaricatori di porto, mitologiche
figure di imprecatori professionisti scomparse dall’immaginario collettivo. All’improvviso,
dileguatasi per incanto la squallida mandria di teppisti, regnano pace e riposo
per la gente del quartiere: onesti lavoratori che alle 6 del mattino sono in
piedi a guadagnarsi il pane, stanchi di aver segnalato più volte lo sconcio a
chi di dovere senza ricevere riscontro, e purtroppo rassegnati al perpetuo inquinamento
acustico ed ambientale.
Ma ecco che il ritrovato silenzio di quel
che resta della notte è rotto dal campione della scooteristica, che passa
e spassa sott’a stu balcone impennando il trabiccolo dalla marmitta
sgarrupata più e più volte, come a ribadire il concetto, casomai qualcuno non avesse
apprezzato a primo ascolto siffatta espressione di inarrivabile perizia
motoristica. Per il piacere auditivo di chi si fosse illuso, anche solo per
pochi attimi, di recuperare due ore di requie per recarsi al lavoro in
condizioni quasi dignitose. Scoppia in lacrime una moglie esasperata per il
sonno interrotto; un neonato nell’appartamento di fianco si sveglia
all’improvviso e frigna disperatamente; l’intera popolazione canina del rione, eccitata
dal fracasso, dà fondo in perfetta sincronia ad un repertorio di latrati e
ululati di rara potenza.
Ora, ci si chiede chi mai possa essere
questo incompreso pilota prodigio, cosa frulli nella giovanile scatola cranica
non protetta da casco omologato CE, quale profondo disagio esistenziale spinga
cotanta testa di ragazzo alle ardite manovre slalomistiche notturne; ma,
soprattutto, se la famiglia del tenero virgulto sia edotta che il
pargolo, alle 3.35 di una notte cristiana, sia in giro a torturare le gonadi
alla povera gente incolpevole. Invece di riposare nel proprio giaciglio
domestico, ivi costretto, volesse il Cielo, da una solenne, sacrosanta, paterna
secutata de mazzate.