venerdì 10 maggio 2024

Il Galatino anno LVII n° 9 del 10 maggio 2024

 

Tanto va lo schiavo all’urna che si sente cittadino

   L’impianto dottrinale di molte religioni si fonda sulla promessa della futura beatitudine perenne, ricompensa ad un presente di sofferenza e privazioni fisiche e spirituali. Il devoto osservante offre le sue tangibili mortificazioni nell’ipotesi di un premio che verrà, ma “dopo”, non qui e non adesso. Pare di capire, potremmo sbagliare, che il presente indicativo non sia il tempo della gratificazione destinata al fedele. Passato (prossimo o remoto, poco importa) di peccato contro futuro (semplice, anteriore, non sappiamo) di redenzione eterna.

   Il problema si pone quando il periodo dell’afflizione della carne e della contrizione si espande a dismisura ed abbraccia quasi una vita intera: allora qualcuno, incerto nella fede, è portato chiedersi se il differimento della ricompensa, rimandata ad un domani ultraterreno, perciò non apprezzabile dai sensi, non nasconda il vecchio adagio salentino che vorrebbe “lu poi parente de lu mai”. Non abbiamo alcun titolo per confortare i dubbiosi o argomentare con i dogmatici incrollabili.

   Parliamo indegnamente di religione quando vorremmo disquisire di politica negli stessi termini. È prossima la consultazione elettorale europea. Si chiede una partecipazione corale, massiccia, ad un esame che lascia indifferente o apertamente ostile la maggioranza degli elettori italiani. Ovvio spiegarne i motivi: l’Europa unita e la sua moneta unica sono state reclamizzate come un paradiso terrestre, in cui tutti saremmo stati più ricchi lavorando meno (vero, onorevole professor Prodi?). La realtà mostra un esito specularmente contrario, in uno scenario in cui la BCE si sostituisce ai governi ed adotta misure impopolari e punitive per i comuni cittadini; misure che erano sinora di natura squisitamente politica. Ci è stato venduto il controllo invasivo delle nostre esistenze, salute in primis, attuato mediante severe limitazioni, come la panacea per le insicurezze portate dall’immigrazione, dalle nuove “provvidenziali” pandemie di incerta origine, dalle guerre vicine e lontane. Alcuni Capi di Stato già parlano senza censure della missione di contingenti armati nelle aree di crisi in Medio Oriente ed Europa Orientale, con l’ipocrita intestazione dell’intervento “umanitario”. Non meraviglia, quindi, che “la gente”, a cui tutti i politici dicono di ispirarsi, si senta tradita dalle istituzioni comunitarie tra le quali, purtroppo, il parlamento che si andrà ad eleggere è quella col minore potere decisionale. L’Europa delle élites appare oggi ben altro rispetto al disegno dei suoi teorici e padri fondatori, Altiero Spinelli in testa.

   Col favore dei finanziamenti di George Soros, “padre nobile” degli speculatori della lira italiana, opera un movimento che si appella +Europa, per sfacciataggine o masochismo non è dato sapere. Lo immaginiamo destinato a memorabili successi elettorali.