venerdì 17 maggio 2013

Il Galatino anno XLVI n° 9 del 17 Maggio 2013


Società in evoluzione?

Abbiamo ispirato gran parte del nostro ordinamento giuridico al diritto romano. La cittadinanza romana con i suoi doveri e privilegi, all’inizio riservata ai cives nati nell’Urbe, venne estesa nel corso dei secoli anche alle popolazioni dei domini assoggettati a Roma, tanto da consentire a non romani di ricoprire la carica di imperatore. Si creò una delle prime società multiculturali e multirazziali della storia, la cui forza divenne poi instabilità e causa stessa di disgregazione. Diversamente da Atene dove persino un ateniese, ma di padre o madre non cittadino, era incluso tra i “meteci” e non godeva di tutti i diritti riservati al πολιτης (polìtes, cittadino). Tralasciamo quindi la considerazione in cui nella città di Pericle venivano tenuti tutti gli altri, “inferiori” per nascita e censo. Quando alcuni politici moderni dicono di rifarsi all’idea di democrazia ateniese, non sanno di cosa parlano e dimostrano la loro ignoranza.
La cittadinanza romana concedeva diritti e prevedeva doveri. Tra questi, l’obbedienza alle leggi dello Stato, rigorose ed imparziali con tutti, ed il riconoscimento implicito del loro valore morale. Questo noioso preambolo mi piace sottoporre alla Vostra attenzione, nei giorni in cui un ministro donna di colore, posto come l’inevitabile ciliegina politicamente corretta su una torta-governo mal riuscita, afferma di disprezzare la società che l’ha accolta, le dà lavoro e la eleva ad una importante carica istituzionale; in cui la cronaca ci riporta fatti di sangue con protagonisti extracomunitari clandestini, oggetto di decreti plurimi d’espulsione, e vittime innocenti; in cui infine, a Brescia, si tiene una manifestazione di sostegno ad un leader, contro la giustizia che lo sottopone a processo, e vi prende parte il vicepresidente del consiglio.
Mi interrogo, alquanto perplesso, sul tipo di società che viene imposta, senza possibilità di scelta, a questa colonia. Ho un’idea ben precisa del fine e dell’obiettivo che si vuole raggiungere con l’imposizione del modello americano di “cittadinanza”, ma lascio ad ognuno il giudizio.

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