Società in evoluzione?
Abbiamo ispirato gran parte del
nostro ordinamento giuridico al diritto romano. La cittadinanza romana con i
suoi doveri e privilegi, all’inizio riservata ai cives nati nell’Urbe, venne estesa nel corso dei secoli anche alle
popolazioni dei domini assoggettati a Roma, tanto da consentire a non romani di
ricoprire la carica di imperatore. Si creò una delle prime società
multiculturali e multirazziali della storia, la cui forza divenne poi instabilità
e causa stessa di disgregazione. Diversamente da Atene dove persino un ateniese,
ma di padre o madre non cittadino, era incluso tra i “meteci” e non godeva di
tutti i diritti riservati al πολιτης (polìtes, cittadino). Tralasciamo quindi
la considerazione in cui nella città di Pericle venivano tenuti tutti gli
altri, “inferiori” per nascita e censo. Quando alcuni politici moderni dicono
di rifarsi all’idea di democrazia ateniese, non sanno di cosa parlano e
dimostrano la loro ignoranza.
La cittadinanza romana concedeva
diritti e prevedeva doveri. Tra questi, l’obbedienza alle leggi dello Stato, rigorose
ed imparziali con tutti, ed il riconoscimento implicito del loro valore morale.
Questo noioso preambolo mi piace sottoporre alla Vostra attenzione, nei giorni
in cui un ministro donna di colore, posto come l’inevitabile ciliegina
politicamente corretta su una torta-governo mal riuscita, afferma di
disprezzare la società che l’ha accolta, le dà lavoro e la eleva ad una importante
carica istituzionale; in cui la cronaca ci riporta fatti di sangue con
protagonisti extracomunitari clandestini, oggetto di decreti plurimi
d’espulsione, e vittime innocenti; in cui infine, a Brescia, si tiene una
manifestazione di sostegno ad un leader,
contro la giustizia che lo sottopone a processo, e vi prende parte il
vicepresidente del consiglio.
Mi interrogo, alquanto perplesso,
sul tipo di società che viene imposta, senza possibilità di scelta, a questa
colonia. Ho un’idea ben precisa del fine e dell’obiettivo che si vuole
raggiungere con l’imposizione del modello americano di “cittadinanza”, ma
lascio ad ognuno il giudizio.
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