"Funere mersit
acerbo”
Esistono caratteri che,
come spugne psichiche, assorbono lo spirito del tempo – buono o cattivo ch’esso
sia, a volte restandone intossicati senza saperlo – lo metabolizzano e lo donano al prossimo
nella forma del bene e dell’amore fraterno.
Quasi angeli incarnati,
sempre presenti nel pericolo e nel dolore. Nulla pretendono, neanche gratitudine:
la loro paga è il sorriso e la salute fisica e psicologica del beneficiato.
Sono in genere persone
schive e dimentiche di sé fin quasi all’ascetismo. Ci accorgiamo di loro solo
quando, per cause le più varie, a volte tragicamente dolorose, la loro assenza
è un vuoto che sconvolge.
Serena era così,
racconta chi l’ha conosciuta. Tanta forza ha dato agli altri da non averne più per
sé stessa. E stavolta il nomen omen
ha generato la sua disperata eccezione.
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