Eravamo
quattro amici al Quirinale
Prendi nota amico
Lettore, anzi, come dicevano i nostri ‘ntichi
, “rreculàte e fanne”: tradotto per chi non è nato nei paraggi della Chiesa
Madre “Pensaci su ed agisci di conseguenza”. Si schiera a favore del “SI” al referendum
un ex Presidente – sempre sia lordato, pardon,
lodato* – che continua senza scandalo a
parlare ed agire come se lo fosse ancora, ed avverte che sarebbe molto
contrariato se dovesse prevalere un voto negativo.
E chi siamo noi, per
dispiacere un novantenne che vive di stenti, sopravvivendo di misera pensione? Lontano
sia, che il nostro “NO” possa causargli un malore, un mancamento, una sia pur
leggera afflizione. Si usi la cautela dovuta al “mio comunista preferito”
(parole e musica di Henry Kissinger).
Ad
adiuvandum, anche il Presidente Obama si pronuncia per il
“SI”, come prima ha fatto il suo ambasciatore a Roma, con una prepotenza che le
regole diplomatiche non contemplano (tranne che nei rapporti con le colonie):
ma si sa, quello che il padrone desidera, la colf predispone obbediente. E gli americani qui da noi sono padroni
e signori, status che richiede poco
sforzo vista l’ampia disponibilità di camerieri, lacchè, famigli e personale di
bassa forza tra la fauna politica italiota a libro paga di zio Sam.
P.Q.M.: per questi
motivi, direbbe Tonino Di Pietro, voterò “NO”. Oltre che per non regalare la
mia residua sovranità/dignità di elettore a chi me ne ha privato quasi del
tutto.
* colpa del correttore
automatico che non ha funzionato