Flavio,
facci sognare
Certo, abbiamo da apprendere.
Come si attirano turisti danarosi e propensi a spendere, questo non sappiamo
farlo. Ed è bene ponderare con umiltà ed attenzione sulle parole di Briatore,
distillate gratuitamente e con sobria eleganza per noi Salentini, gente grezza,
quali pure gemme di capacità imprenditoriale. Lui è uno che le cose le sa fare,
in Sardegna ne hanno la prova provata: e qualche recente debituccio – poca
cosa, appena alcune centinaia di migliaia di euretti – non cambia lo stato
dell’arte del divertimentificio pacchiano.
Giustamente, dice il
saggio da Cuneo (dove non ha fatto il militare, diversamente da Totò), i ricchi
non curano cattedrali e monumenti, coste di selvaggia bellezza e cibo naturale.
Nulla di tutto ciò, importa loro che ci siano hotel extralusso, porti per
mega-yacht e quella merce, alquanto inflazionata in verità, su cui ha costruito
le sue fortune politiche il mitico Cetto Laqualunque, che il migliore dei
nostri uomini di governo indicava chiamando la parte tricologica per il tutto.
Impariamo velocemente
la lezione briatoresca, e che la fortuna assista noi ed il nostro ancora per
poco incontaminato Salento.
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