Beccati
questo, o Popolo Sovrano
Persi nei Boschi,
Governo e Parlamento – composti in
massima parte da emerite teste di minzolino – salvano un senatore, condannato
con sentenza definitiva ad una pena superiore a due anni, con strafottente
violazione di una legge della Repubblica
(D.L. 235/2012 art. 1 comma 1). È chiaramente uno scambio di favori tra
partiti, un terno al Lotti uscito sulla ruota di Roma. Se un Tizio qualsiasi,
anzi – per far finta di essere acculturati – un quivis de populo si chiedesse: “Ma la Legge, è uguale per tutti?”;
e non trovando risposta, al momento più alto della sua vita di Cittadino,
quello del voto, decidesse di metter la croce non solo sulle cinque stelle ma
pure su tutti i restanti astri del firmamento, potremmo biasimarlo? Potremmo
davvero parlare di demagogia, populismo? Oppure, restando in tema astronomico,
dovremmo considerare quel voto una risposta civile, elegante, misurata, alla
vorticosa circolazione di sfere celesti (e terrene) causata da cotanta
protervia?
Mala
tempora currunt. Senza allusioni al famoso detto di
papa Galeazzo da Lucugnano, che non trovava nesso logico tra le 4 tempora ed un particolare anatomico
mai baciato dal sole.