D.a.d.
La didattica a distanza avrà effetti apprezzabili
tra qualche lustro, quando le generazioni interessate da questa misura saranno
parte attiva della società e, si teme, anche in posizioni di rilievo. Mostra i
suoi limiti già oggi la formazione telematica, a pochi mesi dalla sua
introduzione: maestre ed insegnanti rivestono il ruolo di medium da
seduta spiritica. “Ci siete? Se mi ascoltate, date un segno della vostra
presenza!”, che non è evocazione delle anime di trapassati, ma implorazione
rivolta ad alunni e studenti in carne ed ossa, immersi in occupazioni imprecisate
durante le ore di lezione via web. Abbiamo il dubbio che l’acronimo
D.a.d., nella mente perversa degli estensori, voglia significare “disastro
annunciato definitivo”, in linea col progetto volto a disporre politicamente di
una platea di cittadini ed elettori segnati da analfabetismo cognitivo, quindi manipolabile
con facilità.
È plausibile che da una generazione così “istruita”,
ed usiamo l’aggettivo in un momento di particolare euforia, possano emergere
“personalità” (vedi precedente entusiasmo) tali da esercitare in futuro le
funzioni di: Ministro degli Esteri, portavoce del Presidente del Consiglio,
Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca. Qualcuno potrebbe obiettare che
già adesso la situazione rispecchi quella da noi ipotizzata da qui a qualche
anno. Rispettabile opinione.
Ed
ora, “noi avessimo finito”. Come direbbe uno “statista” dalle parti della
Farnesina.