Partito
Unico del Nord
L’inclusione sociale è (o dovrebbe essere)
un diritto di chi vive in una democrazia compiuta. È la possibilità data ad
ognuno di inserirsi in armonia nella società, realizzarsi secondo il progetto
di vita e le aspirazioni, indipendentemente da eventuali limitazioni personali o
di contesto: la mano pubblica interviene (o dovrebbe intervenire) ad annullare
gli svantaggi ai blocchi di partenza, perché la “gara” dell’esistenza sia
affrontata con pari opportunità.
Questo in teoria. In pratica, dipende dalla
latitudine di nascita. Un esempio fra mille? Posti disponibili negli asili nido
ogni 100 bambini: Nord Est 33,6, Centro 33,3, Nord Ovest 29,9, Sud 13,3, Isole
13,8 (dati ISTAT 2018/19). È appena il caso di ricordare che il numero di posti
negli asili è un prerequisito della possibilità di lavoro per le mamme. Altro
indicatore, spesa pubblica pro capite anno 2018: Puglia € 13.042,
Campania € 12.084, più o meno stessi livelli altre regioni meridionali; Valle
d’Aosta € 25.492, Lazio € 22.130, Provincia autonoma di Trento € 21.353, Friuli
V.G. € 18.329 (dati SVIMEZ, audizione alla Commissione Finanze della Camera del
10 dicembre 2019).
Quindi nascere a Merano piuttosto che a Leuca,
è rilevante ed incide in maniera decisiva ad evitare che la vita si trasformi
in un percorso ad ostacoli. Detto questo, l’aiuto che il Recovery Fund
europeo destina a questo Paese è finalizzato soprattutto ad annullare il gap
socioeconomico tra le regioni, a realizzare dopo troppi anni ciò che
altrove è scontato: sanità, scuole, infrastrutture. Al Sud sarebbe destinato il
70% delle somme, calcolo della Comunità Europea basato su PIL (prodotto interno
lordo), indici di popolazione e disoccupazione. Il governo Draghi ne stanzia il
40%, sottraendo 60 miliardi di euro spettanti alle regioni meridionali, per
dirottarli al Nord. La politica non è una novità assoluta, succede da sempre.
Domenica 25 aprile, giorno della Liberazione, 500 sindaci di città del Sud si
sono ritrovati a Napoli per denunciare il furto con destrezza. Qualche TG ha dato
evidenza ad una notizia certamente non secondaria? Pare di no.
Un ultimo dato, significativo. Ancora lo
SVIMEZ, per bocca del suo direttore Luca Bianchi, afferma che ogni euro
investito al Sud genera 1,3 e più euro di ricavi rispetto ad 1,1 investito al
Nord. Ergo, sottrarre investimenti al Meridione non solo è contrario
allo spirito del Recovery Fund, è anche stupido, per la perdita di
economia, posti di lavoro, imposte, a danno dell’intero Paese.
Ma per l’attuale esecutivo, esattamente come
per tutti i precedenti, questo non sembra essere un problema. La presenza di
ministri del Sud al governo ha quindi una ragione del tutto decorativa ed accessoria,
è captatio benevolentiae dell’elettorato meridionale. Beatamente
addormentato oggi più che mai.