Zio
Paperone e colleghi
L’uomo più ricco del mondo possiede un
patrimonio valutato circa 210 miliardi di euro. Per avere un termine di
confronto, il PIL del Portogallo (ovvero il valore dei servizi e prodotti del
2020 di quella nazione) è di poco inferiore.
Un altro dato: la ricchezza posseduta dai 26
più facoltosi della Terra equivale a quella di 3,8 miliardi di altri esseri
umani. La statistica è una scienza arida ma eloquente, non attiene alla
filosofia morale però dimostra per tabulas ciò che qualsiasi persona di
buon senso può verificare senza sforzo.
E cioè che il paradigma digitale che governa
i giorni nostri, sostituitosi al sistema fordista, ha ottenuto l’effetto
contrario a quello desiderato, ovvero l’esplosione della classe degli indigenti
a fronte di una ristrettissima minoranza di privilegiati. Ha fallito il
progetto postmoderno di benessere generalizzato.
La classe politica ha le sue colpe, nel
momento in cui si è resa prima complice, poi succube della finanza mondiale.
Non è un caso che a capo dei governi di alcuni stati anche occidentali vi siano
dei tecnocrati di provenienza bancaria.
Con una parafrasi del famoso detto di
Nietzsche, qualcuno dice scherzosamente che Marx è morto. Ma neanche Keynes si
sente tanto bene.