domenica 12 dicembre 2021

Il Galatino anno LIV n° 20 del 10 dicembre 2021

 

“Ho udito cose che voi umani”

   Quello dell’operatore telefonico meriterebbe di essere annoverato tra i lavori usuranti. Richiede infinita pazienza, cortesia, disponibilità, inventiva. Prevede doti umane e professionali spazianti dal domatore di felini di grossa taglia allo psicoterapeuta, dal consulente aziendale e tributario al pio confessore. Ma a volte, molto raramente, questa professione bistrattata concede impareggiabili soddisfazioni.

   La bolletta: esoterico, indecifrabile papiro affollato di codici alfanumerici, al cui confronto il manoscritto Voynich appare una poesiola di Natale di terza elementare. Nella prosa del cliente che chiede informazioni, la bolletta, o fattura che dir si voglia, è:

-         emanata (emessa)

-         bimestruale/trimestruale (inviata ogni 2 oppure 3 mesi)

-         dilatata (dilazionata, rateizzata)

   L’operatore che risponde può, a seconda dei casi, diventare effettivamente il signor Vodafone, il signor Enel, il signor Sorgenia, proprietario dell’azienda; ed essere, perciò stesso, personalmente responsabile del mancato invio della fattura, oppure del distacco dell’utenza, o ancora dell’esosità dei costi, del canone RAI, ed infine di ogni virgola e punto-e-virgola della bolletta. Ne consegue che (quasi mai) lodi e (spessissimo) insulti e bestemmie debbano, per contratto, essere ascoltati e metabolizzati con la grazia ed indifferenza del monaco buddista assorto in meditazione, nonostante il fegato dilatato (quello sì, giustamente) e la voglia di rispondere in rime baciate.

   E chest’è”, avrebbe commentato il Bellavista di Luciano De Crescenzo.

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