Che
fare dopo
Alla fine di questa
assurda guerra, che tutti speriamo arrivi al più presto, sarà necessario rivedere
i rapporti tra i Paesi occidentali. L’Europa, si è detto con una frase abusata,
è un gigante economico ma un nano politico. È indispensabile progettare un’Europa
protagonista nello scenario mondiale che si sta delineando, in cui l’Unione
riesca ad affermare e diffondere i valori che le sono peculiari: cultura, pacifismo,
diritti. E soprattutto dovrà emergere una diplomazia europea autonoma dalla
“protezione” di Washington, che raggiunge i suoi scopi anche a discapito delle
Nazioni amiche.
Gli Stati Uniti sono un alleato affidabile
ma poco discreto, per non dire invadente. Nutriamo per l’America la gratitudine
dovuta a chi ha salvato i nostri Paesi dal nazifascismo. Però sono passati
quasi 80 anni dalla fine del secondo conflitto mondiale: crediamo che il debito
di riconoscenza sia stato onorato con lauti interessi. Sarebbe il caso che
truppe, navi, aerei, testate nucleari americane tornassero a casa loro, più
comodamente ospitate che in Italia ed in Europa. Questo ci eviterebbe qualche problema
ed obbligate, ma scomode, scelte di campo.
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