Almeno
tu nel multiverso
L’uso del social cinese TikTok è
stato vietato in molte nazioni ai rappresentanti e funzionari governativi. I
servizi di intelligence occidentali hanno fondati sospetti che TikTok
fornisca al governo di Pechino informazioni su aziende ed amministrazioni
pubbliche di altri paesi, col pericolo di sottrazione di dati riservati ed
attacchi alla sicurezza informatica delle istituzioni. Sin qui, le notizie serie.
Passiamo alla commedia dell’arte. Qualcuno
ricorderà il politico italiano, molto avanti con gli anni, siamo nei paraggi
dei 90, presentatosi su TikTok per “avvicinare” la fascia giovanile
dell’elettorato che è tradizionalmente, ed a mio avviso definitivamente, lontana
dalla politica politicante, in occasione delle ultime elezioni. La clip allegra
(o patetica, secondo le opinioni) mostra il signore in questione far sfoggio
del risaputo repertorio di sorrisi ed ammiccamenti: la stucchevole captatio
benevolentiae non ha sortito effetto alcuno, tranne quello di aggiungere un
altro pregevole contributo all’archivio del cabaret politico italiano. Se la
mossa sia stata suggerita dalla quarta moglie-badante o da qualche eccelsa
mente del marketing lautamente compensata per il “lavoro”, non è dato
sapere. Si conosce bene il responso delle urne, che relega il partito a
percentuali irrilevanti.
Benedetto sia il multiverso. Concede il noto
quarto d’ora di celebrità (ma anche meno) ai frustrati di ogni genere, ordine e
ceto sociale, a tutti permette una sfavillante vita immaginaria parallela,
sulle orme di Gianluca Vacchi e Chiara Ferragni, senza la loro notorietà e
conto in banca.
Chi vuole, quindi, crei il suo avatar ed
in quello si immedesimi e sia virtualmente felice, pur di non
intralciare chi comanda nel mondo reale.