Bulli
& pupe (di periferia romana)
Nei giorni in cui il presidente eletto della
più grande democrazia, in attesa dell’insediamento, afferma senza mezzi termini
(e con l’abituale arroganza) di ritenere un’opzione accettabile l’uso della
forza per occupare Groenlandia e Canale di Panama, e di considerare il Canada 51°
Stato degli USA; e nel tempo che vede compiersi in Medio Oriente un genocidio
che conta più di 40.000 vittime, uno sterminio paranazista venduto dai media come
lotta al terrorismo, allora possiamo considerare abolito il diritto
internazionale conosciuto, studiato e visto rispettare quale ius cogens nelle
relazioni fra gli Stati.
Ridotto dai cosiddetti “Grandi” il diritto
internazionale ad imago sine re, la ragione delle armi torna ad essere
considerata un mezzo accettabile di risoluzione dei conflitti e delle dispute
territoriali al posto della diplomazia, per sua natura lenta e dialogante. Se
l’Italia fosse l’alleato autorevole ed ascoltato, non il servo sciocco della
nostra epoca, avrebbe voce in capitolo per ricondurre alla civiltà razionale
Stati Uniti e Commissione Europea. Così non è, per motivi di natura politica contingente
e, più ancora, di genetica storico-istituzionale. Sarebbe interessante discuterne,
anche a costo di raccontare cose sgradevoli.