In bocca al lupo, autista, ed occhio alla strada
Ed ecco che abbiamo un pilota nuovo, scelto tra cinque concorrenti dopo accurata selezione. Temprato dalla competizione coi colleghi, è un tipo pugnace; al momento questa è la dote più importante per noi. Tuta ignifuga, guanti e casco: tutto perfetto, nel classico fiammante “rosso Ferrari”.
C’è un problema, però: ai nastri di partenza non lo attende l’abitacolo angusto di una Formula 1, gli stiamo affidando lo sterzo di un arrugginito OM Tigrotto, un autocarro degli anni ’60, quelli sempre stracarichi di masserizie, che a volte arrancano per le nostre vie seminando code e fumi nerastri di “nafta” incombusta. Per fortuna Alberto il meccanico ne ha curato con scrupolo la manutenzione per ben 7 mesi…merita un grazie per la sua competenza disinteressata, se il veicolo d’epoca esce oggi dal garage e tiene la strada, nonostante tutto.
Si comprende che non è una gara di velocità. Semmai bisogna condurre prudentemente la vecchia ferraglia a destinazione, cercando di non perdere il carico per via, e contando sul pochissimo gasolio rimasto nel serbatoio. Il compito non è facile, visto che in cabina di guida un giovanotto vivace pretenderebbe di suggerire percorso e velocità. Non solo, strada facendo son saliti altri passeggeri, approfittando della lentezza del camion e della generosità del conducente. È così, mai che si possa decidere itinerari e stile di guida in assoluta autonomia e sicurezza…è un copione già visto.
Nel recente passato, in troppi hanno tirato il freno a mano, qualcuno ha trafugato la merce dal cassone sostituendola con spazzatura pagata a peso d’oro. Altri ancora son saltati giù prima che lo sfiatato Tigrotto sbandasse ed uscisse fuori strada. Sedeva alla guida una ragazza simpatica, due mani gentili adatte ai ferri sterili più che ai rozzi comandi di un mezzo pesante, sbilanciato già in partenza.
Non vorremmo rivedere incidenti di percorso. Paghiamo tutto noi, carburante, manutenzione ed assicurazione: e la Compagnia ci avverte che stavolta non rifonderà più eventuali danni.
In bocca al lupo, autista, ed occhio alla strada.
C’è un problema, però: ai nastri di partenza non lo attende l’abitacolo angusto di una Formula 1, gli stiamo affidando lo sterzo di un arrugginito OM Tigrotto, un autocarro degli anni ’60, quelli sempre stracarichi di masserizie, che a volte arrancano per le nostre vie seminando code e fumi nerastri di “nafta” incombusta. Per fortuna Alberto il meccanico ne ha curato con scrupolo la manutenzione per ben 7 mesi…merita un grazie per la sua competenza disinteressata, se il veicolo d’epoca esce oggi dal garage e tiene la strada, nonostante tutto.
Si comprende che non è una gara di velocità. Semmai bisogna condurre prudentemente la vecchia ferraglia a destinazione, cercando di non perdere il carico per via, e contando sul pochissimo gasolio rimasto nel serbatoio. Il compito non è facile, visto che in cabina di guida un giovanotto vivace pretenderebbe di suggerire percorso e velocità. Non solo, strada facendo son saliti altri passeggeri, approfittando della lentezza del camion e della generosità del conducente. È così, mai che si possa decidere itinerari e stile di guida in assoluta autonomia e sicurezza…è un copione già visto.
Nel recente passato, in troppi hanno tirato il freno a mano, qualcuno ha trafugato la merce dal cassone sostituendola con spazzatura pagata a peso d’oro. Altri ancora son saltati giù prima che lo sfiatato Tigrotto sbandasse ed uscisse fuori strada. Sedeva alla guida una ragazza simpatica, due mani gentili adatte ai ferri sterili più che ai rozzi comandi di un mezzo pesante, sbilanciato già in partenza.
Non vorremmo rivedere incidenti di percorso. Paghiamo tutto noi, carburante, manutenzione ed assicurazione: e la Compagnia ci avverte che stavolta non rifonderà più eventuali danni.
In bocca al lupo, autista, ed occhio alla strada.
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