Bocconi e bocconotti
Presentandolo alle Camere, SuperMario proclama la pretesa indipendenza del suo esecutivo da ingerenze straniere e lobbies bancarie e finanziarie: excusatio non petita. Giorni fa, il portavoce del Quirinale smentisce un articolo del Wall Street Journal (non la “Gazzetta di Roccacannuccia”) su una telefonata della cancelliera tedesca Angela Merkel al Presidente Napolitano per ottenere la destituzione di Berlusconi. Pur ammettendo che sia interesse degli Stati Uniti creare con ogni mezzo condizioni di instabilità in Europa per favorire un dollaruccio ormai snobbato, e diffondere una notizia di tale gravità può farlo, permangono tutti i dubbi sulla genesi della crisi italiana e sulla nomina del governo “tecnico” nato a novembre, mese dei morti e dei Monti.
Fatto è che a questo Popolo, paziente ma non fesso, si chiede di tirare la cinghia ed arrangiarsi; come se sinora avessimo scialacquato. Ad imporre austerità è un manipolo di milionari con pensioni da capogiro, grand commis di pubblica amministrazione e banche, ex boiardi di Stato ed illustri Carneadi parenti stretti di qualcuno importante. E lo fanno non essendo stati eletti in consultazioni democratiche, ma con l’appoggio di un Parlamento la cui ragion d’essere è solo l’agognata pensione da “onorevole”. Nobilissimi intenti, come si vede. La cosa, ovviamente, è ridicola nei modi e nelle ragioni, perché è lampante che la crisi ha origine proprio negli ambienti da cui provengono questi gentiluomini e gentildonne. Qualche “furtiva lacrima” ministeriale sugli annunciati sacrifici aggiunge pathos: parlano di sacrifici umani. Che puntuali giungono in questi giorni, con suicidi a catena di pensionati minacciati dall’INPS ed imprenditori ricattati da Equitalia.
Ora, che per colmare un deficit insanabile causa signoraggio bancario, basti aumentare la benzina e le tasse, non illude più nessuno, tranne questi Nobel dell’economia. Dobbiamo ricordare che il compito, trenta e passa anni fa, al vituperato Andreotti riusciva meglio. Loro, però, “hanno fatto la Bocconi”: solo una sillaba di differenza dalle ministre del governo precedente.
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