Doverosa premessa: lo spirito di chi scrive queste quattro righe non è
esattamente quello ilare, scherzoso, canzonatorio dell’autore delle prime due
puntate della “Fiaba gotica”. La strage di Brindisi, il sisma in Emilia, non
possono che lasciare cicatrici nell’animo di una persona di qualche
sensibilità. Ma mentre il terremoto al Nord è un evento naturale ed in qualche
modo imprevedibile, la violenza su una vita innocente fa impietrire per la sua
barbarie. Bisognerà capire a mente fredda, e chi scrive ha una sua precisa
idea: “Prima una vittima, poi mano dura”, la vecchia ricetta di Cossiga per
imporre misure dittatoriali “in difesa della democrazia”. Ne riparleremo.
Fiaba gotica (ma un poco barocca) – 3a ed ultima puntata
“Madonna Athena, Messer Cosmo
Bellosguardo dalla Montagna Tempestosa ha trionfato in singolar tenzone. È lui
il vostro sposo”. La nobildonna legge con indifferenza il messaggio al
cellulare ed il suo volto non tradisce alcuna emozione. Troppe volte è rimasta
delusa da un matrimonio non consumato o finito anzitempo. Stavolta però le
premesse per una salda unione ci sono tutte: comari e compari sono brava gente,
i parenti famelici non sono invitati al matrimonio e, ad adiuvandum, suor Pasqualina delle Umili Devote Consorelle la va
in montagna or che il sol (dell’avvenire) tramonterà. Così ha comandato capitan
Ruggiero. Possiamo stare tranquilli, preparate confetti e bomboniere. Viva gli
sposi! Anzi, più correttamente, evviva gli sposi!
“Nonno Pasquino, ma che razza di
finale di favola è questo?!?”. Tranquillo, bambino mio, come tutte le fiabe
galatinesi, questa è una never ending
story. Aspettati altre puntate.
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