lunedì 18 febbraio 2013

Pompeo de lu barbiere - 16 Febbraio, Galatina.it


“Pompeo, ‘nsapuna!”. E Pompeo, 8 anni e mezzo, discipulo di barbiere, vota veloce il pennello nella vucalina di alluminio della crema da barba fino a ‘mpastare una schiuma bianca e densa, che strica sulle guance del cliente. “Mescio Tore, pronti!”. E così ogni vespara, nel salone di Vico della Gatta. Spazzare i residui di taglio da terra, pulire il lavandino ad ogni barba e capelli, tornare a casa con qualche moneta da 10 lire delle mance in poscia. E, stracco morto, dopo cena mandare a memoria la tabellina del 7 e fare il riassunto.
Ancora lontano, sente pàtrisa già ubriaco alle 8 della sera, dopo la putìa, litacare per strada col vicino, compare Uccio: “Scusa, compare, ma stu parcheggio pe’ l’Apu te lo hai stipulato? Ma cce aggiu ffare, una rinuncia ai Carbunieri cu te spostu de cquai?”. La mamma lo tira per un braccio, cridando più forte di lui. “Cici! Maledettu ‘mbriacone, faci me scornu sempre! Trasi, trasi ccasa, moi ha trasire!”.
“Signora, il bambino è bravo ma… lo vedo stanco, ultimamente. Come mai, che succede? Dovete farlo studiare, promette bene.” dice la maestra Assuntina alla mamma. “Coltroppo, maestra ‘Ssuntina, il vagnone ‘iuta ‘ccasa. La vespara fatìa ddhra mescio Tore Canemorto, dietro a Santo Pantaleo”. Ma osce è giornata speciale e Pompeo torna ‘ccasa sorridendo. Maestra ‘Ssuntina lo ha chiamato alla cattedra per l’interrogazione di scienze, lui ha risposto a tutte le domande. La maestra gli ha detto “Bravo!” e gli ha messo 10 sul quaderno, poi ha tirato fuori dalla borsa una Rossana e gliel’ha regalata.
“Dottore, c’è il paziente dell’appuntamento delle 6”. Il dottor Pompeo rimette nella tasca del camice una vecchia foto ingiallita della IIIa D anno scolastico 1966-67, asciuga una lacrima e tira su col naso, di spalle all’infermiera. “Un po’ di raffreddore, signorina. Faccia entrare il paziente, grazie”.

Nessun commento:

Posta un commento