Avviso agli elettori (terza parte)
Vincendo la naturale repulsione, affrontiamo il fenomeno strapaesano delle case putìa, eredità degli anni del trasformismo. Con questo termine dialettale indichiamo quei partiti politici, ora ai minimi dei consensi, guidati da ristrettissimi clan legati da vincoli di parentela ed interessi molto profani. Ne sono massimi esponenti Pierfurby e Gianfry, i gemelli Kessler di Montecitorio, le cui formazioni sondaggi recenti attestano tra lo 0 ed il 2% delle intenzioni di voto. Sentendosi mancare il terreno sotto i piedi, gli scaltri giovanotti (e sì, perché in Italia a 60 anni sei un politico di primo pelo) hanno pensato bene di accasarsi col Marionetto della premiata ditta Furti & Rapine Goldman Sachs, cui non mancano mezzi finanziari ed appoggi internazionali ai quali “non si può dire di no”. E siccome nessuno meglio di chi ha già tradito conosce trucchi ed inganni del mestiere, e quindi sa mettersi al riparo dalle imboscate, ecco che nelle liste abbondano i fedelissimi: parenti stretti ed acquisiti, affini, collaterali, istitutori, famigli e servitù della gleba. Tutti insieme appassionatamente, uniti dal nobile ideale della tavola imbandita. Nel caso de quo fa d’uopo che un suocero, palazzinaro e proprietario di testate (una delle quali ben nota a noi Salentini), metta a disposizione tali servizievoli ribalte editoriali all’amato genero, al suo partitino ed ai suoi candidati. L’autorevolezza delle loro dichiarazioni (imperdibili lezioni magistrali di scienze politiche) rifulge anche da noi, qui in periferia.
Dell’altro gemello Kessler, eleganza impone di non andare a rovistarne la casa putìa. In soffitta, si suppone, potremmo ritrovare vecchie foto col braccio destro alzato e camicie nere un po’ troppo inamidate per immaginarne un uso che non fosse solo da parata, da congresso di partito. Abbandonata la chincaglieria nostalgica, il Giano bifronte ha poi superato con lode il cursus honorum del Vero Democratico: socio d’avventure politiche, come si è detto, col sempiterno Papi, poi smarcatosi dall’alleato imbarazzante. E via via tra professioni di sincero antifascismo, visite ossequiose ai templi ebraici ed a quelli della finanza (attigui ai primi), scambi di tenerezze istituzionali col vecchio del colle. I bagni purificatori sortiscono l’effetto sperato ed il ragazzo siede sul terzo scranno per importanza della barcollante repubblica itagliana. Hic manebimus optime, fa sapere, anche quando lo invitano a sloggiare, pure in modo spiccio, per questioni di abitazioni monegasche e cognati disinvolti in affari: “tiene famiglia” anche lui. Ma ormai è andato tanto avanti verso il luminoso futuro e l’agognata libertà, che voltandosi scopre di aver perso per strada la truppa: si stima allo 0,1% il suo peso elettorale nelle prossime consultazioni.
Concludendo la trilogia degli avvisi agli elettori: voltate e fate voltare, se ritenete opportuno.
P.s.: Nel prossimo numero, l’ultimo prima della chiamata alle urne, una sorpresa “alla Pasquino”. Riveleremo perché, a nostro avviso, le elezioni sono del tutto inutili, qualsiasi sia il loro risultato.
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