venerdì 14 giugno 2013

Il Galatino anno XLVI n° 11 del 14 Giugno 2012

Arrivederci, dammi la mano e sorridi

“C’è un tempo per tacere ed un tempo per parlare”, ci ammonisce il Qohelet. Cari Lettori, caro Direttore, è il momento di pensionare Pasquino Galatino. Bisogna tacere e riflettere sullo stato delle cose.
Questa ignobile imitazione di democrazia, finzione patetica per ingannare il popolo “sovrano”, mostra il suo vero volto che è quello dei manganellatori del sindaco di Terni, dei No-Tav e della gente di Sicilia contraria al MUOS.
Il paese è allo stremo, immolato alle banche usuraie ed all’Iniquitalia dei furti (di case) con destrezza; la classe politica, la più incapace e corrotta che mai paese moderno abbia subìto. Svuotato di decoro e potestà, il Parlamento è una caserma per mercenari al soldo delle lobby nazionali e principalmente straniere, le stesse che innalzano ed abbattono governi fantoccio in funzione del proprio tornaconto. L’intangibilità della malavita partitica viene assicurata anche grazie alla benevola distrazione di una parte del potere giudiziario, moderno Ponzio Pilato della trattativa Stato-mafia e dei molteplici conflitti d’interessi irrisolti. La carta costituzionale, questa Madonna Pellegrina di ogni processione laica, è destinata ad un uso che qui si omette per decenza, proprio da chi per primo avrebbe il dovere di difenderla e rispettarla. D’altronde il tizio de quo, succeduto a sé stesso e quindi ubriaco di potere - per evaporazione del controllo popolare della democrazia -  infierisce su questi superflui governo e Parlamento con la sua ubriachezza molesta.
Allora taccia questo fastidioso grillo parlante, nei giorni in cui altri e più famosi grilli hanno smesso di frinire in piazza, preferendo complottare nelle stanze ovattate dell’ambasciata americana di via Veneto: come un qualsiasi Mariuolo, come un qualsiasi Enrichetto-bello-de-zio che vadano a succhiare il latte al seno di mamma Obama e tata Merkel.
Naturalmente i media a libro paga occultano, mistificano, tutto dicono tranne la verità vera del presente disastro, ridotti come sono a laudatores del regime. Perciò ognuno di noi è chiamato alla sua responsabilità di interpretare i fatti, meglio informandosi via web. Spegniamo i televisori, non leggiamo i quotidiani: sono lautamente finanziati per tenerci buoni. E come dice l’antico adagio, “Aprimu l’occhi, ca cu li chiudimu nun bole nienti”. Buona fortuna a tutti noi, ai nostri giovani in particolare.

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