Una storia “coi baffi”
È inutile agitarsi prima dell’abuso. Il megaparco ha il placet, nonostante le unanimi proteste
per lo scempio ambientale di contrada Cascioni e la desertificazione del
commercio galatinese: pichecherie. Aprite
felici gli ombrelli per le cospicue “ricadute occupazionali” ed applaudite la
democrazia di rito sabaudo-repubblicano dell’ Itaglia una ed indivisibile (Premiata
Ditta fondata nel 1861), illusionismo da ciarlatani. Al “popolo sovrano” si fa
credere di poter decidere del proprio futuro, mentre tutto è già stabilito
nelle stanze del potere.
Parimenti, si costruirà il
megaospedale tra Maglie e Melpignano – e dove, se no? – a detrimento del “S.
Caterina Novella”. L’opera si rende necessaria ad imperitura memoria dei sovrani
locali di entrambe le “case regnanti”: nell’antico Egitto perpetuavano la loro
grandezza con le piramidi, i nostri moderni faraoni prediligono l’edilizia
sanitaria (e l’argent che copioso ne
scaturisce).
Premessa l’amara verità, ci si
convinca che il centro commerciale “s’ha da fare”, con la decorativa firma dei
Don Abbondio locali e regionali. Però non stupitevi se l’erigendo megaparco a
me ricorda una megalavanderia, e non intendo specificare di quale merce.