Giornali in crisi: di chi la colpa?
L’irreversibile calo di vendite
dei quotidiani nazionali può spiegarsi solo parzialmente con la recessione e
con la ben nota allergia italica alla lettura. Credo che i media nascondano la
causa principale del crollo delle vendite. I due quotidiani a maggior
diffusione sono controllati dalla più importante famiglia italiana di
imprenditori – il milanese – e da una
delle più grandi società editoriali nazionali – il romano –, entrambi i
gruppi con forti interessi nell’industria e nel terziario (finanza, banche,
assicurazioni). Di conseguenza, la linea dei due quotidiani leader di mercato è guidata da quegli
interessi. Siccome la gente che legge per informarsi è forse ingenua, ma non
stupida, ne consegue che ben pochi “se la bevono”. Per questo, quando si
assiste a certe campagne di stampa ben orchestrate, già se ne intuiscono
obiettivi e strategie, e talune “articolesse” in prima pagina hanno il sapore
dolciastro della lezioncina morale tenuta da pulpiti impropri. Si può servire
un padrone, da giornalista o direttore, senza provare un moto di imbarazzo, ma
non si può anche pretendere di essere considerato credibile ed imparziale.
Facciamo il possibile per la
sopravvivenza de “il Galatino”, il periodico della comunità galatinese, anche
non residente. La piccola stampa locale che galleggia per gli sforzi commoventi
di pochi (che ci rimettono di tasca propria), è rimasta l’unica fonte di
informazione veramente libera.
P.s. Il titolo del mio precedente “pezzullo” conteneva un congiuntivo
esortativo latino – apposto senza
riflettere – invece del più adatto indicativo presente. Essendomi accorto
dell’errore, chiedo lumi al cacciatore della “Cuccuàscia-cuccuvàscia”. Matita
rossa o matita blu?
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